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Gen

Osaka

Pubblicato sabato 15 Gennaio 2011 alle 12:05 da Francesco

Din don, un’altra comunicazione di servizio. Sospendo temporaneamente il silenzio stampa (che si concluderà del tutto al termine della stesura del mio terzo libro) per annotare la mia terza esperienza nipponica in una lingua che non sia ideografica, in modo che sia fruibile a qualcuno a cui in fondo lo devo. Questo è la prima parte di una serie di appunti che redigerò durante la mia permanenza. In futuro questa premessa scomparirà.

Sono arrivato a Osaka l’undici gennaio. Adesso risiedo in un monolocale che ho preso in affitto per un mese dalle parti di Abeno, nella zona meridionale della metropoli. Questa è la terza volta che metto piede sul suolo nipponico e mi auguro che non sia l’ultima. Ho scelto di ritornare in Giappone poiché ho trovato un biglietto aereo piuttosto economico, altrimenti avrei optato per la Malesia e per Singapore.
L’atmosfera cosmopolita di Tokyo per me rimane insuperabile, tuttavia Osaka ha un suo fascino. Più decadente e nostalgica della capitale, l’antica Naniwa mi ricorda un po’ Seoul. Ho già cominciato a macinare molti chilometri e finora sono ricorso poche volte alla metropolitana. Ho visitato il museo della scienza, nei pressi della stazione di Nakanoshima e quello di storia, prospiciente il castello di Osaka, anch’esso meta del mio vagabondaggio istruttivo.

La mia dieta ormai è basata su nikuman e onigiri, tuttavia la mia linea non ne risente poiché ogni giorno macino chilometri su chilometri con lo zaino sulle spalle. Se il consumismo fosse misurabile in metri, probabilmente quello che si estende lungo Tenjimbashi-Suji per oltre due chilometri e mezzo con negozi, ristoranti e quant’altro, ne costituirebbe una delle massime espressioni.

Le mie camminate in terra straniera assumono sempre le proporzioni dell’esodo biblico. Sono passato anche dalle parti di Namba, dove mi sono tagliato i capelli. La scrupolosità e il tempo impiegato mi ha fatto domandare se il barbiere avesse alle spalle un passato da chirurgo e sentisse la mancanze di quelle giornate che forse aveva trascorso in gran parte tra una nefrectomia radicale e l’altra. Ho filmato qualcosa durante questi primi giorni a Osaka e ho montato velocemente i frammenti digitali: nell’immediato futuro mi riprometto di fare altrettanto.

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