25
Apr

Autostrada Tirrenica

Pubblicato domenica 25 Aprile 2010 alle 01:27 da Francesco

Nel mio comune c’è stata una tappa fondamentale per l’unificazione d’Italia e tra qualche anno una parte del suo territorio ospiterà una tappa altrettanto indispensabile per la rete autostradale. I costi del progetto saranno a carico dell’ambiente circostante e probabilmente assieme al valore delle case cadranno parecchi vincoli paesaggistici. A seguito di questo scempio qualcuno sarà costretto a cessare la propria attività e alcuni tra i residenti si vedrano costretti a vendere i loro immobili deprezzati. L’impatto ambientale stuprerà uno dei posti più belli d’Italia e un numero ristretto di persone trarrà un vantaggio economico da tutto questo. Il sindaco di Orbetello ricopre anche il ruolo di ministro delle infrastrutture e questo doppio incarico è un conflitto d’interessi che un emendamento di cinque anni fa ha reso legittimo. Il colore politico della dirigenza regionale è diverso da quello del primo cittadino di Orbetello, ma pare che in questa occasione le parti siano disposte a raggiungere un’intesa inconsueta. Non sono un egoista e non penso soltanto al mio orticello. I cantieri per l’autostrada devono essere aperti anche in Maremma, ma la costruzione dell’opera dovrebbe avvenire nel rispetto dell’ambiente e della popolazione locale invece di rendere conto esclusivamente alla ragioneria di Stato. Io sono super partes perché non ho mai votato e non ho intenzione di farlo. D’altronde non credo che con altri amministratori la vicenda avrebbe assunto un altro corso. Io so che nella politica italiana figurano anche persone oneste e immuni agli interessi privati, ma sospetto che queste siano una minoranza e di conseguenza dubito che possano ottenere abbastanza potere in un sistema democratico nel quale il garantismo finisce spesso per essere la scusa e lo scudo per macchinazioni ignobili invece di costituire l’esaltazione della partecipazione collettiva alla cosa pubblica. Oggi ricorre la liberazione d’Italia; ma quando la mia patria si affrancherà dalle mele marce che la vessano senza ritegno alcuno? Mi astengo perché la preferenza elettorale prevede una scelta, ma io quest’ultima non la vedo e nelle azioni dei politici quasi sempre scorgo un’uniformità sgradevole. In Italia vige ancora un sistema feudale e ogni vaniloquio sulla democrazia è destinato a restare tale per molto tempo ancora. In sintesi: vaffanculo, dio cane.

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26
Gen

Premesse de “La Masturbazione Salvifica”

Pubblicato lunedì 26 Gennaio 2009 alle 15:42 da Francesco

Finalmente ho deciso di dare una forma cartacea e digitale a una cosa che ho scritto un po’ di tempo fa: “La Masturbazione Salvifica: Diario Agiografico Di Un Onanista”. Devo premettere che ormai il testo è datato poiché ha già espletato la sua funzione introspettiva, infatti si tratta di un caso di scrittura terapeutica che ho sfruttato per conoscermi meglio. Alcune parti del libro possono risultare imbarazzanti e io stesso le riterrei tali se avessi fallito miseramente il processo di introspezione. Sono uno scrittore mediocre e il mio stile è semplice, tuttavia non ho bisogno di grandi capacità letterarie per lavorare sulla mia interiorità con l’ausilio di penna e calamaio. Sono soddisfatto del risultato che ho conseguito e il carattere obsoleto del contenuto (lo ritengo tale perché dalla prima stesura a oggi il mio insight è aumentato ulteriormente) e la mia mediocrità umanistica non pregiudicano l’importanza che questo libercolo ha avuto per lo studio di me stesso, tuttavia è un aspetto positivo (forse è meglio definirlo “costruttivo”) che a mio avviso, malgrado le prodezze dell’idenfiticazione, non può essere fruibile da qualcun altro a causa del suo tratto intimista e personale. Devo riportare due dati tecnici per chiunque fosse tanto scriteriato da procurarsi una copia cartacea di quanto ho bistrattato presentato finora. Primo: il testo è giustificato e privo di rientri. Secondo: la numerazione delle pagine è interna, mentre di solito è centrata o esterna. Mi auguro che il testo sia scevro di refusi e spero che le mie riletture abbiano estirpato ogni errore. La copia cartacea può essere acquistata a questo indirizzo mentre l’e-book può essere scaricato da qui: le due versioni sono identiche.  Sulla copertina sono riportati dei kanji che si pronunciano “dousatsuryoku”, ovvero “insight” in giapponese. Lascerò per un po’ questo appunto in primo piano per evitare di doverlo rivangare successivamente.

