27
Nov

L’orbita esterna

Pubblicato martedì 27 Novembre 2018 alle 13:31 da Francesco

Le flebili avvisaglie dell’inverno ribadiscono la ciclicità delle stagioni e in quest’ultima colgo il carattere altrettanto periodico d’ogni dinamica umana. Anche se avessi tempo da buttare di certo non lo sparpaglierei alla rinfusa e opterei invece per la raccolta differenziata nella grande discarica della dimenticanza.
In attesa di morire, e senza che in me alberghi alcuna fretta di ottemperare a quest’obbligo biologico, mi chiedo dove e come la vita si dispieghi al di là degli ambienti e dei modi terrestri, ma capisco quanto i miei interrogativi risultino ormai logori e banali, consunti dal tempo.
Mi piace immaginare che sia più facile e proficuo il dialogo tra civiltà aliene rispetto a quello in seno a una singola specie. Faccio molta attenzione alle parole, ma accetto l’incomunicabilità di cui esse sono ambasciatrici e quindi non confido in una loro applicazione pragmatica.
Una lingua madre ha molti figli di secondo letto e l’incontro tra idiomi differenti non si risolve mai in una disputa tra prime donne. Secondo me la ripetitiva meccanicità e la pochezza di certe esternazioni della mia specie sarebbero più autentiche se fossero veicolate dai richiami di altri animali, ma il riduzionismo di cui sono figlie mi pare che comprovi la natura ibrida di chi non sa regredire del tutto né vuole perseguire un’evoluzione individuale. A me interessano poco gli sviluppi altrui e d’altro canto posso occuparmi soltanto dei miei, ma cerco d’inquadrarne i tratti distintivi ogniqualvolta io rischi di orbitare troppo vicino a corpi estranei.  Evito collisioni catastrofiche ed metto radiosegnali che si perdono nel vuoto.

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22
Nov

Il progetto Izdubar

Pubblicato giovedì 22 Novembre 2018 alle 20:18 da Francesco

Con il nome di Izdubar mi diletto a registrare delle tracce ambient per fornire un’ulteriore via di fuga a certe impressioni di cui talora la mia esistenza si scopre madre: mi rilassa la ricerca di suoni che si adattino allo scopo suddetto. Tento senza pretese di praticare la tecnica dell’immaginazione attiva di Carl Gustav Jung, quindi provo a stabilire un ponte tra l’Io e l’inconscio che poggi sulla più salda spontaneità della mia fantasia. Sono le circostanze della mia esistenza che ogni tanto mi spingono a mettermi davanti alla tastiera.
Quest’ultima traccia è nata da alcune mie riflessioni sulla morte durante un brevissimo viaggio a Francoforte e proprio là, davanti a un cimitero ebraico, ho filmato la sequenza statica che si ripete nel video.

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21
Nov

Verona Volkswagen Marathon 2018

Pubblicato mercoledì 21 Novembre 2018 alle 23:06 da Francesco

Sabato mi sono diretto verso le terre scaligere per correre la Verona Marathon e lungo le zone meno centrali mi sono divertito a cogliere l’occasionale presenza delle croci uncinate sull’arredo urbano. L’altrui copulazione ha conciliato il mio sonno, infatti ho pernottato in una camera dalla quale ho udito il suono della concupiscenza. Il coito, questo sconosciuto.
Per me è stata una maratona sperimentale il cui esito si è rivelato pari a quello dell’incontro tra acido nitrico ed etanolo, simile alla comparsa di un bel segmentation fault durante il debug di un programma o affine all’inserimento forzato di molteplici etnie in un contesto omogeneo.
Ho puntato al personale con l’idea del negative split e quindi sono passato alla mezza in 1h20’15” per accelerare nella seconda parte, ma al trentunesimo chilometro ho capito che non ce l’avrei fatta ad abbattere il muro delle 2h40’ e poi negli ultimi cinquemila metri ho proprio tirato i remi in barca per non stressarmi troppo, quindi sono riuscito a finire bene in 2h44’13”. 27° su circa 2050 arrivati: per me è stata la nona maratona del 2018. Di sicuro non sputo su un’altra sub 2h45′, anzi! Ieri comunque v’erano le condizioni ideali per correre: temperatura perfetta.
Ormai la mia politica è quella di provare a migliorare il mio record su quei percorsi a cui io riconosca la fattibilità dell’impresa, ma ricorro a una sorta di manovra evasiva ogniqualvolta non vada tutto per il verso giusto e così riesco a collezionare lo stesso delle buone gare senza devastarmi fisicamente.
A breve correrò una maratona tutt’altro che veloce a cui mi sono iscritto per il piacere di scoprire un tracciato nuovo, e l’ho preferita a una più veloce nella quale l’anno scorso feci molto bene, quindi là non cercherò la prestazione della vita, ma verso la fine dell’anno proverò ancora a vedere un tre nelle decine dei minuti.
Qui la traccia Strava:

