Pubblicato giovedì 22 Giugno 2017 alle 01:18 da
Francesco
Lo scorso sabato in quel di San Casciano Dei Bagni ho vinto in 1h09’22” la prima edizione di un piccolo e incantevole trail da 15,5 chilometri, ovvero il Trail2Valli. Alla partenza ho cercato qualcuno che mi aiutasse a dettare il ritmo, ma ho valutato le andature altrui troppo caute e così mi sono portato subito alla testa della gara con un passo piuttosto forte per le mie possibilità.
Non avevo il GPS e ho impostato l’andatura in base alle mie sensazioni, ma d’altro canto su gare del genere il ritmo viene continuamente spezzato dai frequenti saliscendi e almeno per me in tali contesti l’orologio può essere più un freno psicologico che un aiuto. Ho voltato più volte la testa per controllare eventuali inseguitori, il classico errore di Orfeo con Euridice.
Fino a cinquecento metri dal traguardo ho pensato che avessi maturato un vantaggio considerevole, ma poco dopo ho visto spuntare dietro di me il secondo e ho interpretato la sua apparizione alla stregua di un attacco, perciò ho accennato la volata finale per stare tranquillo e il cambio di passo mi è riuscito piuttosto bene.
Tra i cinquantaquattro presenti mancavano i top runner, ma per ogni gara vale sempre la solita regola: chi c’è, c’è. Non mi è piaciuto l’inedito ruolo di battistrada, troppo stressante, ma di sicuro mi ha aiutato a spingere al massimo e infatti ho avvertito gli effetti dell’acido lattico per due giorni di seguito come non mi accadeva da tempo.
Ho partecipato a questo trail per fare un test con cui valutare il mio stato di forma, difatti sulla scorta di nuove convinzioni ho cambiato il mio allenamento negli ultimi quarantacinque giorni e ho privilegiato maggiormente il fondo lento. Oltre a quest’ultimo test agonistico ne avevo fatto un altro su uno dei miei percorsi di riferimento e già là mi ero reso conto dei progressi.
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Pubblicato domenica 11 Giugno 2017 alle 02:05 da
Francesco
In quarantuno giorni ho macinato all’incirca 530 chilometri e nell’ultima settimana ho cominciato a raccogliere i frutti dei miei sforzi. Venerdì ho ottenuto un record personale in allenamento riuscendo a completare il giro della laguna di levante (18,6 chilometri) con una velocità media di 3’49” al chilometro: ho tolto un minuto e sedici secondi al mio primato precedente che risaliva a ottobre dello scorso anno. Mi sento in grande forma e aspetto l’autunno per mettermi alla prova sulla distanza regina, ma ho anche intenzione di partecipare a qualche gara breve durante l’estate. Quest’inverno non ho corso molto nonostante sia riuscito comunque a chiudere la maratona di Ferrara sotto le tre ore: la voglia era poca e ero disturbato da forze contrarie di cui ho già dato conto su queste mie pagine virtuali. Adesso le carte in tavola sono cambiate.
In me si è riacceso un fuoco sacro e voglio custodirne le fiamme come se fossero mie figlie, perciò intendo proseguire sulla (lunga) strada che ho fatto finora. Ho ritrovato dentro di me qualcosa che avevo perso di vista col terzo occhio. Può darsi che in futuro io incorra in nuove incertezze, ma sono anche consapevole di come ogni volta la durata della loro efficacia si riduca sempre di più.
Insguirò certi obiettivi agonistici, tuttavia anche se non dovessi riuscire nelle mie imprese potrò comunque considerarmi soddisfatto. In quanto dilettante sono contento dei risultati che ho raccolto fino a oggi e quindi posso instillare nelle mie ambizioni una certa tranquillità mentale: non c’è circostanza migliore per me! Mentirei se negassi come all’inizio della mia avventura agonistica io avvertissi la necessità di dimostrare a me stesso la capacità di realizzare certi tempi, ma ora che questi sono già miei la spinta verso nuovi orizzonti non può che provenire da un’altra fonte e io sito questa nella mia voglia di divertirmi sull’asfalto.
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Pubblicato lunedì 20 Marzo 2017 alle 14:56 da
Francesco
Ferrara è un piccolo gioiello con tutte le sue meraviglie estensi e ieri vi ho corso la mia nona maratona, anch’essa sotto il muro psicologico delle tre ore come le precedenti otto, ma dopo l’arrivo al traguardo mi sono fatto una bella doccia calda e poi ho macinato altri chilometri a piedi per fare un tuffo nel Rinascimento.
Per raggiungere la città ho avuto di nuovo quel problemino col navigatore della mia auto, difatti a tutta prima ho pensato che il TomTom mi avesse condotto ancora una volta laddove Mugabe è un eroe nazionale e il voodoo una scienza esatta. Chissà che ne sarà di città come Ferrara quando il suicidio etnico sarà completato.
