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A tempo debito voterò per il Movimento Cinque Stelle

Pubblicato giovedì 26 Aprile 2012 alle 23:58 da Francesco

In questi tempi per gli imbianchini è facile riunire delle persone nelle birrerie, compresi gli astemi come me, ma non credo che Grillo rientri in questa categoria. Io mi considero un astensionista consumato, difatti in tutta la mia vita ho votato soltanto una volta alle elezioni comunali per una lista che doveva perdere, tuttavia sarebbe stato meglio se anche quella vincente fosse stata sconfitta. Nella politica italiana non ho mai trovato una formazione né un singolo candidato in grado d’invogliarmi a raggiungere le urne. Ho sempre vissuto il qualunquismo un po’ come una sconfitta e un po’ come l’unica strada praticabile assieme alle iniziative referendarie.
A livello umano ho provato simpatia per Silvio Berlusconi e difatti mi piacerebbe frequentarlo per ascoltarne gli aneddoti, ma la politica di quest’ultimo dopo il fascismo, la Democrazia Cristiana e Craxi la reputo una delle più grandi disgrazie mai calatesi in Italia. Più volte ho apprezzato delle iniziative dei Radicali Italiani e in due occasioni ho firmato ai loro banchetti sgangherati, tuttavia non sono mai riuscito a condividerne le posizioni sulla giustizia. Per breve tempo ho pensato di votare per l’Italia dei Valori, però ho finito per considerarlo un partito a conduzione familiare che inoltre ha avuto la colpa di dare i natali a personaggi come De Gregorio, Scilipoti e Razzi. L’Unione di Centro per quanto mi riguarda dovrebbe scomparire assieme al Partito Democratico e ai fascistelli redenti. Sulla Lega Nord non c’è manco da spendere troppe parole; l’ho sempre considerata una formazione di ignoranti e xenofobi che ha fatto il suo tempo con una sola cosa sempreverde: la pochezza. Per quanto riguarda Sinistra Ecologia Libertà invece mi limito a due dettagli: la sanità in Puglia e la dialettica stucchevole di Vendola.
Mi sono fatto violenza e ho provato ad ascoltare i politici italiani perché oggi l’astensionismo è la mossa più facile a cui ricorrere, ma probabilmente non è quella più efficace. Fatta eccezione per Grillo e i suoi collaboratori, non ho trovato nessun altro in grado di parlare la lingua della gente. Quel vecchio di Giorgio Napolitano è un po’ come il Papa: le loro cariche sono inutili ed entrambi declamano banalità sconcertanti con un sussiego ridicolo. Mi ha stupito come il Presidente della Repubblica, seppur non esplicitamente, abbia tentato di liquidare Grillo come demagogo.
In realtà il Movimento Cinque Stelle non è incentrato attorno alla figura del comico genovese e questa è soltanto funzionale per l’attenzione mediatica. Le idee di questo movimento sul debito pubblico, sulle questioni energetiche, sui tagli alla spesa pubblica e sulle grandi opere non sono le sparate di un demagogo, non sono le fiammate di un populista, ma appartengono a persone di cui Grillo è soltanto un megafono dal quale esce una comunicazione potabile.
Per una volta ho udito qualcuno della scena politica senza provare imbarazzo per lui, ma ho anche preso atto della coerenza dimostrata dal movimento in merito agli stipendi dei consiglieri regionali e al rifiuto del finanziamento pubblico: per qualcuno sono quisquilie, per me invece sono buone premesse. Io non mi aspetto che i grillini siano la panacea di tutti i mali, anzi, non escludo che possano rivelarsi peggiori di tutti gli altri messi assieme, ma per adesso sono convinto a sostenere le loro iniziative: in altre parole, mi sento pronto a correre il rischio di provare in seguito un retrogusto spiacevole. Mi azzardo a votare e spero che accada in Italia ciò che non è successo in Francia con Coluche.
Purtroppo sono consapevole di come parte delle questioni italiane siano sovranazionali, perciò mi auguro un ritorno al potere dei progressisti in buona parte dell’Europa. Vorrei davvero stare lontano da argomenti simili, ma non riesco proprio a staccarmene in toto.

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