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16
Nov

Fisica quantistica per poeti

Pubblicato venerdì 16 Novembre 2018 alle 19:10 da Francesco

“Fisica quantistica per poeti” si rivolge a quei lettori che come il sottoscritto nutrono un grande interesse verso certi temi sebbene non siano muniti delle sufficienti competenze nel campo della fisica: il catalogo di Bollati Boringhieri annovera varie opere con questa vocazione e infatti io ne ho già lette molteplici con sommo piacere.
Non mi annoia mai l’excursus introduttivo a cui presta il fianco ogni libro di fisica che abbia un taglio divulgativo come quello suddetto, quindi lo colgo ogni volta come una piacevole occasione per ripassare l’aspetto storico della disciplina: repetita iuvant.
Ho finito dunque per rileggere il collegamento operato da Max Born tra l’onda associata all’elettrone e quella di probabilità che concerne quest’ultimo, la scoperta da parte di Faraday di come un campo magnetico variabile crei un campo elettrico in base a cui poi Maxwell intuì il campo elettromagnetico; Niels Bohr e il suo modello atomico, con particolare riguardo verso le orbite degli elettroni; l’opera semplificatrice di Schrödinger che attraverso le idee di De Broglie facilitò i tecnicismi di Heisenberg fino ad arrivare alla funzione d’onda, atta a descrivere la particella quantistica con tutte le implicazioni del caso, in primis la visione controintuitiva secondo cui la conoscenza della posizione di una particella influenzi la sua velocità e viceversa; Pauli e il suo principio di esclusione con ciò che ne consegue nella formazione degli orbitali e il mare di Dirac in cui al vuoto si possono strappare elettroni a cui subentrano antiparticelle (come il positrone).    
Mi ha divertito ancora una volta e mi ha lasciato un po’ perplesso rileggere l’ostinazione con cui Einstein (di concerto con Podolsky e Rosen) si oppose alle conclusioni della fisica quantistica, a riprova di come la fede acritica in una certa visione possa indurre persino un genio a sbagliare clamorosamente.
Le suggestioni più forti le ho (ri)trovate nella teoria delle stringhe e nell’ipotesi secondo la quale l’esistenza dell’universo sia dovuta alla rottura di un’originaria e perfetta simmetria tra materia e antimateria, ma anche e soprattutto nell’idea di Penrose per il quale la coscienza è un fenomeno quantistico poiché somma coerente di molte possibilità.

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13
Nov

Saliscendi Run 2018

Pubblicato martedì 13 Novembre 2018 alle 20:25 da Francesco

Ieri come ulteriore test per la prossima maratona ho scelto una gara breve del grossetano con un percorso abbastanza impegnativo e l’ho vinta perché i più forti della provincia erano sparsi altrove. Un primo posto fa sempre piacere e a fini statistici è tutto di guadagnato, ma va contestualizzato: la sopravvalutazione e la sottovalutazione sono le due facce dello stesso errore. Mi ha soddisfatto il riscontro cronometrico, infatti il chilometro più lento in salita l’ho corso a 4’57” e gli ultimi tre in discesa sono riuscito a farli in 3’05”, 3’04” e 3’16”.
Per me novembre è un mese di esperimenti e sono davvero curioso di vedere come essi si riverbereranno sulla distanza regina. Finora i miei metodi di allenamento mi hanno dato ragione, ma non pretendo che tutto fili sempre liscio. Ringrazio Roberto Malarby per questa e altre foto.

