Sto trascurando queste mie pagine con la stessa negligenza che posso riservare a cose più importanti, ma tanto le une quanto le altre sono soggette alle fluttuazioni del mio interesse e della mia costanza. Sono impegnato su più fronti, nessuno bellico e tutti autoreferenziali. Mi divido sempre tra le molteplici passioni che mi pervadono da tempo immemore e con le quali arricchisco questo mio transeunte soggiorno sul pianeta.
È da poco passato l’equinozio di primavera e l’ora legale ha scippato un’ora di sonno ai suoi sottoposti, me compreso, ma nell’aria già vibra qualcosa che ho sempre attribuito a questa parte dell’anno. Ho visto attenuarsi in me la fame agonistica sebbene la voglia di allenarmi sia rimasta immutata; al contempo nuovi appetiti si sono fatti strada nelle mie astrazioni e spero di riuscirne ad assecondare i buoni presupposti. Per grazia ricevuta non ho rapporti da coltivare né desidero possedere qualcosa che mi possieda, bensì m’è dato di scoprire tutti quei mondi solipsistici al mio interno di cui ancora ignoro l’esistenza.
Le mie non sono soltanto paroline vaghe sebbene assolvano in pieno anche questo ruolo, ma dànno effettivo conto di quei scenari interiori che nel corso degli anni si sono avvicendati in me con una certa regolarità. Sarei davvero un incauto e un ingenuo se pretendessi di farmi capire da qualcuno o se volessi intavolare un dialogo che ambisse a una profondità superiore a quella delle bolle di saliva: tutto nasce e ritorna in me, in una ciclicità ancor oggi proficua e di cui forse non saprò più niente quando io tornerò al nulla.
A volte mi chiedo se i grandi sconvolgimenti del mondo non ricevano più importanza di quanta ne abbiano e se l’errore di valutazione ricada sempre su quanti l’assecondino, ma io cerco di tenermi informato sul crepuscolo del presente nella misura in cui ciò mi serva per attribuire la medesima inconsistenza all’avvenire: questo ginepraio si sposa bene con il mio modo d’intendere la cosiddetta realtà, qualunque cosa essa sia in ultima o prima analisi: per il resto invece si sono già attrezzati stoici e scettici secoli or sono.
In questa parte dell’anno come in altre
Pubblicato domenica 26 Marzo 2023 alle 21:48 da FrancescoColgo solamente una differenza di numeri tra lo Stato e il movimento anarchico, difatti entrambi sono portatori d’oppressione, soprusi e ingiustizie, ma almeno il primo conta su un’ampia maggioranza di complici, a differenza del secondo che annovera appena quattro gatti tra le proprie fila. Non esistono princìpi nobili né sante ideologie, ma solo convenienze che talora sono materiali e altre volte ideali. Scegliere le proprie lotte è come ordinare cibo spazzatura in un fast food. Nessuno combatte per gli altri, ma ognuno lo fa solo per se stesso e anche quando i di lui sforzi siano profusi per i suoi affetti egli usa essi come strumento e oggetto da santificare, così da trarne motivazione per sé e il proprio operato: di norma tutta questa farsa nelle sue varie declinazioni, e poco importa quanto in contrasto siano tra loro giacché possiedono questo tratto comune, viene ammantata con una retorica di sacrificio, di coraggio, di grande dedizione, pronta ad applausi di circostanza da chi sposi gli stessi inganni.
L’autenticità e la verità sono questioni personali che pesano troppo affinché le masse riescano a sobbarcarsele senza restarne schiacciate, ma il solo individuo può farsene carico in relazione a se stesso qualora davvero le ricerchi. Forse anche l’impegno autoreferenziale e solipsistico non può mai dirsi del tutto scevro da mendaci implicazioni, tuttavia credo che si trovi a un livello migliore nella scala dell’imperfezione e sia quindi fonte di emanazioni meno spurie. I dibattiti sono aritmie democratiche che fanno da contraltare alla tipica propaganda dei regimi, ma talora la ricalcano nella sostanza ancorché fingano di distaccarsene nella forma. Nulla è certo tranne la morte e la tendenza alla reciproca sopraffazione.