17
Ago

Nulla succede per caso

Pubblicato venerdì 17 Agosto 2018 alle 21:40 da Francesco

Ho smesso di credere al caso quasi un lustro fa e in seguito il susseguirsi di coincidenze più o meno significative mi ha prospettato la sua eventualità come ulteriormente risibile.
Mi sono avvicinato alla corsa anni or sono poiché è uno sport individuale e può essere praticato senza l’ausilio di terzi, ma paradossalmente è in seno al suo agonismo che ho avuto modo di conoscere tanta bella gente. Certo, anche il podismo possiede un’inevitabile quota di teste di cazzo, ma è decisamente minore rispetto ad altri àmbiti e sono convinto che tale peculiarità dipenda dalla sua caratteristica preminente: la fatica.
Tra i tanti individui con cui ho allacciato i rapporti in quest’ambiente figura anche un melomane come me e proprio ieri, dopo che per la terza volta di fila sono arrivato al quarto posto in una gara locale, ho ricevuto in regalo da costui un disco potentissimo del quale valutavo da tempo l’acquisto in vinile! Se non è sincronicità junghiana questa!
Prima di cotanto dono, io dei Dream Theater avevo solo tre album in CD, ossia “Images & Words”, “Awake” e “Metropolis Part 2”, perciò quando ho aperto il regalo e mi sono trovato di fronte il doppio vinile di “A Change Of Seasons” sono stato felice come quando Donald Trump è diventato il quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti. Se per la prima comunione avessi ricevuto un omaggio del genere forse mi sarei risolto a fare la cresima.
Tra l’altro v’è anche un’altra ragione per la quale il disco di cui sopra mi risulta significativo, difatti il suo concept si sposa bene con l’attuale fase della mia esistenza. Ho imparato come l’ottenimento di certa musica incida sulla fruizione della medesima e di sicuro ogni mio ascolto di “A Change Of Seasons” godrà sempre di un valore aggiunto.
Grazie di cuore! Ricambierò appena possibile! È davvero difficile farmi un regalo azzeccato, per tale ragione suggerisco sempre un buono benzina come cadeau, ma questa volta l’impresa è riuscitissima!

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28
Ott

I cancelli chiusi

Pubblicato domenica 28 Ottobre 2007 alle 05:18 da Francesco

Due giorni fa sono uscito di casa con un paio di pantaloni da ginnastica del Liverpool e una maglietta di Ken Il Guerriero. Era pomeriggio, pioveva a dirotto e per due chilometri ho impugnato un ombrello malandato che in seguito ho abbandonato con cura vicino a dei cassetti della spazzatura. Non ho cantato sotto la pioggia come Gene Kelly, ma sono entrato nella stazione ferroviaria del mio comune e ho comprato un biglietto di sola andata per Roma. Successivamente mi sono diretto al terzo binario per attendere il mio treno, ma prima ho speso qualche secondo per ridere della bruttezza dei graffiti amatoriali che si trovano nel sottopassaggio della stazione. Ho atteso alcuni minuti dietro la linea gialla della banchina e poi mi sono accomodato nelle scomodità esose di Trenitalia. Dopo un’ora e cinquanta minuti ho raggiunto la capitale e ho mangiato un boccone alla stazione di Termini, poi ho preso la linea B della metropolitana e sono sceso a una delle ultime fermate dell’EUR. Ho camminato per un po’ e alla fine ho raggiunto il Palalottomatica per vedere il concerto dei Dream Theater e dei Symphony X, ma non sono riuscito a trovare un biglietto e ho partecipato brevemente allo sconforto degli alti esclusi. Mi sono lasciato alle spalle le orde di venditori partenopei che erano asserragliate davanti al Palalottomatica e ho compiuto il viaggio di andata al contrario. Non pensavo che i Dream Theater e i Symphony X facessero il tutto esaurito a Roma poiché il giorno precedente avevano già suonato a Bologna e l’indomani erano attesi per un’altra data nel meridione.

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