24
Ott

Manuale del film di Gianni Rondolino e Dario Tomasi

Pubblicato lunedì 24 Ottobre 2022 alle 22:13 da Francesco

In illo tempore mi ripromisi di approfondire il linguaggio cinematografico, difatti sapevo che se avessi maturato una fruizione più consapevole della settima arte avrei finito per apprezzare maggiormente la stessa: così è andata appena ho smaltito letture saggistiche per me prioritarie e, talora, più “pragmatiche”.
Avevo bisogno di qualche mezzo che mi permettesse di rendere meno soggettiva la mia esperienza di spettatore: alla fine ho scelto Manuale del film di Gianni Rondolino e Dario Tomasi per affinare un po’ il mio gusto e sviluppare un senso critico con un minimo di fondatezza.
Da queste trecento paginette assai utili, le quali comunque non possono di certo considerarsi esaustive, ho attinto spunti per visioni inedite oltre alle nozioni di cui ero alla ricerca. Secondo me è un testo ben fatto, mai prolisso ed esemplificativo al giusto grado.

Categorie: Immagini, Letture, Parole |

17
Ott

Immaginarsi a prescindere dall’immaginazione

Pubblicato lunedì 17 Ottobre 2022 alle 15:02 da Francesco

La realtà si frappone fra i soggetti e le interpretazioni che i secondi dànno della prima, perciò le cose in quanto tali non aderiscono quasi mai agli arbitrari stampi delle altrui aspettative e da questa frequente incompatibilità, a mio parere, scaturiscono i molti mali degli individui e delle masse. È un meccanismo facile da riconoscere, ma forse arduo ne è il sabotaggio giacché esso definisce i rapporti tra le persone e le astrazioni che ne fanno da collante, perciò ogni serio tentativo di alienarsene implica la rinuncia a delle sovrastrutture sociali le quali, invero, io reputo del tutto sacrificabili. Per paradosso simili intuizioni sono contrarie all’intuito ed è giusto che siano sottoposte a un esame costante anche da chi decida di perseguirle per il proprio bene o per la strenua ricerca di un innalzamento che esuli da gerarchie e riconoscimenti.
Secondo me l’unico approccio salvifico all’esistenza, qualunque cosa ciò significhi, è descrittivo e, per quanto possibile, si pone al di là delle bene e del male per eludere tali categorizzazioni quando non siano strettamente necessarie. Scrivendo di codeste cosucce mi tornano alla mente le parole che pronuncia il personaggio di Steiner ne La dolce vita felliniana, ossia quand’egli solo nella penombra e vicino a una finestra dice a se stesso: “Bisognerebbe vivere fuori dalle passioni, oltre i sentimenti, nell’armonia che c’è nell’opera d’arte riuscita, in quell’ordine incantato. Dovremmo riuscire ad amarci tanto da vivere fuori del tempo, distaccati… distaccati”.
Come si può obiettare alcunché a una simile lucidità? Di contro (in tutti i sensi) questa presa di coscienza può risultare troppo, un peso soverchiante, una pressione eccessiva per quanti non sappiano conviverci e si ritrovino incapaci di contenerne le possibili e pericolose degenerazioni.

Categorie: Parole |

6
Ott

Una vittoria inaspettata in quel di Pescara

Pubblicato giovedì 6 Ottobre 2022 alle 13:50 da Francesco

In questo brevissimo filmato riassumo quanto è accaduto alla Maratona di Pescara (la mia quarantesima gara sulla distanza regina) che ho corso e vinto il due ottobre.

È stata una bella esperienza e una grande soddisfazione, inoltre ho avuto modo di visitare una cittadina costiera nella quale non avevo mai messo piede e di cui ho raccolto piacevoli impressioni. Il sabato mi sono recato a nord della linea Gustav, appunto in quel di Pescara, laddove l’indomani ho preso parte alla ventiduesima edizione della cosiddetta D’Annunziana, ma durante il viaggio in auto non ho avvistato panzergrenadier.
L’intenzione precipua era quella di sfruttare l’evento per correre un allenamento lungo di qualità sotto le 2 ore e 50 minuti, poi per l’eterogenesi dei fini c’è scappata la vittoria in un modestissimo (in termini assoluti) ma per me soddisfacente 2 ore 45 minuti 39 secondi (3’56″/km), complice anche un errore di percorso toccato in sorte a chi è stato in testa fino al ventitreesimo chilometro. Conosco il feeling.
Ho cercato il cambio di passo dopo trentottomila metri e mi è andata bene. Giacché la gara è conosciuta come D’Annunziana, sul podio ho avuto la tentazione d’intonare un “eja eja alalà” che il vate riportò in auge dal mondo classico, ma per amor di patria ho lasciato perdere!
Categorie: Correre, Immagini, Parole, Video |

4
Ott

La quiete prima della tempesta o viceversa

Pubblicato martedì 4 Ottobre 2022 alle 22:04 da Francesco

Lascio il disincanto a briglie sciolte in modo che serpeggi ovunque e non faccio credito ad alcuna speranza. Prediligo la bicromia agli stolidi pastelli degli utopisti impenitenti. Ogni parola porta in dote i nascosti propositi del fraintendimento e deflagra insieme alle sue omologhe in discorsi che si esauriscono nei propri boati, in quel rumore di fondo a cui taluni attribuiscono i crismi del dialogo. Cosa c’è mai da ricordare che non valga la pena di lasciare in balìa della dimenticanza, inesorabile esito d’ogni cosa? Quale urgente domanda v’è da formulare che non sia destinata a rimanere orfana di risposta? Il logos si qualifica come pour parler e ogni cosmogonia è il riassuntino dell’eterno ritorno. In quanto essere umano sono chiamato a rapportarmi con le buone e le cattive maniere della specie, tuttavia posso provare ad affrancarmene nella misura in cui tale arbitrio sia permesso dalla mia volontà e questa, a sua volta, riesca a scavalcare un po’ se stessa. Il resto si presta perlopiù a frasi di circostanza e a circostanze sulle quali talvolta grava l’assenza di qualsiasi parola.
Per quanto paragoni e confronti siano possibili o accettabili, dal mio trascurabile punto di vista la fantasia è inferiore e subalterna rispetto alla realtà, difatti un adagio vuole che la seconda superi sempre la prima, ma le riconosco comunque un’utilità come strumento di (ri)creazione nell’effimera ora dell’esistenza. Ribadire simili ovvietà mi rasserena e mi fa apprezzare il sollievo per ciò che vado negandomi o al quale non conferisco il peso comune dell’altrui metro. Si rischia di scivolare e cadere su certe scale di valori, ma ne esistono anche di mobili sulle quali tutte le cose restano statiche fino ai rispettivi e inevitabili deperimenti.

Categorie: Parole |