Qui la traccia Strava: https://www.strava.com/activities/1958932490

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7
Nov

Oltrepassare

Pubblicato mercoledì 7 Novembre 2018 alle 00:18 da Francesco

Mi pare che l’autolesionismo riscuota ancora un grande successo tra i mortali, ma io non sono un modaiolo e il mio stile è minimalista. Non v’è uno sguardo esterno nel quale io mi specchi e talora mi chiedo dove sia andata a schiantarsi quell’intesa embrionale che mi mostrò più volte i suoi baluginii.
Dalla via di Damasco alla via d’estinzione il passo è più breve di quello che prova a farsi più lungo della gamba, però in qualche modo l’uno è conseguenza dell’altro. Mi affaccio sulla realtà del presente e scorgo residui temporali che vengono dagli antipodi di Crono. Se ogni tanto incontrassi qualche fantasma gli chiederei quanto tempo mi rimane da vivere, ma la mia estrema lucidità mi preclude ogni allucinazione di servizio. Non so cosa mi riservi il domani e dubito che possa prenotare un tavolo per sbracarmi in tutta la mia ontologia. Con i miei simili parlo di cose che ci rendono diversi e ci pongono a distanze siderali. A carnevale lancerò fonemi e il resto dell’anno coriandoli: ne guadagnerà la reciproca comprensione tra me e chi non è me.
Sarebbe bello se certe storture genetiche fossero correggibili a penna e se in virtù di ciò i costi di cancelleria superassero a buona ragione i fondi per la ricerca sulle malattie rare. Fantasticare è un po’ morire, ma pare che anche vivere non faccia bene. Sono contento di me stesso e mi voglio un grande bene, perciò mi reputo un privilegiato. Cosa farei di me se fossi circondato da tante persone e mi mancasse proprio la mia vicinanza? Certo, una cosa non esclude per forza l’altra, ma a me va bene il primato dell’amor proprio. I punti di contatto non sono astrazioni matematiche e non basta teorizzarne l’esistenza affinché essi si palesino: io non ne ho e non faccio mai finta di possederne qualcuno nello scantinato o nell’alto dei cieli. Posso fare un po’ d’import ed export di frasi fatte dai cinesi, ma ormai anche il confucianesimo è inflazionato dalla crescita demografica.

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4
Nov

Tony MacAlpine al CrossRoads di Roma

Pubblicato domenica 4 Novembre 2018 alle 19:58 da Francesco

Ieri sera ho avuto il privilegio di ascoltare dal vivo Tony MacAlpine al CrossRoads di Roma e per la terza volta nelle mie peregrinazioni concertistiche ho ritrovato Stu Hamm al basso: già la sola presenza di quest’ultimo giustifica sempre il costo d’ingresso. Forte anche il gruppo di apertura, gli Ert15: di norma il funk mi annoia oltremodo, ma ieri mi è stato proposto con i dovuti virtuosismi e devo ammettere che tale commistione mi ha esaltato oltre ogni più rosea aspettativa.
Nel corso degli anni mi sono ritrovato di fronte vari virtuosi delle sei (o sette) corde e mi sono piaciuti quasi tutti allo stesso modo per ragioni diverse, ma la performance di MacAlpine e soci la colloco comunque fra le migliori. Tanto gusto oltre a tanta tecnica.
Di bei concerti ne ho molti alle spalle, ma tra le sole esibizioni di grandi chitarristi ricordo in particolare quelle di Allan Holdsworth (per me la più memorabile), John McLaughlin, Frank Gambale, Guthrie Govan (tre volte), Greg Howe, Vinnie Moore, Mike Stern, Kiko Loureiro, Andy Timmons, Neil Zaza, Ralph Towner.
Ringrazio S. V. per le foto. Quella con Stu Hamm l’ho messa direttamente nell’album di famiglia, infatti ne ho fatte più con lui che con il parentado tutto.

