22
Lug

Con il caldo che fa

Pubblicato sabato 22 Luglio 2023 alle 03:21 da Francesco

A quest’ora potrei starmene su qualche autostrada deserta a guidare col solo scopo di godermi l’aria notturna, però mi trovo bene anche a casa mia perché ho un certo riscontro, invero l’unico. Mi viene spesso da ridere perché la mia è un’indole gioviale e narcisistica: sono un puer fatto e finito. Non esistono solo i problemi reali, ma anche le loro contraffazioni che superano in numero gli originali: mi chiedo se simili riproduzioni siano trattate dai venditori ambulanti sulle spiagge e negli immediati dintorni. Cocco, borse griffate, ansie, occhiali da Sole e sole occhiaie.
Mi considero alla stregua di un pianeta e di rado, per ragioni insondabili, attiro corpi celesti con cui non entro mai in contatto: si sfiorano le orbite astronomiche e non quelle anatomiche, com’è giusto che sia. Un fatto resta certo: meglio uno squilibrio gravitazionale e l’alterazione delle maree al rischio di scambiarsi una testata nel goffo tentativo di assecondare un’effusione.
Amo molto una spiegazione che confuta certe idee bislacche e non concede spazio a ulteriori dibattiti: se la Terra fosse piatta i gatti avrebbero già fatto cadere ogni cosa oltre i suoi margini. Vedo in ogni creazione e distruzione una danza più o meno aggraziata, così come suggerisce la tradizione induista, perciò anche i rapporti tra le persone sono soggetti a questi movimenti che hanno già in nuce le loro implicazioni ultime.

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18
Lug

Del cirro negletto

Pubblicato martedì 18 Luglio 2023 alle 02:51 da Francesco

L’inflazione è un problema, però anche lo scirocco ha le sue ripercussioni sui miei lunghi capelli. Presi a sviluppare il cirro negletto durante la panzana della pandemia giacché non accettai la più famosa delle inoculazioni. Grazie al governo Draghi mi posi una domanda capitale, a riprova di come certi automatismi si rivelino tali solo quando sussista l’impossibilità di assecondarne la meccanicità: “Perché cazzo vado dal barbiere?”. La mia risposta fu: “La forza dell’abitudine”. In ragione di tutto ciò non raccolsi l’invito a farmi una pera di Stato, bensì la palla al balzo e dissi a me stesso: “Non me ne fotte niente dei capelli, lascio che si allunghino fino a quando non intervenga un’eventuale calvizie o un trattamento chemioterapico”. E fu così che vissi capellone, o meglio, lo ridivenni. Forse mi reincarnerò in un phon o nella phoné.
Detesto la peluria, urta il mio senso estetico e in particolare la barba mi dà proprio fastidio, ma sono insofferente anche verso i barbari. Non potrei mai amare una donna barbuta, questo mi sento di affermarlo senza tema di smentita, ma non potrei bere manco del Bourbon poiché ho in orrore tutti gli alcolici. Altre assonanze? Sostanze, mai, tranne quelle che si sanno secernere in autonomia con le dovute tecniche e l’occorrente dedizione. Com’è tarda la notte dalla quale mi affaccio. A ognuno i suoi tempi, le vane attese, le inaspettate manifestazioni dell’universo e ogni cosa. Sì, è tarda la notte che mi ospita, però mi piace assai questo suo arieggiato silenzio e me ne sento parte o forse provo soltanto a imbucarmi in un buco nero: mi piacerebbe sbirciare oltre l’orizzonte degli eventi. Sì, ma in concreto, cosa ho scritto finora? C’è un fil rouge, un gomitolo, un filo di Arianna o bisogna portarsi l’occorrente da casa? Il significato al sacco. L’esigenza è quella di parlarmi addosso, di farmi da vecchio conoscente, ruolo che mi riesce bene: tutto il resto è altro da me com’è inevitabile che sia.