La gara è andata bene e come ho già accennato anche questa volta sono sceso sotto le tre ore, difatti ho impiegato 2h56’32”: sono arrivato diciottesimo assoluto e terzo di categoria.
Non ho inseguito il mio record personale, ma fino al trentacinquesimo ho rischiato comunque di centrarlo, difatti viaggiavo attorno ai 4’02” al chilometro dopo una cauta partenza a 4’05”. L’organizzazione è stata perfetta e l’altimetria pressoché nulla.
Dall’inizio dell’anno ho corso appena 397 chilometri (più la maratona d’oggi), di cui 112,5 dal sei al tredici marzo per via di vari lunghi ad alta intensità, perciò non avevo nelle gambe l’allenamento necessario per fare di meglio. Ho faticato, certo, ma meno rispetto ad altre prestazioni dove il tempo finale è stato pressappoco quello d’oggi.
Questi i miei intertempi:
10KM: 40’46”
Mezza maratona: 1h25’14”
30KM: 2h01’08”
Arrivo: 2h56’32”
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Pubblicato mercoledì 15 Marzo 2017 alle 21:05 da
Francesco
Dall'inizio dell'anno ho corso appena 397 chilometri, ma dal sei marzo al tredici ne ho fatti ben 112,5 a un ritmo medio di poco inferiore ai 4'10" al chilometro: per me questi numeri denotano una buona qualità a fronte di una quantità ridotta, almeno per i miei obiettivi.
Quest'oggi mi sono iscritto alla mia nona maratona e vorrei avere qualche chilometro in più nelle gambe per nutrire la certezza di concludere anch'essa sotto le tre ore, però questa volta mi attende un salto nel buio e può darsi che in fondo tale circostanza non mi sia del tutto sgradita. Mi piace la corsa perché mi restituisce ciò che io le do nella solitudine dei miei allenamenti e me ne avvalgo per affermarmi al cospetto di un tempo triplice: quello che m’è dato da vivere, quello col quale mi confronto e quello che forse non ha mai avuto inizio.
Ormai non credo manco più a chi mi dice la verità, ma solo all'asfalto, al sudore e alla fatica. Nell'arco di quest'ultimo lustro ho battagliato lealmente sulle strade di mezza Italia e in alcune occasioni la comunanza dello sforzo mi ha permesso di conoscere dei grandi uomini, mossi dalle ragioni più disparate. Invero talora ho avuto modo di contemplare alcuni culi di donne ai quali mancava solo il dono della parola, ma il più delle volte ho còlto negli occhi e nelle frasi di altri atleti una grande voglia di riscatto, come un fuoco sacro da custodire nel silenzio di quelle notti che durano anche di giorno.
La corsa è quasi una scienza esatta, il margine per l'improvvisazione è pressoché nullo, ma non di rado il cuore e la testa possono decidere le sorti di una gara.
Lunedì ho fatto l'ultimo allenamento importante, 32 chilometri in quel di Grosseto, e conto di metterne altri in cascina benché il tempo stringa e quest'idea possa non essere la migliore.

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Pubblicato giovedì 17 Novembre 2016 alle 19:06 da
Francesco
In questo timido accenno d’un inverno che è ancora lungi dall’arrivare io corro e mi diverto, ma non nego che senta forte il richiamo delle strade anche perché, altrettanto forte, è il silenzio di alcuni aspetti della mia esistenza: taciti anni, mutevoli e muti, ancora si avvicendano a ridosso di prospettive cangianti. Mai una certezza, eccetto la morte!
Assodata la premessa di cui sopra, posso spendere qualche parola sulla mia prestazione senza la paura di altre digressioni. Per me è stata una gara facile e in progressione. Mi sono sorpreso della freschezza muscolare e, sebbene di soli quattro secondi, sono riuscito a migliorare il mio record personale sulla distanza. Ho chiuso al sesto posto su 144 arrivati con 1h18’10” e così ho anche vinto la mia categoria, la B. Ho persino corso centocinquanta metri in più perché, presso un incrocio, ho sbagliato strada, ma fortunatamente me ne sono accorto subito e la mia gara non ne ha risentito affatto; anzi, incazzato per l’errore ho spinto ancora di più e sono riuscito a mantenere un passo medio di 3’42” al chilometro. Il mio è stato un bell’andare!
Credo che questo risultato sia stato figlio delle due maratone sotto le tre ore che ho corso nell’arco di due settimane ottobrine, dunque mi auguro che a sua volta sia propedeutico per un’imminente maratona in cui spero di correre bene e senza troppa fatica. Sono felice quando raccolgo i frutti del mio allenamento e siccome sono il mio allenatore la mia contentezza in casi del genere è sempre doppia. La mia attitudine mischia atletica leggera e solipsismo.