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3
Gen

Requie e Thaumazein

Pubblicato sabato 3 Gennaio 2009 alle 12:42 da Francesco

Ogni tanto provo a stendere un testo su qualunque base sconosciuta che mi piaccia parecchio, ma spesso il risultato mi delude e di conseguenza cancello i miei tentativi. Ho già fatto qualche video di questo genere e taluni hanno persino apprezzato, ma io preferirei avere le capacità per suonare power metal e lanciare acuti fino alla troposfera. La qualità del video non è delle migliori e il missaggio della traccia audio sarebbe venuto meglio in mezzo al traffico di Ho Chi Minh City, perciò trovo opportuno affermare che uno fa quello che può. Come sempre mi sono divertito ad abbinare suoni e immagini, ma la musica è un’altra cosa e dato che non c’è bisogno di precisarlo quest’ultima frase è solo il frutto della mia pedanteria.

Requie e Thaumazein

Ricordi recenti di mattine invernali
Lontano da scuola lungo strade provinciali
Cercavo la rivincita e due guanciali
Fantasie ideali che sono rimaste tali
Incontri surreali e ore solitarie
Frasi banali e situazioni ordinarie
Effetti collaterali della collera
Pensieri stretti da una mente che non li tollera
Talvolta i giorni sono incomprensibili
Privi di perdono o di scuse plausibili
Parole mai udite
Notti mai accudite
Accuse che si alzano come una stalagmite
È inutile che il limite sia raggiungibile
Gioia e sofferenza superano lo scibile
Tutto è distorto dalle percezioni
Credo che Cristo sia risorto contro le sue intenzioni
I tramonti cremisi
I passi lungo i Campi Elisi
Corpi in simbiosi che risultano divisi
I respiri intrecciati di cosa sono intrisi?
Lo chiesi a un cane randagio imitando Francesco D’Assisi
Non corro pericoli come Tiblisi
Significati impliciti dentro ogni crisi
I riflessi di un prisma
Non conosco l’unione né lo scisma
Impero su me stesso come Bismarck
Così il tempo e la polvere avvolgono i mobili
Le colpe conducono verso una necropoli
Non ho proposte
Non occorre che io protesti
Non ho risposte
Mi mancano i pretesti
Digressioni di ordine filosofico
Un quesito cosmogonico è un male cronico
Entusiasmo e delirio
Pena e martirio
Ho finito le parole e mi ritiro

