Pubblicato venerdì 28 Agosto 2009 alle 08:56 da Francesco
Per questa seconda raccolta ho utilizzato dei pezzi hip hop mentre per la terza compilation userò nuovamente delle tracce power metal e heavy metal. Trovo che, salvo poche eccezioni, l’efficacia della musica durante la corsa tenda a diminuire ed esaurirsi ogniqualvolta non venga diversificato l’ascolto dopo un numero variabile di sessioni. Penso che sussistano delle analogie tra la differenza di potenziale che si trova in campo elettrico e l’adozione della musica come elemento di tensione per intensificare l’attività fisica, perciò a mio avviso è necessario che la mente non si abitui mai a certi suoni e per evitare d’incorrere in questa condizione ho notato che almeno nel mio caso è sufficiente sostituire all’uopo il contenuto dell’ausilio musicale. Attraverso un continuo riciclo di tracce mi sono reso conto di come ogni pezzo valido ricarichi la propria efficacia dopo un periodo nel quale non giunga mai all’udito.
Pubblicato martedì 25 Agosto 2009 alle 15:36 da Francesco
Ho eliminato la mia vecchia partizione in NTFS perché adoperavo sempre meno Windows XP. Personalmente non ho mai avuto grandi problemi con i sistemi di Microsoft né ho mai condiviso le critiche più diffuse sull’azienda di Redmond e in tutti questi anni sui miei monitor sono comparse soltanto poche BSOD. Ho provato la beta pubblica di Windows Seven, ma dopo qualche settimana l’ho rimossa dal mio hard disk e dal menù di GRUB. Non ho mai sperimentato Windows Vista, ma ho sempre avuto l’impressione che non abbia portato novità sensibili rispetto al suo predecessore o quantomeno qualche innovazione che giustificasse il prezzo di una sua licenza. Arch è il mio punto di riferimento da circa un anno e non riesco a pensare a una distribuzione GNU/Linux più adatta alle mie esigenze, ma devo ammettere che il parco software del mondo a codice aperto mostra ancora certi limiti nell’ambiente desktop. Sono un utente fedele di GNOME poiché amo il minimalismo e l’ordine. KDE4 per me è un abominio nonostante abbia fatto diversi sforzi per digerirlo e mi dispiace che una bella applicazione come Amarok sia stata appesantita e resa meno funzionale nella sua seconda versione. Attualmente uso Rhythmbox come media player e non riesco a trovarne uno migliore (a eccezione della prima versione di Amarok di cui accoglierei a braccia aperte un fork). Ho provato Exaile, ma nelle sue ultime versioni ha problemi con i plugin di vari programmi per l’instant messaging (aMsn, Emesene e Pidgin su tutti) inoltre non sono riuscito a interfacciarlo con Last.fm. Banshee lo trovo di una pesantezza inaudita, macchinoso e con una gestione della libreria multimediale che a mio avviso è demenziale. Xmms mi sembra datato, esteticamente orribile e scomodo. Songbird lo ritengo la brutta copia di quella spaventevole applicazione che corrisponde al nome di iTunes e di conseguenza lo considero un fallimento al quadrato. Sento inoltre la mancanza di un programma decente per il video editing su GNU/Linux. Kdenlive è un progetto che cresce a rilento, inoltre risulta ancora instabile e comunque non è lontanamente paragonabile neanche a programmi per Windows dalle funzioni piuttosto modeste come Videospin. Cinelerra non lo prendo neanche in considerazione poiché lo considero user friendly come i comandi di un F-117. A parte qualche lamentela giustificata, non ho altro da obiettare al mio sistema operativo. Vorrei provare Mac OS X ma i prezzi di Apple sono folli e le configurazioni disponibili per quanto riguarda il Mac Mini mi lasciano perplesso malgrado tutte le possibilità di aggiornare l’hardware per vie traverse. Forse nell’informatica la stabilità è rappresentata dalla cadenza regolare con cui ancor oggi ogni tipo di exploit viene messo a disposizione di chiunque voglia provare l’ebbrezza d’infrangere la legge.
Pubblicato mercoledì 19 Agosto 2009 alle 01:04 da Francesco
Io intendo il palleggio calcistico come taluni intendono gli esercizi di yoga e lo adopero per rilassarmi. Non ho una tecnica eccezionale e alcuni dei miei movimenti dovrebbero essere più accurati, ma quanto sono in grado di fare mi è sufficiente per i miei propositi. Non ho mai giocato a calcio sebbene ancor oggi mi piaccia praticarlo individualmente. Questo video è un ricordo futuro per quando non sarò più in grado di eseguirne il contenuto. L’equilibrio è importante in tutti i campi e i personaggi di Dostoevskij lo dimostrano. Nel video indosso due maglie della nazionale francese, entrambe con il numero ventidue e il nome del giocatore che apprezzo di più di tutti da alcuni anni a questa parte: Ribery.