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Pubblicato martedì 18 Ottobre 2016 alle 13:27 da
Francesco
Sabato ho attraversato per l’ennesima volta una parte d’Italia da solo e con la mia auto sono arrivato in quel di Parma per prendere parte l’indomani alla prima edizione della maratona cittadina, una gara organizzata bene che ho completato in 2h55’11”, il mio secondo miglior tempo di sempre sulla distanza regina. Mi sono classificato undicesimo assoluto su novecento arrivati e secondo di categoria: un ottimo piazzamento che non avevo mai conseguito prima.
Le gambe non hanno girato a pieno regime, tuttavia i primi ventiseimila metri se ne sono andati tranquillamente. Ho bevuto mezzo bicchiere d’acqua al ristoro del trentesimo chilometro e un altro mezzo al ristoro del trentacinquesimo.
Avevo con me due gel che non ho usato perché ho avvertito un disturbo allo stomaco e quindi, per non rischiare una crisi, ho corso senza altra integrazione che la suddetta H²O.
Ho affrontato interi tratti della gara da solo, più distante dal gruppo degli inseguitori che da quello di cui vedevo le schiene, però la tenuta mentale è stata buona e l’ultimo sorpasso l’ho effettuato a metà del quarantesimo chilometro.
Sono soddisfatto perché nell’arco di due settimane sono riuscito a correre due maratone sotto le tre ore e la seconda meglio della prima. Ho preparato entrambe le gare senza lavori specifici per la velocità, ma solo con degli allenamenti medi e lunghi.
Sono l’allenatore di me stesso e ho dei metodi poco ortodossi, ma per come sono fatto non conosco un altro approccio possibile da parte mia a questa disciplina.
Da una libreria del centro di Parma ho acquistato "L’essere e il nulla" di Sartre che sarà oggetto di mie future, doverose ed esistenzialistiche letture.
Questi i miei intertempi:
10KM: 41’29"
Mezza maratona: 1h27’20"
30KM: 2h01’56"
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Pubblicato giovedì 6 Ottobre 2016 alle 14:15 da
Francesco
Domenica ho corso la maratona di Torino che valeva anche come campionato mondiale militare e campionato italiano interforze, perciò vi si respirava un clima solenne. Quando sono andato a ritirare il mio pettorale, il giorno prima della partenza, ho assistito anche alla sfilata degli atleti che l’indomani si sarebbero dati battaglia per il summenzionato titolo del mondo.
La mia è stata una gara senza infamia e senza gloria, tuttavia posso ritenermene soddisfatto. Sono partito forte perché le sensazioni erano buone, di conseguenza mi sono attestato su un passo di poco inferiore ai quattro minuti al chilometro e fino al trentatreesimo ho mantenuto una media di quattro minuti netti, ma poco dopo quest’ultima frazione ho sentito una fitta al fianco destro: sua maestà il fegato! Ho camminato per almeno tre minuti, ho fatto dei respiri profondi e alla fine ho ripreso a correre con l’intenzione di giungere comunque al traguardo sotto le tre ore: in qualche modo ci sono riuscito! Suppongo che la mia crisi sia scaturita dal mio approccio aggressivo che si è scontrato con il caldo della seconda metà di gara e con un tracciato un po’ ostico ancorché non durissimo. Ho tagliato il traguardo in 2 ore, 58 minuti e 58 secondi, così mi sono classificato centotredicesimo e quinto di categoria.
Anche questa mia sesta maratona l’ho conclusa sotto le tre ore, perciò sono contento perché non è da tutti gli amatori l’abbattimento regolare di questo muro psicologico, ma alcune volte risulta più facile di altre e non escludo che prima o poi io possa sbatterci il muso.
Come premio di categoria ho ricevuto un buono di benzina da venti euro che ho usato subito e una bella felpa. Ho osato e questa volta sotto il profilo cronometrico non è andata benissimo, infatti se avessi distribuito meglio lo sforzo avrei fatto registrare un tempo più basso e mi sarei stancato di meno, però sono davvero felice perché ho recuperato una gara compromessa e ne è uscito un ottimo allenamento in prospettiva di altre maratone.
Ho intenzione di ripetermi a breve e l’altro ieri, appena due giorni dopo la maratona, ho sciolto un po’ le gambe con venti chilometri e mezzo a 4’49” di media: per me, niente male!
