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Apprendimento e proseguimento

Pubblicato sabato 17 Novembre 2007 alle 10:33 da Francesco

Ancora una volta mi sento pervaso da un senso di benessere e devo la sua presenza sottocutanea all’insistenza della mia pazienza. Mi sembra che non manchi nulla nella mia vita, ma credo che io debba aggiungerci ancora qualcosa di fondamentale senza cadere nell’opulenza dei desideri. Amo il modo in cui contribuisco alla modellazione del mio corpo e della mia forma mentis. Evito che il mio spazio venga oberato dalla tristezza, ma accetto piccole quantità di quest’ultima quando lo reputo necessario. Mi sembra che i pensieri mesti rallentino il tempo e ne inficino la qualità. Talvolta ho la sensazione che la mia politica di tolleranza zero nei confronti del passato sfiori l’insensibilità, ma credo che si tratti del prezzo da pagare per la salvaguardia della propria evoluzione. È facile atrofizzare le potenzialità psicofisiche in un tassello polveroso del tempo e molte situazioni disdicevoli invitano a farlo, ma trovo che sia tremendamente stupido continuare a dimenarsi su un punto fermo. Provo una forte repulsione verso il languore malinconico che avviluppa perpetuamente certuni e disprezzo tutte le giustificazioni vittimistiche con cui esso viene addobbato. Non sono nella posizione di giudicare i miei simili e qualcosa del genere non figura neanche nelle mie intenzioni, ma prendo in esame i comportamenti di alcune persone per evitare di incorrere nei loro errori. La storia e la società offrono molti esempi da cui attingere nozioni per ottenere una visione migliore della propria vita, ma certe tendenze agiografiche e una forte inclinazione all’indifferenza possono impedire di apprendere qualcosa dalle cazzate che sono già state commesse da altri individui. Sono state già vissute molte vite e la ripetizione degli errori individuali ha un aspetto tragicomico.

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