Pubblicato sabato 15 Agosto 2009 alle 12:44 da Francesco
Ho realizzato un paio di raccolte musicali per correre e le ho provate durante le mie sessioni di allenamento per comprenderne l’efficacia. Entrambe si sono rivelate ottime e per questo motivo ho intenzione di crearne altre. Questa playlist è composta da brani heavy e power metal, ma ne ho già pronta un’altra che è formata da pezzi hip hop d’oltreoceano e per le raccolte future attraverserò almeno altri due generi musicali che a mio avviso si adattano bene alla corsa. Ho cucito la compilation sottostante su misura per me, ma non escludo che qualcun altro possa trarne spunto o utilizzarla. Le tracce possono essere ordinate a seconda delle esigenze e l’ordine alfabetico è soltanto un mio vezzo. La durata complessiva di queste tracce è di circa un’ora e otto minuti, perciò qualcuna l’ascolto più volte per raggiungere il tempo di un’ora e venticinque minuti circa che ormai impiego regolarmente per coprire il mio percorso abituale di diciotto chilometri.
Blind Guardian – Mirror Mirror
Bruce Dickinson – Tattooed Millionaire
Bruce Dickinson – Chemical Wedding
Domine – The Ride of the Valkyries
Dream Theater – Another Day
Evergrey – Words Mean Nothing
Helloween – I Want Out
Iron Maiden – The Wicker Man
Luca Turilli – Legend of Steel
Manowar – Return of the Warlord
Manowar – Call To Arms
Sabaton – Primo Victoria
Sabaton – 40:1
Stratovarius – S.O.S.
Stratovarius – Hunting High And Low
Spesso so scegliere bene un ausilio musicale che faccia al caso mio in una data situazione e questa capacità mi facilita molto la vita. Usando un gioco di parole inglese potrei dire che quasi sempre sono in grado di procurarmi un “eargasm”; almeno quello!
Pubblicato lunedì 10 Agosto 2009 alle 15:19 da Francesco
Durante il periodo estivo avvengono molti incidenti stradali e si verificano parecchi decessi, ma io non raccolgo le salme degli automobilisti e mi limito a raccattare le carcasse di topi e volatili che ogni tanto trovo sotto il letto. La mia gatta Mata Hari è molto antiestetica e dai colori del suo pelo sembra che abbia galleggiato per ore in un oceano di varechina, tuttavia è tanto brutta quanto scaltra e mi porta spesso in dono i resti delle sue prede che io puntualmente sistemo nell’immondizia. Purtroppo ogni tanto tra le sue zampe capitano anche i gechi che a loro volta fanno incetta di insetti quando escono dagli interstizi domestici. Mata Hari non deve neanche più competere con un biacco (dalle mie parti meglio conosciuto come “frustone”) che qualche volta compariva nel mio giardino. Mi chiedo quali istinti e quali catene alimentari regolino la lotta per la sopravvivenza nei pianeti in cui la vita sia riuscita a svilupparsi in modo considerevole per i canoni terrestri. Non credo agli alieni, non cerco oggetti non identificati (tranne il mio uccello quando devo pisciare) e trovo demenziale ogni teoria ufologica che postuli cospirazioni d’ogni genere, tuttavia dubito che l’umanità sia l’unica forma di vita intelligente in tutto l’universo e immagino che a parecchi anni luce da Sky Italia si trovi una civiltà in grado di proporre palinsesti televisivi più accattivanti. Gli unici contatti che ho avuto con l’astronomia sono stati le pagine de “Il collasso dell’universo” di Isaac Asimov e vari interventi di Margherita Hack in cui quest’ultima purtroppo non si è avvalsa delle bestemmie nostrane.
Nell’immagine il giovane Eisenhower chiede consigli a Mata Hari su come sterminare il maggior numero di roditori per conquistare il rispetto dei suoi colleghi felini; genocidio, che passione!