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11
Set

Home sweet home

Pubblicato giovedì 11 Settembre 2008 alle 21:32 da Francesco

La mia trasferta a Montepulciano è andata bene, ma ho riportato qualche conseguenza. Sono montato in sella attorno alle 8:45 e sono giunto a destinazione verso le 18:10. Questa volta sono partito da Ansedonia e ho raggiunto Orbetello per immettermi sull’Aurelia, ma ho abbandonato quest’ultima in località “La Parrina” per dirigermi verso Magliano In Toscana e successivamente: Pereta, Scansano, Poggioferro. Ho fatto la prima sosta vicino a un bivio che si trova dopo Murci. Ho proseguito fino a Roccalbegna dove mi sono fermato nuovamente per comprare un po’ di cibo che ho consumato qualche chilometro dopo in uno spiazzo ombreggiato. In seguito ho attraversato diversi comuni e le relative frazioni con qualche pausa di tanto in tanto per bere. Le mie gambe sono entrate in crisi sulla salita di Vivo D’Orcia, ma tra una bestemmia mentale e l’altra sono arrivato fino a Campiglia D’Orcia e da quest’ultima mi sono goduto la lunga discesa che mi ha portato sulla Cassia. Questa volta non sono passato per Chianciano come nella precedente occasione, ma ho affrontato la salita che porta a Pienza e questo tratto per le mie gambe è stato un calvario. Quando ho raggiunto Montepulciano mi sono sentito sollevato e ho terminato il mio itinerario a Gracciano. Un’amica di mia madre e sua figlia mi hanno ospitato per due giorni e oggi ho deciso di tornare a casa, ma ho preso il treno dato che per recuperare le forze necessarie per compiere il percorso inverso sarei dovuto restare un po’ di più in quel paesino dell’entroterra toscano. La mia mountain bike si è comportata egregiamente e mi ha facilitato la vita rispetto alla volta precedente, ma il caldo non mi ha dato tregua. Ho qualche scottatura in testa, sulle braccia e sulle cosce. Prima di partire ho dimenticato di cospargere sul mio corpo una crema protettiva e adesso la mia carne è bicolore: bianco e rosso. Se fossi un tifoso del Grosseto potrei andare allo stadio senza bandiera. Sono soddisfatto di me stesso e seppur di poco ho stabilito il mio nuovo record personale per quanto riguarda la distanza percorsa in mountain bike in un solo giorno. Qualcuno mi ha detto che dovrei usare una bici da corsa, ma io adoro la mountain bike e la uso su percorsi asfaltati per compiere un atto di arroganza nei confronti della fatica. Un amico di mia madre mi ha parlato di una strada alternativa attraverso la quale avrei potuto raggiungere Montepulciano senza passare in prossimità del Monte Amiata; forse la farò in futuro. Probabilmente non ripeterò mai più il percorso amiatino perché mi porta pericolosamente al limite delle mie capacità fisiche. In queste circostanze io ottengo sensazioni estatiche sotto una cascata di endorfina. I pensieri che mi hanno accompagnato, la fatica che ho provato e gli scenari che ho visto sono una parte di me. Io non ho semplicemente pedalato, ma ho inciso nella mia storia personale un altro momento splendido e questo vale più di ogni parola. Sono contento e penso che su queste pagine possa ricominciare il turno del silenzio.

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9
Set

On the road

Pubblicato martedì 9 Settembre 2008 alle 08:43 da Francesco

Se fossi un credente direi: “Che Dio me la mandi buona”. Non sono un individuo superstizioso e confido soltanto nelle mie capacità. Mi appresto ad affrontare questo percorso per la seconda volta dopo dieci mesi: in questo arco di tempo le mie prestazioni sono migliorate e dispongo di una mountain bike più efficiente di quella che ho utilizzato la prima volta. La solitudine aumenta a dismisura il fascino di questa sfida. A mio avviso si tratta di un confronto tra l’uomo e la natura: un’occasione per avvicinarsi concretamente al titanismo romantico senza raggiungere la disfatta. Spero di non lasciare questa valle di lacrime perché non riesco a immaginare un posto migliore nel quale ridere.

