9
Apr

La nicotina

Pubblicato domenica 9 Aprile 2006 alle 20:11 da Francesco

Mi irritano coloro che fumano. Disprezzo enormemente il fetore della nicotina e spesso evito le persone che hanno il vizio del tabacco. Vaffanculo. Certe volte arrivo ad augurare un cancro ai polmoni a coloro che impregnano gli ambienti pubblici con le loro boccate di fumo. Preferisco ciò che rimane degli anni ottanta: gli eroinomani. Una siringa sono in grado di dribblarla, ma mi è difficile schivare le nubi amorfe e tossiche che provengono dalle fauci dei drogati legali. Sui pacchetti delle sigarette dovrebbero sostituire la dicitura “il fumo uccide” con “il fumo nuoce gravemente ai coglioni di chi non fuma”. Trovo che il fumo passivo sia atroce, ho dovuto sopportarlo a scuola, per le strade e pure a casa. Per fortuna oggi c’è maggiore tutela nei confronti dei polmoni che vogliono sfuggire dalle tinte dark. Per me la bellezza interiore non risiede solo nel carattere di una persona, ma anche nello stato di salute dei suoi organi. Forse prima di uscire con una ragazza dovrei chiederle di mostrarmi le analisi del sangue. Capisco chi non ha un lavoro e siede sopra una panchina a fumare. Comprendo chi abusa della nicotina mentre annega tra lacrime e ricordi. Sono consapevole del ruolo rilevante svolto da sigari e sigarette nei riti dionisiaci del nuovo millennio. So tutto questo, ma continuo a vomitare all’idea di fiutare la presenza di un fumatore o di una fumatrice.

Categorie: Parole |

9
Apr

Domenica disadattata

Pubblicato domenica 9 Aprile 2006 alle 13:19 da Francesco

Ho appena finito di vedere Fame Chimica, un film del 2003 ambientato nel quartiere Barona di Milano. Trovo che, con le dovute proporzioni, questa produzione tricolore sia il La Haine (L’Odio) italiano. La pellicola è meno cruda rispetto a quella di Kassowitz, ma descrive ugualmente la tensione sociale che si respira nelle zone degradate delle grandi metropoli peninsulari. Durante la visone di Fame Chimica ho fatto qualche esercizio per rimuovere l’ultimo strato di adipe che rovina l’estetica del mio addome. È una guerra dura quella contro gli accumuli di grasso, ma ormai sono alla resa dei conti. Ieri sera, sempre per rimanere nell’ambito cinematografico, ho visto su Rete 4 il primo tempo di Full Metal Jacket. Ho avuto il piacere di vedere più volte il capolavoro di Kubrick e sono intenzionato a guardarlo nuovamente nei prossimi giorni. Oggi è iniziato il tour de force elettorale, i commenti, qualunquisti e non, sono già sulla griglia di partenza e attendono che finisca lo spoglio delle schede per iniziare la loro corsa. Ci saranno dirette condite con gli exit poll e interviste tutte uguali. Tuttavia mi piace il fermento nazionale e trovo che le elezioni siano uno spettacolo divertente. Credo che oggi come ieri ci sia solo il pranzo ad attendermi, perciò tiro fuori il mio bon ton e non lo faccio aspettare ulteriormente.

Categorie: Parole |

8
Apr

Dopo il vespro

Pubblicato sabato 8 Aprile 2006 alle 20:55 da Francesco

È una sera tranquilla. Le luci dei locali sono accese e non hanno intenzione di spegnersi presto. Dalla mia finestra riesco a sentire le voci delle persone e il rumore dei loro passi. Talvolta sento il suono provocante di un tacco, altre volte odo il passo pesante di un anfibio. Mi piace chi cammina lentamente. Spesso vedo delle persone con le ali ai piedi e una croce al collo, ma raramente riesco a scorgere dei cherubini tra loro. Probabilmente mi addormenterò prima di mezzanotte. Sono già insonnolito, ma non voglio mettermi subito sotto il lenzuolo, preferisco rimanere sveglio a non fare nulla. Mia madre si sta preparando per uscire: evidentemente i nostri ruoli sono stati invertiti nella notte dei tempi. Non mi attende una notte brava né una notte in bianco. Ho un po’ di h2o e tanta stanchezza ingiustificata. Farò zapping, leggerò, mi farò una sega o mi getterò a letto con l’intento di addormentarmi il più presto possibile? La risposta si trova nell’arco delle prossime due ore. Mi piacerebbe avere accanto a me centosettanta centimetri femminili con i quali guardare un film tra effusioni tenere e semplici. L’ozio è un amico maldestro, ogni tanto fa cadere le mie giornate nell’inerzia più totale. Oggi ho trascorso due ore a radermi il cranio. A qualcuno sembrerò un membro degli Hare Krishna, a qualcun altro un naziskin. Tra qualche giorno farò una fotografia del mio nuovo look cranico.

