26
Gen

Questione di proporzioni e condizionamenti

Pubblicato giovedì 26 Gennaio 2023 alle 23:03 da Francesco

Per me un’opera meritoria nei propri confronti (e dunque conforme all’amor proprio) consiste nel ruminare concetti edificanti. Non mi cale molto di come si propaghino le onde elettromagnetiche, ma cerco di attenuare l’impatto di quelle vibrazioni negative che provengono dagli altrui pensamenti e il mio strumento d’elezione per questo scopo è un’ironia di cui le presenti righe non dànno conto: poco male. Urta il mio senso estetico e trovo dunque molto stucchevole l’ebete ottimismo di un sorriso perenne, come se una paresi facciale fosse conditio sine qua non per la concessione del favore da parte degli dèi. Non cerco troppe ragioni al cospetto dei fatti né provo a piegarne le dinamiche affinché rientrino nella mia visione del mondo, bensì inquadro i singoli eventi come movimenti ordinari di quello spirito assoluto su cui Hegel tanto si spese nelle proprie elucubrazioni.
La storia si articola in momenti più o meno conformi ai rispettivi e soggettivi modi d’intendere la realtà dell’epoca di turno a cui spetti il ruolo di presente, perciò il bene e il male sfuggono a classificazioni assolute e durature giacché si alternano nello spazio e nel tempo come le offerte nei supermercati.
Tutto sul piano umano risulta molto aleatorio e non di rado la massima manovra possibile sul corso degli eventi consiste nella maniera di viverne le conseguenze. A volte l’inazione è una scelta obbligata, ma l’insofferenza verso quest’ultima produce decisioni impulsive e sbagliate (ma non sbagliate in quanto impulsive) ed esiti nefasti: ognuno è artefice di sé. Qualcuno si reca al fiume per ammirarne il corso, per godersi da laggiù un’alba o un tramonto, oppure per aspettare che le acque portino i cadaveri dei nemici, qualcun altro invece raggiunge l’oceano e prova a prosciugarlo con un cucchiaino.

Categorie: Parole |

17
Gen

L’ermetismo delle solite occasioni

Pubblicato martedì 17 Gennaio 2023 alle 21:24 da Francesco

In questi tempi di forti rincari soltanto le scelte sbagliate mantengono stabili i prezzi da pagare in seguito, perciò non mi sorprende che taluni vi ricorrano senza posa per rinfoltire le proprie illusioni. Non ho idea di come si calcoli la differenza tra cattivi consigli e buone intenzioni, perciò tendo a non fidarmi di nessuno e le speranze preferisco riporle in fondo al congelatore o nel cassonetto dei rifiuti organici. Nella misura del possibile, la quale è sempre variabile e non si fa mai costante, cerco di stare al di fuori del tempo mentre veleggio in solitaria su quanto me ne resta da vivere. Le molteplici accezioni della singolarità si possono riassumere in implicazioni così comode da renderne improbabile o comunque ardua la rinuncia.
La ricerca di distrazioni ed emozioni forti restituisce un’immagine desolante giacché ai miei occhi non si configura come svago o edonismo autentico, bensì tende a prendere le sembianze di un’evasione in senso letterale, vera, pervicace e fallimentare fuga dai recessi più reconditi e invalicabili del sé individuale. Queste e analoghe suggestioni emergono in me quando, mio malgrado, assisto a degli entusiasmi dai quali non riesco a farmi contagiare e sì che non sono nemmeno vaccinato! Ognuno si arrabatta con quanto possiede o con le convinzioni che riesce a prendere in prestito da altri, ma taluni si ritagliano angoli autarchici e riescono a soddisfarsi con le proprie produzioni. Non cerco punti di contatto né punti di rottura e non ho fili né fidi scoperti, però i miei capelli sono lunghi e non so quanto elettrostatici. Non aspetto né mi auguro che qualcosa mi caschi dal cielo, tuttavia mi piacerebbe assistere alla caduta di quest’ultimo.

Categorie: Parole |

9
Gen

L’ordine (de)costituito

Pubblicato lunedì 9 Gennaio 2023 alle 22:06 da Francesco

Non ci sono più i golpisti di una volta e la nobile arte del coup d’état è ormai ridotta a semplice vandalismo, ma in questo senso non vedo come ci si possa aspettare qualcosa di più da chi ha inventato la bossa nova, dai. 
Mi diverte il sussiego di chi coglie la palla al balzo per parlare delle "democrazie fragili", dell’importanza di restare "nell’arco costituzionale", della "ferma condanna a simili fatti", come se egli (o lei, loro, asterischi, schwa e liocorni) invece di giocare all’oratorio si trovasse titolare nell’undici dell’avvenire. Certo, sempre in subordine a una buona idratazione, ma anch’io ho fatto mia la buona abitudine di non postulare un bene assoluto né un male assoluto, perciò lascio volentieri al metro della storia la misura di un regime, di una rivoluzione o di un qualsiasi rovesciamento dell’ordine costituito.
Una dittatura che sia stata sconfessata dalla storia ha in ciò la sua colpa capitale, più grave di quelle che si possono attribuirle a seconda delle convenienze e delle convinzioni le quali, tra l’altro, spesso sono un’unica cosa a cui applicare l’ideologia (il nonno ti portava nella sezione del PCI, a un altro il vecchio gli parlava dei repubblichini), la morale (becero fenotipo residuale, eventi traumatici, proiezioni su oggetti importanti) o gli adesivi delle gomme da masticare (quand’ancora se ne trovavano, mala tempora currunt).

Categorie: Parole |

1
Gen

Preferenze musicali e cinematografiche del disgraziato 2022

Pubblicato domenica 1 Gennaio 2023 alle 18:54 da Francesco

Spoiler: il 2023 sarà un anno di violenze, distruzioni e ingiustizie con i buoni propositi che faranno la fine dei bambini yemeniti, perciò v’è da sperare che il caro energia colpisca anche il Sole e ne cagioni il salvifico spegnimento. In attesa della morte termica annoto di seguito la mia top three di album e film per il 2022.

Riot City – Electric Elite (2022): ho perso il conto degli ascolti, disco fenomenale ed esaltante dall’inizio alla fine, privo di una sola traccia debole. Non epigoni, ma degni eredi di Judas Priest e Iron Maiden (le influenze più evidenti). Top track: Tyrant.

Banco del Mutuo Soccorso – Orlando, le forme dell’amore (2022): concept album monumentale, malgrado le vicissitudini il Banco continua a tirare fuori cose eccezionali dopo cinquant’anni. Da ascoltare nel suo complesso.

The Halo Effect – Days Of The Lost (2022): gli In Flames degli albori si confermano maestri del Gothenburg sound, a riprova di come il melodic death metal sia ancora vivo e non abbia esaurito tutte le soluzioni possibili.

Film:

Crimes of the future di David Cronenberg: vince a mani basse e ha sancito il mio ritorno in sala.

Gli orsi non esistono di Jafar Panahi: audace opera iraniana che oscilla tra la denuncia sociale e il metacinema (un film nel film). Ho avuto la fortuna di vederlo nell’ultimo avamposto culturale della mia provincia, il Cinema Stella.

Beavis and Butt-Head alla conquista dell’universo di John Rice e Albert Calleros: beh, questa è stata la vera opera morale del 2022, un sunto delle massime aspirazioni e possibilità umane.

Categorie: Immagini, Musica, Parole |