Oltre al lato sportivo voglio aprire una parentesi personale. Il mio ritorno nella città sabauda, precisamente il mio secondo soggiorno torinese, mi ha fatto ricordare dei bei momenti che là vi vissi tre anni or sono per conto mio. Sono anche tornato a mangiare nello stesso ristorante giapponese dove cenai la prima volta e ho persino riconosciuto la cameriera che già allora mi servì svogliatamente. Trovo qualcosa di buffo nell’eterno ritorno delle cose. Ad maiora.

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Pubblicato martedì 30 Agosto 2016 alle 18:59 da
Francesco
Sabato mi sono recato in quel di Arcidosso per prendere parte al campionato regionale UISP di corsa su strada. La gara prevedeva un percorso nervoso di 10,6 chilometri, ovvero una distanza non molto congeniale per le mie caratteristiche di fondista, ma ho deciso di correrla lo stesso per testare il mio stato di forma e per cercare di agguantare un bronzo.
Nei primi chilometri ho corso da solo tra due gruppi e soltanto a metà strada ho raggiunto un mio compagno di squadra con il quale mi sono giocato l'oro di categoria fino alla fine, tuttavia a ridosso del traguardo non ho trovato l'energia per lo sprint finale e ho accettato un argento in cui non speravo affatto prima della partenza. Ho tenuto un passo di 3'52" al chilometro su un percorso con discese e salite che mi hanno sollecitato molto a livello muscolare, difatti ne ho accusato i postumi sui quadricipiti femorali. Ho sofferto molto in questa gara e soltanto la testa mi ha permesso di non fermare le gambe. Sono riuscito ad arrivare davanti ad atleti che forse hanno qualcosa più di me su tali distanze, perciò non posso che ritenermi soddisfatto.
Ho chiuso al 9° posto su 149 partecipanti e, come già detto, sono arrivato secondo di categoria. Non intendo più soffrire così tanto in una gara del genere, perciò voglio perdere qualche altro chilo e concentrarmi su allenamenti di qualità (che con il caldo estivo non sono riuscito a fare).
(
foto dall'Archivio Team Marathon Bike)
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Pubblicato domenica 29 Maggio 2016 alle 23:17 da
Francesco
Sabato mi sono recato a Firenze per prendere parte alla mia terza edizione del Passatore, ma ho sbagliato a interpretare la gara e mi sono ritirato al quarantottesimo chilometro, in cima al Passo della Colla, il punto più alto del percorso: non me ne sono pentito affatto!
Quest'anno il caldo torrido ha provocato molti ritiri, ma nel mio caso non è stato determinante e se avessi impostato correttamente la prestazione sarei riuscito a contenerne gli effetti, quindi non accampo la scusa delle alte temperature! Ho sbagliato io perché ho deciso di non portarmi l'orologio e ho voluto farne a meno per non avere l'assillo cronometrico, ma in questo modo mi sono affidato solo alle sensazioni (che la prima volta mi fecero fare una grande gara) e non mi sono reso conto di quanto il mio passo fosse troppo veloce per le mie capacità. Ho transitato a Borgo San Lorenzo, a circa trentuno chilometri e mezzo dalla partenza, in due ore e trentadue minuti, perciò con un passo di quattro minuti e quarantanove secondi al chilometro: un vero e proprio suicidio. I polpacci sono diventati di marmo poco dopo il quarantesimo e ho fatto bene a ritirarmi prima che sopravvenissero i crampi: non ero nelle condizioni di terminare la gara.
L'ottimo risultato della mia prima sei ore e tutti i chilometri che ho macinato negli ultimi mesi mi avevano dato un'iniezione di fiducia, inoltre alla partenza mi sentivo bene ed ero fiducioso, ma ho vanificato tutto e, per quanto tenessi a questa gara, è anche vero che un secondo dopo il ritiro non me ne è fregato più nulla. Gioisco per i successi e faccio spallucce ai disastri.
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Pubblicato lunedì 9 Maggio 2016 alle 19:58 da
Francesco
Sabato mi sono recato a Firenze per prendere parte a una gara di sei ore su un circuito di duemiladuecento metri, però l'ho corsa con l'intenzione di usarla come allenamento per un'altra competizione. L'inizio è avvenuto a mezzogiorno e fino alle sei ho percorso lo stesso giro più o meno una trentina di volte. Alla fine ho mantenuto un'andatura media di poco al di sotto dei cinque minuti al chilometro e ho accumulato circa settantatré chilometri che mi hanno fatto guadagnare il primo podio della mia carriera come terzo uomo.
Questo genere di eventi sono un po' elitari e la partecipazione non è certo quella delle grandi occasioni, tuttavia vi si riversano coloro che hanno una certa confidenza con le lunghe distanze. La mia prestazione è risultata migliore di qualunque mio pronostico e mi ha dato dei riscontri importanti che spero mi aiutino ad affrontare al meglio una gara a cui tengo parecchio.
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