Pubblicato giovedì 6 Agosto 2009 alle 19:55 da Francesco
Gli Stati Uniti sono i migliori produttori di follia omicida e questo primato è stato consolidato ancora una volta da una nuova strage che si è verificata due giorni fa in una palestra di Pittsburgh. Ho cercato le ultime parole dell’assassino, George Sodini, e dopo qualche tentativo sono riuscito a trovare la copia di una parte del suo sito che al momento risulta inaccessibile. Le parole che Sodini ha lasciato in eredità dipingono il ritratto di un uomo solo e disturbato: nulla di nuovo né di raro. Credo che costui abbia cercato in qualche modo di interpretare i problemi della sua vita, ma da quanto ho letto mi è parso che abbia addotto diverse scuse per compatirsi e giustificare il suo piano criminale. Egli aveva un buon impiego, una bella presenza e l’illusione che queste caratteristiche potessero bastare per garantirgli la felicità di cui sentiva un estremo bisogno. Le sue parole erano piene di rassegnazione e rabbia, ma le ho trovate anche scontate e sciocche. Questi eventi dimostrano come spesso la solitudine venga considerata un castigo invece d’un occasione e non penso che la società abbia colpa poiché a mio avviso certi meccanismi interiori possono essere regolati soltanto dal diretto interessato. Se Sodini avesse avuto una fidanzata o una moglie la sua follia non sarebbe stata debellata, ma forse sarebbe restata latente per sempre o avrebbe subito un ritardo nella sua tragica concretizzazione. Immagino che non basti avere una persona a fianco per spazzare via i propri problemi e non penso che si possano instaurare rapporti sani con altri individui prima di risolvere qualsiasi conflitto con sé stessi. Sodini non è stato il primo e non sarà l’ultimo uomo ad essere armato da un’interpretazione distorta della realtà. Ricorrendo a un po’ di humour nero potrei scrivere che la solitudine uccide davvero! A parte gli scherzi fuori luogo, non è difficile trovare soggetti che affidino il loro equilibrio a una relazione malsana o al desiderio incessante di averne una e sebbene le conseguenze spesso non siano eclatanti come quelle di Pittsburgh, ciò non toglie che tali episodi siano altrettanto dolorosi nonostante sfuggano a qualsiasi sguardo. Diffido profondamente di chiunque tema l’isolamento temporaneo o permanente e allo stesso modo guardo con sospetto chiunque neghi l’importanza delle relazioni interpersonali. Esistono persone apparentemente stabili e affermate che sono inconsciamente pronte a innescare la propria autodistruzione qualora i loro fragili equilibri vengano rotti da un evento inatteso; non è raro che i lutti e le separazioni lascino strascichi sanguinolenti. Alla luce di tutto questo io mi sento molto fortunato perché vivo al di sopra della sofferenza comune senza precludermi alcuna possibilità. Purtroppo la depressione è una piaga diffusa e penso che l’introspezione sia uno degli strumenti più efficaci per sconfiggerla, a patto che non sia di carattere organico.
Pubblicato martedì 4 Agosto 2009 alle 01:17 da Francesco
Agosto: arsura e strade sature. Le mie arterie sono ancora libere e ogni tanto bevo un po’ di latte per rimandare l’appuntamento con l’osteoporosi. Davanti a me vedo me stesso perché fronteggio uno specchio e quanto osservo non mi disturba affatto. Mi sono dimenticato di fare la fila per le ambizioni. Certe prospettive mi stimolano soltanto la diuresi. Io sono incanalato altrove e vado regolarmente al cesso. Non ho nulla da insegnare né niente da dire, ma anche se avessi qualcosa di questo genere me ne sbarazzerei subito in una discarica per non avere impegni maleodoranti. Vivo in funzione di me stesso, ma perlomeno non tiro in mezzo altra gente nel mio egoismo contenuto. L’uso del mio tempo è discutibile, ma pur sempre legittimo. Potrei fare grandi cose se al posto di un cervello comune avessi uno stabilimento di idee. Non mi manca nulla perché non voglio niente. L’assenza di un desiderio intenso non è necessariamente indice di melanconia, ma capisco che questa possa essere l’interpretazione di qualcuno che abbia accantonato l’allegro chirurgo per giocare con il kit dell’aspirante psicologo. Certe analisi sono così spicciole che non meritano neanche l’elemosina della mia attenzione. Evito abilmente gli infortuni, infatti è raro che io mi rompa i coglioni. Le novità per me scarseggiano come nel calciomercato del Milan, tuttavia a differenza del club meneghino io non ho bisogno di nuovi innesti per mantenere i miei buoni risultati.
Mi chiamo Francesco, mi trovo nel mio ottavo lustro e vivo dove sono cresciuto, ossia in Maremma.
In questo blog conduco da anni la mia autoanalisi, perciò i contenuti hanno un alto tasso d'introspezione e sono speculari agli sviluppi della mia persona.
Qui sono raccolti appunti intimisti, grotteschi, ironici; archiviati vi sono anche sfoghi, provocazioni, invettive ed esternazioni d'altro genere che oggi io considero quasi imbarazzanti od obsolete, ma di cui serbo traccia poiché nel bene o nel male hanno fatto parte del mio percorso e sono assurte fino alla coscienza.
Qualche passaggio può suscitare simpatia, talora fino all'insorgere dell'identificazione, invece brani d'opposto tenore hanno una portata sufficiente per destare un po' di disgusto, però credo che tanto i primi quanto i secondi siano adatti agli immancabili fraintendimenti o alle (in)volontarie incomprensioni.
Non sempre i significati dei miei scritti emergono dal loro contenuto manifesto, quindi io stesso mi guardo dal prendere alla lettera certe cose che metto nero su bianco o che altrove sarebbero già sbiadite.
Mi sono diplomato con ben sessanta centesimi al liceo linguistico, non ho mai messo piede in un ateneo e non ho mai fatto ingresso tra le grazie di una nubile.
Poiché errare è umano, e io di certo non nascondo né rinnego la mia natura mortale, ho ragione di credere che in tutta questa mole di appunti mi sfuggano refusi ed errori di cui chiedo venia alla mia attenzione e a eventuali (quanto incauti e improbabili) lettori.