Categorie: Intimità, Parole |

8
Apr

Giocando con il rasoio

Pubblicato sabato 8 Aprile 2006 alle 12:01 da Francesco
Un giorno riuscirò a farmi la barba senza inzupparmi d’acqua?
Prima e dopo
Categorie: Immagini |

7
Apr

Cambio di programma

Pubblicato venerdì 7 Aprile 2006 alle 21:42 da Francesco

Questa sera ho deciso di non addormentarmi presto. Sono solo e un po’ assonnato. Sto ascoltando “Bad Reputation”, un pezzo dei Thin Lizzy datato 1977: “You got a bad reputation, that’s the word out on the town, it gives a certain fascination, but it can only bring you down”. Così cantava Phil Lynott nove anni prima di crepare per una overdose di eroina. Non ho nulla da fare stasera, ma questa non è una novità. Ogni tanto lancio una pallina da tennis contro il muro per ingannare il tempo. In questo momento due ventenni si stanno baciando, altri due si stanno lasciando e altri due si stanno ritrovando. In questo momento qualcuno sta in un angolo buio a recriminare sulle proprie decisioni, qualcun altro invece sta gustando la sua laurea sempre più vicina. In questo momento mi chiamo Francesco, ho ventun’anni e tanto tempo libero. Il mio benessere alienante mi è sempre vicino, più fedele di una donna che accetta di portare il burka. Sto bene, nonostante il mio culo continui a galleggiare sul vuoto esistenziale. Sono un bambino che non riesce a giocare con la propria vita né con quella degli altri. Ogni tanto il mio viso testimonia uno spleen passeggero, ma alla fine è sempre uno strano sorriso che ha la meglio sui miei muscoli facciali. Ho cambiato traccia: adesso è “We Only Say Goodbye” dei Fates Warning a fare da sfondo alla mia serata inerte. Trovo abbastanza banale il ritornello di ‘sto pezzo, ma credo che rappresenti l’incapacità comunicativa di molti: “Always somewhere, we only say goodbye, going nowhere, we only say goodbye, there’s never time to say, all the things we need to say, when it’s too late, we can only say goodbye”. Più o meno: “Sempre da qualche parte, diciamo solo addio, senza dirigerci in nessun posto, diciamo solo addio, non c’è mai tempo per dire, tutte le cose che abbiamo bisogno di dire, quando è troppo tardi, diciamo solo addio”. Stasera non mi mastuberò.

Categorie: Intimità, Parole |

7
Apr

La tazza del cesso

Pubblicato venerdì 7 Aprile 2006 alle 18:49 da Francesco

Ogni volta che mi trovo seduto sulla tazza del cesso mi diverto a pensare. Per me il bagno è un piccolo monastero. Adoro spingere fuori lo stronzo di turno che pende dal mio culo e ponderare gli eventi del mio passato. Mi piace accompagnare la carta igienica sul mio sfintere e lanciare occhiate alle ipotesi che formulo riguardo al mio futuro. Tutte le volte che l’acqua calda del bidet accarezza il mio scroto rimango estasiato dal suo effetto corroborante. A seguito di ogni riunione di gabinetto lascio che il borotalco imbianchi i miei glutei. Ogni tanto mi affaccio allo specchio del bagno e inizio a parlare con un tipo che si chiama Francesco. In alcuni luoghi si chiama toilette, in altri WC, ma per me rimane semplicemente il reame della merda e del pensiero. Non ho parole da aggiungere, possiedo solo litri di urina che stanno nella mia vescia come in uno shaker e che attendono di evadere dal mio organismo.

