21
Gen

Ramen a pranzo

Pubblicato mercoledì 21 Gennaio 2009 alle 19:27 da Francesco

Qualche settimana fa ho ripreso in mano degli appunti di giapponese che non toccavo da un anno e mezzo. Nel giro di sei giorni ho rimparato a memoria l’hiragana e il katakana. Da circa due settimane sono nuovamente alle prese con i kanji: per ora ne so scrivere circa quaranta e ne conosco sia il significato che le pronunce on e kun. I kanji mi piacciono e da quando ne ho rincominciato lo studio mi sono reso conto della logica (a tratti un po’ contorta) che accomuna certi ideogrammi. Ovviamente non sarò in grado di sostenere una conversazione per il mio secondo viaggio nel Sol Levante, ma almeno questa volta le insegne e i cartelli non mi risulteranno del tutto sconosciuti. Per un italiano è semplice la pronuncia giapponese e, al contrario, non oso immaginare quanto possa essere difficile per un anglofono. Adesso il mio interesse per la lingua giapponese è più vivo e spero di mantenerlo tale poiché mi sono reso conto che le sue difficoltà non sono insormontabili, inoltre credo che lo studio dei kanji sia un ottimo esercizio per la memoria. Ovviamente affronto la lingua da autodidatta e mi avvalgo del materiale italiano e inglese che trovo e seleziono in giro per il web. Non sono un appassionato di manga (gli unici fumetti che abbia mai letto e seguito seriamente appartengono alla serie di Jiraishin), non seguo gli anime né gli hentai sebbene come molti della mia età io sia cresciuto con i cartoni animati made in Japan che un tempo andavano in onda sulle emittenti regionali, inoltre anche la mia passione adolescenziale per i videogiochi nipponici è scemata con l’età. Non sono neanche uno di quegli occidentali che idealizza il Giappone e non credo affatto che sia un’isola felice benché io non possa negare che sotto molti aspetti sia migliore della mia nazione. Sono già stato due settimane a Tokyo e credo che non mi piacerebbe viverci tutto l’anno, ma le sue strade mi entusiasmano e mi riferisco tanto a quelle trafficate quanto alle vie più silenziose che si trovano alle porte della città. Non voglio appropriarmi di una cultura che non mi appartiene e per questo non sono mai stato contagiato dall’entusiasmo che infiamma chiunque veda (a mio avviso erroneamente) nel Giappone una società da imitare. Nel bene e specialmente nel male io sono un italiano.

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9
Gen

Sakura

Pubblicato venerdì 9 Gennaio 2009 alle 16:39 da Francesco

Mi sento bene in tutte le stagioni. Il mio umore non viene influenzato delle condizioni climatiche e trovo che le giornate invernali siano un ottimo sfondo per il silenzio rurale in cui vivo attualmente. Il freddo non mi punge, ma quando vado a correre indosso i guanti perché la natura mi ha donato mani piccole e delicate che forse starebbero meglio sul corpo di un pianista. Ogni volta che i media parlano della striscia di Gaza mi viene in mente la tossicodipendenza di Paul Gascoigne. La Palestina è uno scannatoio e la sua situazione smuove le coscienze quando per il conteggio dei morti occorre un abaco. Seguo sempre le vicende internazionali tramite testate e fonti diverse, ma non mi lascio coinvolgere dagli accadimenti del globo perché non ho la facoltà di incidere sul loro (de)corso. Cerco di non esprimere opinioni politiche perché le reputo inutili. L’unico parere che conta è quello di chi detiene il potere e il resto per me è soltanto rumore che serve per sostenere la confusione delle democrazie. In certi momenti mi sembra che la libertà di parola sia un male necessario. Non voglio insistere su questo punto e preferisco proseguire con i preparativi per la mia partenza. Ho impiegato un po’ a comprare il mio biglietto aereo per Tokyo, ma ne è valsa la pena e puntualmente la mia pazienza è stata ripagata. Come al solito ho acquistato il mio titolo di viaggio via Internet. Ho trovato un volo che coinvolge Finnair e British Airways per cinquecentosettanta euro (c’è chi paga il doppio per raggiungere il Sol Levante!). All’andata dovrò fare uno scalo di un paio d’ore a Helsinki mentre durante il ritorno atterrerò prima a Londra e poi dovrò raggiungere un altro aeroporto della capitale britannica per rimpatriare. Non cerco le comodità in viaggio e mi piace salire su più aerei, perciò sono contento della soluzione che ho trovato. Amo la stanchezza cosmopolita. Ho trovato un alloggio conveniente in quel di Ueno e si trova abbastanza vicino al luogo in cui ho soggiornato la prima volta che mi sono recato in Giappone. Partirò alcuni giorni dopo l’avvento della primavera nell’emisfero nord e probabilmente vedrò i ciliegi in fiore lungo le strade di Tokyo. Spero di vivere abbastanza per ripetere questo viaggio in futuro.

Fotografia di y-cart
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1
Gen

Japan once again

Pubblicato giovedì 1 Gennaio 2009 alle 15:37 da Francesco

Ieri sera sono andato a letto alle dieci e stamane mi sono svegliato presto dinanzi alle prime luci del nuovo anno. Ho deciso di tornare in Giappone e probabilmente partirò in primavera. Non dispongo di un grande budget, ma come sempre riuscirò a farmelo bastare. Per fortuna non ho vizi né una vita sociale dispendiosa, altrimenti dubito che potrei viaggiare di tanto in tanto. Ho un ottimo ricordo di Tokyo e anche se ci sono stato soltanto una volta la reputo una megalopoli a me familiare perché durante la mia prima permanenza l’ho sviscerata a piedi. Le mie camminate interminabili si ripetono in ogni viaggio. A me non interessa il relax, altrimenti opterei per mete tropicali. Per la terza volta nella mia vita mi recherò in Estremo Oriente e come sempre sarò accompagnato da una solitudine meravigliosa. In un primo tempo avevo pensato di visitare il teocratico Iran, ma la richiesta per il visto è un po’ macchinosa e il clima internazionale non è favorevole, comunque mi auguro di poter atterrare a Teheran prima che Ahmadinejad cancelli Israele dal planisfero. Un’altra delle mie idee prevedeva che io raggiungessi Vladivostok per poi proseguire in traghetto verso il Giappone o la Corea del Sud, ma il denaro a mia disposizione non è sufficiente e non ho intenzione di attraversare la Russia aggrappandomi al semiasse di un camion. Un’altra meta interessante è la Corea del Nord, ma è molto difficile entrare nel paese ed è anche piuttosto dispendioso poiché i turisti devono essere sempre accompagnati da una guida, inoltre suppongo che il timbro della Corea del Sud sul mio passaporto non passerebbe inosservato. Non ci sono molti luoghi nel mondo che mi attirano, inoltre eliminando i paesi che sono martoriati dalle guerre, dall’instabilità interna o dalle dittature non rimane granché, ma preferirei un soggiorno in Darfur con l’inedia in omaggio piuttosto che recarmi a Ibiza. Forse mi procurerò un biglietto dell’ANA per un volo interno al Giappone o metterò piede su uno Shinkansen dato che la prima volta me lo ero ripromesso e poi avevo lasciato stare. Prima di partire pubblicherò “La Masturbazione Salvifica: Diario Agiografico Di Un Onanista” tramite un servizio economico di print on demand.

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