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2
Nov

Un ventaglio di inezie

Pubblicato venerdì 2 Novembre 2018 alle 20:38 da Francesco

La comparsa di circostanze avverse rientra pienamente nell’ordine delle cose, ma la sua eventuale sporadicità può essere un elemento inconsueto dietro cui si annidino meriti individuali. Ho avuto modo di contare molte teste di cazzo su questo pianeta, comprese quelle che dovrebbero tenere a freno le loro parigrado e punirle, ma d’altro canto la perfetta sintonia tra le due impedisce alle seconde di ottemperare ai loro doveri. Chi controlla il controllore? Il conflitto d’interessi va bene a tutte le età.
Cerco di restare il più possibile al di fuori di certe dinamiche umane poiché sono deleterie nella società in cui vivo, ma ho un’idea di quanto siano peggiori ad altre latitudini e quali invece siano le loro possibilità in contesti di tutt’altro tenore. Preferisco lavorare da solo la materia prima di cui dispongo, ma non sono vittima di una presa di posizione e invece agisco a tal guisa sulla scorta della mia incapacità di riuscirmi a immaginare in una sinergia che vada nel senso qui taciuto.
Verso l’ora di cena una menade potrebbe anche proporsi di portarmi delle illusioni a casa, ma io, intento a prepararmi il mio unico pasto, non saprei davvero come montarle e non vi riuscirei neanche se avessi le mani libere: colleziono vinili, non persone, quindi non ho niente da offrire e sono pressoché incapace di apprezzare quanto possa ricevere. Preferisco esimermi da un dopo, da un prima, ma soprattutto da un durante. Un tavolo per uno occupa meno spazio di un banchetto nuziale, ma pare che nel divenire non ci sia sempre la possibilità di scegliersi il posto a sedere o quello tra gli astri.

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1
Nov

Maratona di Francoforte 2018

Pubblicato giovedì 1 Novembre 2018 alle 19:29 da Francesco

Domenica ho corso la maratona di Francoforte, ma prima della partenza, durante le mie passeggiate teutoniche, ho avuto modo di contemplare la beltade che è propria della Mitteleuropa. Se potessi mi avventurerei in certe considerazioni e ne rivangherei delle altre a cui la storia ha già dato i suoi responsi, ma voglio evitare che il mio certificato penale diventi un plagio di Mondrian.
Alla vigilia puntavo al record personale, però la gara è stata viziata un po’ dal forte vento e un po’ da una pisciata improvvisa a cui ho dato libero corso verso il sedicesimo chilometro.
Alla fine ho chiuso in 2h41’11”, ossia con una media di 3’50” al chilometro, perciò la mia prestazione mi ha soddisfatto lo stesso e soprattutto mi sono divertito moltissimo! L’organizzazione è stata ottima e l’arrivo davvero epico! Mai visto nulla di simile.
Percorso veloce e un livello di agonismo piuttosto alto che non ha pari in nessuna maratona italiana. Ho fatto un buon negative split, infatti sono passato alla mezza in 1h20’53” e la seconda l’ho corsa in 1h20’19”. È stata la mia 24esima maratona, la 15esima degli ultimi 14 mesi: per la decima volta l’ho finita sotto le 2h45′.
In questa fase della mia vita ho tempo e determinazione, perciò batto il ferro finché è caldo.
Prima o poi stabilirò il mio nuovo record sull’amata distanza, ma sarà lui a trovarmi, quindi non mi affanno a cercarlo e mi godo tutto il divertimento che prescinde dal suo arrivo. Qui la traccia Strava (un po’ imprecisa a causa del mio Polar): https://www.strava.com/activities/1934237912

Una settimana prima della maratona tedesca ho preso parte alla Corsa del Donatore in quel di Grosseto e sono riuscito a coprire i 7 chilometri e 300 metri del percorso in 25’35” tagliando il traguardo come secondo assoluto. Si è rivelato un test interessante poiché nei sette giorni precedenti a questa breve gara avevo accumulato 169 chilometri.
Qui la traccia Strava: https://www.strava.com/activities/1919648919

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