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13
Lug

Il mondo va avanti

Pubblicato giovedì 13 Luglio 2023 alle 12:06 da Francesco

Nell’immagine in calce v’è una mia lettura degli ultimi tempi e l’ostensione del santo.
Non intendo cambiare sport giacché amo troppo la corsa, ma salto lo stesso di palo in frasca per scrivere d’altro rispetto a quanto suggerisca l’incipit. Ne Il sorpasso di Dino Risi v’è una scena in cui Gassman dice a Trintignant: «Lo sai qual è l’età più bella? Te lo dico io qual è. È quella che uno c’ha giorno per giorno. Fino a quando schiatta… si capisce». Non posso che sottoscrivere.
Quali grandi nostalgie dovrei nutrire e allevare a detrimento dell’avvenire, ma soprattutto del presente? Amo il passato nella misura in cui sappia echeggiare al di fuori del tempo, quando non si faccia tenaglia né prigione, bensì rifulga come paradigma da superare, eguagliare da cui trarre ispirazione. A me tutto ciò pare banale, però lo scrivo ugualmente.
Mi torna in mente la storia di un monaco buddhista che una volta si recò da un dottore. Il medico disse al monaco che aveva un cancro e il monaco chiese: “Cos’è il cancro?”. Allora il dottore rispose: “Significa che morirai”. Il monaco si mise a ridere e se ne andò in ragione delle sue riflessioni sulla cosiddetta “impermanenza”. Secondo me questo aneddoto spiega come la propria visione della realtà, quella maturata dentro e fuori di sé, plasmi la realtà stessa laddove l’individuo ha possibilità di manovra, ossia nel modo di reagire agli eventi. Come si lega tutto questo con eventuali nostalgie? Pari pari come la risata del monaco alla diagnosi infausta.
 

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1
Lug

E anche luglio ricominciò

Pubblicato sabato 1 Luglio 2023 alle 23:57 da Francesco

Mi trovo ancora sotto i cieli ordinati a eternità e non cerco di venire a capo delle ragioni per le quali altri il capo lo perdono. Mantengo la debita distanza dai debiti di riconoscenza ed evito di maturare crediti della stessa risma. Nelle terre galliche le città s’illuminano con gli intensi fuochi di proteste pretestuose; a nord del Mar Nero invece delle stessa pece sono le notti urbane dovute ai blackout e ai lutti. La cosiddetta civiltà non può affrancarsi dalla sua pulsione di morte, tutt’al più le è dato di ammansirla in periodi di tregua che talora sono chiamati impropriamente periodi di pace. Di sicuro le parole hanno un peso, ma credo che gli esplosivi facciano più male.
Una parte del mondo combatte per un certo uso dei pronomi, altrove invece il problema non sussiste giacché restano da chiamare soltanto i fantasmi in mezzo alle macerie. I problemi del primo mondo sembrano al primo posto e spesso per secondo non c’è nulla: chissà, può darsi che il carrello un po’ vuoto sia colpa dell’inflazione o della spinta incarnata da Thanatos (in senso greco, non a mo’ di creatura della Marvel).
Nei paesi avanzati, dove gli avanzi abbondano e invece dell’inedia la vexata quaestio è quella di normalizzare l’obesità, ormai è tutto burocratizzato, a misura delle forzature di chi vuole imporre nuovi paradigmi in ragione dei suoi complessi d’inferiorità: persino l’amore e l’odio devono esibire le rispettive marche da bollo. Pare (invero in meccanica è accertato) che a ogni azione corrisponda una reazione uguale o contraria, perciò mi chiedo se il gioco manuale dello specchio riflesso non sia il migliore modus operandi per dirimere qualunque controversia.
Assisto all’incedere degli eventi e desisto da una mia attiva partecipazione agli stessi, almeno per quanto mi è possibile: credo che tutto vada come deve andare e di certo non ricade su di me l’onere di dimostrare il contrario. Io mi trovo sempre al solito posto, ai margini delle righe e tra le pause di uno spartito che non eseguo: buona la prima e tutte le altre.

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