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Giu

La prima corsa dopo la quarantena

Pubblicato lunedì 1 Giugno 2020 alle 21:48 da Francesco

Io, a differenza di certi figuri, nel periodo dell’emergenza mi sono attenuto alle disposizioni governative, perciò sono uscito di casa soltanto per fare la spesa, buttare la spazzatura e, in un paio di occasioni, per recarmi alle poste. La mia ultima corsa all’aperto risaliva alla sera del tredici marzo. In questi mesi ho provato a tenermi un po’ in forma su un vecchio tapis roulant, ma nelle ultime settimane l’ho lasciato perdere del tutto. Quest’oggi mi sono detto: “Mese nuovo, vita nuova!”. E così qualche ora fa ho provato a muovere un po’ le gambe come solevo fare prima di codesto casino. Mi sono reso immediatamente conto di come nel frattempo la mia meccanica di corsa sia andata a puttane e ho avvertito con altrettanta rapidità dei dolori all’altezza dell’inguine, ma sono consapevole di come sia tutto nell’ordine delle cose.
Il mio corpo deve riabituarsi a certi movimenti continui e agli sforzi prolungati di cui comunque conserva la memoria muscolare, perciò conto di ritrovare una forma dignitosa nell’arco di uno o due mesi. Alle fine, in questa prima ed estenuante seduta, ho rotto il ghiaccio (che con il caldo odierno si sarebbe sciolto anche se non fossi intervenuto) con venti chilometri a un ritmo imbarazzante di 6’43” al chilometro. Per me la perdita di velocità e resistenza non è frustrante poiché ci sono già passato e conosco tanto i tempi quanto i modi per il loro ripristino. La mia priorità non è agonistica, anche perché non ci saranno gare per molto tempo ancora, e comunque sotto quell’aspetto mi sento già appagato, bensì punto prima di tutto a ristabilire una buona sensazione psicofisica nei miei sforzi, conditio sine qua non per il resto.

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Ott

Memoria muscolare

Pubblicato lunedì 26 Ottobre 2015 alle 23:34 da Francesco

A marzo, dopo la maratona di Roma, ho smesso di correre e per circa sette mesi non ho fatto neanche una falcata: le cause sono state plurime. Mi sentivo appagato e avevo qualche fastidio agli arti inferiori, inoltre volevo dedicare una parte maggiore del mio tempo libero ad altre cose. Qualche giorno fa ho riprovato a correre e sono riuscito a fare sedici chilometri e mezzo ad una media di quattro minuti e quarantuno secondi a chilometro! Ne sono rimasto impressionato solo in parte poiché, malgrado la lunga pausa, serbavo in me la chiara sensazione che qualora fossi tornato in attività il mio rientro sarebbe stato meno traumatico del previsto. In quest’occasione ho avuto una prova diretta di quanto possa essere efficace la memoria muscolare e per me tale scoperta (o quantomeno la conferma ad una mia intuizione) è stata davvero fantastica; benché per me sia piuttosto tecnico, ho anche trovato l’articolo di uno studio norvegese a tale riguardo. Di sicuro c’era una cosa che avevo dimenticato ed era la portata dello stato euforico che nel mio caso solo la corsa sa darmi; in sette mesi non ne ho sentito la mancanza, tuttavia appena l’ho riprovata mi sono ritrovato al settimo cielo. Non conosco gli effetti delle sostanze psicotrope e dunque non so se possano essere più forti del rilascio di endorfine che avviene col podismo, ma quantomeno quest’ultimo non ne ha di collaterali e inoltre in me nemmeno provoca dipendenza. Anche quest’oggi ho corso altri sedici chilometri e mezzo, ma con maggiore scioltezza e minori postumi dello sforzo. Non so se tornerò pure a gareggiare: chissà.
In due allenamenti ho ripreso una condizione mentale che invero speravo venisse arricchita da altro o che ad altro si accompagnasse e invece mi ci sono ritrovato davanti così come l’avevo lasciata, ma questo rendez-vous non è comunque poca cosa. C’è un pezzo di Aldo Tagliapietra che ultimamente suona nelle mie orecchie e un paio di volte l’ho ascoltato anche oggi tra una falcata e l’altra: si tratta di Nella pietra e nel vento.

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