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5
Ago

I giovani estremisti della sinistra orbetellana

Pubblicato martedì 5 Agosto 2008 alle 10:58 da Francesco

Non ho una posizione politica, ma spesso mi trovo a litigare con dei poveri stronzi che hanno un denominatore comune: la loro passione per i dettami di estrema sinistra. Da un po’ di tempo a questa parte ho dei problemi con il mio nuovo vicinato e di tanto in tanto scambio qualche frase minatoria con dei tipi che hanno dieci anni più di me e ne dimostrano almeno il quadruplo grazie alla cirrosi epatica. Questi individui hanno la stessa personalità di un pezzo del Lego e fingono di battersi per dei grandi ideali dato che non sono all’altezza di sostenere la vita di ogni giorno senza l’ausilio delle loro utopie. Una volta uno dei pupazzi di cui sopra mi ha detto che mi sono salvato per miracolo dalle percosse dei suoi amici, ma io gli ho chiesto come mai non me le abbiano date la sera in cui avrebbero potuto farlo e in seguito mi sono domandato per quale motivo non bastasse soltanto uno di loro per pestarmi. Ho formulato varie ipotesi su quest’ultimo punto e sono giunto alla conclusione che queste cecche isteriche da sole non valgono un cazzo e si sentono forti solo nel branco, tuttavia non alzano un dito neanche quando ne fanno parte e si limitano a sollevare vicendevolmente le loro sacche scrotali. Finora non ho preso neanche un buffetto dai buffoni succitati, ma ho ricevuto solo qualche insulto banale a cui ho replicato con una maggiore violenza verbale. So che alcuni di questi ragazzuoli con la prostatite sbirciano salutariamente le pagine del mio blog, perciò ne approfitto per deridere ulteriormente la loro incoerenza: this is dedicated to you my friends! Lungo il web sono incappato in uno schema piuttosto esauriente che illustra il modo in cui vorrei risolvere le controversie che mi riguardano. Il ricorso al metodo in questione non è consentito dalla legge italiana, tuttavia lo appunto ugualmente tra queste righe e spero di poterlo applicare qualora la legislazione della mia nazione cambi in materia di cannibalismo.

[Immagine mancante]

Non provo rispetto per questi “ragazzi” di quasi quarant’anni o, se vogliamo usare una definizione più adeguata, i candidati perfetti per i servizi del SerT. Il rispetto di cui parlo e che non concedo a costoro è lo stesso che obbliga la mia coscienza a non calpestare i formicai. Voglio lanciare un messaggio ai pezzenti che mi ammorbano. Voi non farete mai una rivoluzione e al massimo combatterete l’imperialismo a Red Alert 2. Siete delle macchiette in una pozza di sperma e il liquido seminale nel quale navigate beatamente proviene dalle ideologie con cui vi masturbate per sentirvi parte di qualcosa. Vorrei dirvi che sapete soltanto parlare, ma anche il vostro italiano è discutibile. Siete dei burattini politicizzati e paradossalmente chi muove i vostri fili è più stupido di voi. Non avete carattere e tanto singolarmente quanto in gruppo il vostro valore si esprime sempre con un numero negativo. Sono più giovane di voi e vi caco in testa. Pretendete rispetto, ma da me riceverete soltanto ciò che più vi offende: la verità sulla vostra pochezza. Voi siete in tensione e la vostra dieta si basa sulla dietrologia, io invece conosco la pacatezza e non perdo la mia serenità di fronte alla vostra idiozia. Le vostre illusioni non vi salveranno dai complessi di inferiorità che non sapete affrontare. Non siete individui costruttivi e per questo motivo vi eccitate davanti alle vostre fantasie sovversive allo stesso modo in cui le adolescenti degli anni novanta si infoiavano per la boy band di turno. Tra me e voi c’è un gap così grande che potreste infilarci dentro tutta la vostra stupidità per andare a fare in culo senza rinunciare ai vostri effetti personali. In ogni occasione cercate di fare propaganda e vi sentite i depositari della verità, ma l’unica cosa che vi appartiene è il vostro senso di appartenenza. Contestate chi detiene il potere, ma lo fate perché in loro rivedete una parte di voi che non sapete accettare. Siete vecchi e superati come dei grammofoni guasti. Usate due pesi e due misure, ma venite schiacciati sempre dalla forma più bieca dell’ignoranza che contraddistingue i vostri vaneggiamenti. Cosa c’entrano le dittature con le questioni condominiali? Quale nesso vige tra un reclamo e una dichiarazione di guerra? Non ho bisogno che la vostra faziosità mi dia lezioni di storia, tuttavia mi avvalgo di un’altra immagine per dimostrarvi quanto io prenda seriamente le vostre parole.

[Immagine mancante]

Abbandono il tono precedente e ricordo a me stesso che non bisogna fare di tutta l’erba un fascio, ma a certuni somministrerei volentieri una cura dimagrante a base di olio di ricino e manganellate nello sterno. Ovviamente ci sono molte persone che coltivano le loro opinioni in un modo serio e sincero, ma questo scritto riguarda soltanto quei soggetti che vivono per essere le caricature di loro stessi. I miei “giovani” compaesani di sinistra (mi riferisco a certi cerebrolesi che sono nati negli anni settanta), non hanno nulla a che fare con le idee di cui si ritengono dei fautori e i primi a incazzarsi con questi tizi dovrebbero essere coloro che si adoperano realmente per quelle stesse idee. Questa sorta di pamphlet non ha uno scopo politico, altrimenti sarebbe ridicolo quanto la feccia a cui si riferisce, ma è dedicato con tanto amore ai figli di puttana con i quali ho a che fare regolarmente per questioni totalmente estranee alle scemenze anacronistiche di cui costoro si riempiono la bocca. Questi signori citano grandi personaggi del passato e pensano di essere i loro eredi, ma io prenderò sempre a pesci in faccia questo esercito di mentecatti ed eleggerò Capitan Findus come mio condottiero.

[Immagine mancante]

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17
Dic

Orbetello – Bologna

Pubblicato lunedì 17 Dicembre 2007 alle 15:21 da Francesco

Sono in piedi dalle undici di ieri sera. Sono uscito di casa prima delle due di notte e sono montato in auto con una destinazione precisa in testa. Ho sistemato il mio navigatore, ho acceso l’autoradio e mi sono diretto verso Bologna. Ho sorpassato diversi veicoli e ho superato l’antagonista mesta della mia ombra. Ho percorso centinaia di chilometri per respirare la stesso smog di L. e sono tornato indietro dopo un paio di ore nel corso delle quali ho vagabondato per i paesini limitrofi. Per l’ennesima volta nella mia vita ho cacato in mezzo a un campo e mi sono sentito straordinariamente libero con la mia defecazione glaciale. Durante il ritorno e con l’ausilio della luce diurna ho ammirato i paesaggi imbiancati che fiancheggiano l’Autostrada del Sole e ne sono rimasto affascinato: ovunque voltassi lo sguardo ogni cosa era candida e ordinata. Non ho una meta tranne quella biologica e la mancanza di un punto di arrivo è il propellente che alimenta i miei movimenti privi di senso. Di notte mi sembra che ogni tir faccia parte di una carovana triste e qualunque galleria vagamente illuminata mi ricorda la descrizione di un tunnel che ricorre spesso nei racconti di coloro che sono stati in coma. Il video che si trova ai piedi di queste parole è “Sleepless Nights” di King Diamond e penso che sia ottimo per concludere questo breve resoconto.

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7
Nov

Settanta chilometri di passione

Pubblicato mercoledì 7 Novembre 2007 alle 19:36 da Francesco

Stamane sono uscito di casa alle otto e ho compiuto cinque giri da quattordici chilometri l’uno attorno alla parte della laguna di Orbetello che bagna la pineta della Feniglia. Ho pedalato per tre ore e cinquanta minuti prima di rincasare a mezzogiorno. Nel corso del quarto giro ho iniziato a sentire un po’ di dolore alle cosce e ho avvertito qualche disturbo allo stomaco, ma ho continuato a pedalare. Il quinto giro è stato un atto stoico e ho preso a formulare pensieri assurdi per distrarre un po’ la mia attenzione dalla fatica. Negli ultimi dieci chilometri ho sentito un forte senso di leggerezza al capo e sono andato avanti meccanicamente. Quando sono arrivato a casa la mia soddisfazione è stata enorme e ho applaudito alla mia volontà. Alla fine del quarto giro sapevo che il quinto sarebbe stato devastante, ma il mio assetto mentale ha dato manforte all’efficienza del mio corpo. Ho sfondato il muro di un altro limite personale. Ovviamente ho compiuto questi cinque giri senza soste, senza acqua e senza cibo, ma ho sentito solo l’assenza di quest’ultimo e in particolare ho patito la mancanza di zuccheri dalla fine del terzo giro in poi. Sono passato cinque volte di fronte ad alcuni operai e sul viso di uno di loro ho letto un po’ di stupore dopo il mio terzo transito dinanzi ai suoi occhi. Sono sfinito e appagato. Voglio riposarmi tra le braccia della mia soddisfazione e spero di dormire per molto tempo dato che sono in piedi da ventidue ore.

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