Categorie: Intimità, Parole |

7
Apr

Euforia

Pubblicato venerdì 7 Aprile 2006 alle 10:25 da Francesco

Stamane la primavera ha deciso d’imporsi con prepotenza. Non c’è nemmeno una nube in cielo e il sole ne approffita per illuminare tutto ciò che vede. Quest’oggi alcune vedove andranno a sostituire i crisantemi che sono di stanza sulle tombe dei loro mariti. Mi piacerebbe passeggiare in un grande cimitero con la mia ragazza (quale?). Non voglio che la mia salma assista a una messa di requiem. Non voglio essere sepolto, ma desidero essere cremato. Da piccolo ero intimorito dal camposanto e mi cacavo in mano ogni volta che mi recavo tra i loculi con i miei genitori. Ricordo che le foto dei defunti mi osservavano sempre con superbia e che le date della nascita e della morte di ogni cristiano erano messe in risalto dai giochi di luce provocati dalle giornate soleggiate durante le quali ero costretto a seguire mio padre e mia madre. Mi chiedo cosa accadrà al mio corpo quando sarà esanime. Una volta, a Grosseto, in Via Mameli, ho visto un vecchio steso sulle strisce pedonali: era appena stato investito da un furgoncino. Per me quella mattina è stata l’unica occasione nella quale osservare un cadavere senza i filtri degli schermi televisivi o delle pagine di cronaca. La sagoma del vegliardo non mi fece molta impressione, ma mi colpì la facilità con la quale è possibile passare dal mistero della vita all’incognita della morte. Spero che sia ancora lontano il mio turno per staccare un biglietto di sola andata per l’obitorio. Voglio campare per secoli.

Categorie: Parole |

6
Apr

Oltreoceano

Pubblicato giovedì 6 Aprile 2006 alle 20:11 da Francesco

Alcune persone vedono comparire immagini demoniache nelle loro menti. Queste immagini, questi affreschi del terrore, rastrellano le ultime foglie autunnali di tutte quelle vite che siedono di fronte al proprio crepuscolo. Il tramonto del respiro, il calare del sipario. Non credo che la fine della vita sia legata all’età anagrafica. Ci sono molti morti che camminano. Ogni giorno miliardi di cadaveri mettono a tacere il suono delle sveglie. Sono morto o sono vivo? La mia vita su questa terra non ha un significato. Nel mio quotidiano non ci sono le sfumature della rovina né il suono delle trombe del successo, ma solo l’ozio che mi accompagna con la sua cetra. Ho bisogno di un clima diverso, almeno per un po’. Forse dovrei comprare un biglietto per gli Stati Uniti e lasciare la mia magione per un mese. Potrei visitare le zone meno blasonate degli USA, come i grandi territori rurali dell’Idaho. Vorrei sedermi su un autobus delle linee Greyhound e guardare i paesaggi naturali e urbani presenti ai lati delle grandi strade del Nord America. Mi piacerebbe fare amicizia con un vecchio nero dedito all’alcol a cui offrire il mio desiderio di ascoltare storie e il mio piacere nel compiacere il suo alcolismo. Potrei fare una capatina in California e passeggiare tra i boulevard di Los Angeles. Per fare tutto ciò dovrei rinnovare il mio passaporto ed estorcere denaro a mia madre. Tuttavia ho un buon motivo per non lasciare i confini italiani; un motivo quasi scandinavo. Queste parole hanno qualcosa di comico; sono passato da riflessioni banali sulla morte alla descrizione di un mio ipotetico tour nel territorio yankee.

Categorie: Intimità, Parole |

6
Apr

I poppanti alzano il pugno

Pubblicato giovedì 6 Aprile 2006 alle 08:50 da Francesco

Mi è arrivato dello spam politico tramite e-mail da parte dei tipici ragazzini che fanno i rivoluzionari part time. Questi mentecatti talvolta si professano no global e lanciano strali contro le multinazionali mentre portano ai pieidi un paio di Nike, tengono in bocca una Marlboro e comprano una bottiglia di Coca-Cola da mezzo litro. Si evince che per loro la dottrina politica non è altro che uno status symbol per far levitare la loro considerazione tra gli amici “meno impegnati”. Questi personaggi sono buffi. Sono le stesse persone che sventolano la bandiera della pace e poi non riescono a tollerare nemmeno le grida dei loro genitori. Sono i tipici adolescenti e post-adolescenti con il mito di Che Guevara, i quali spesso non sanno nulla di Pol Pot, dei Kmher Rossi, di Ceausescu, dei gulag e delle foibe. Il comunismo e la religione sono due dei grandi mali del globo terrestre. Non insulterei queste mandrie di caproni se non mi tediassero con la loro evangelizzazione sinistroide. Non reputo questi bambini cresciuti degli elettori di sinistra e credo che il centrosinistra italiano non sia composto solo da leader di partiti anacronistici, ma anche da persone in grado di argomentare come esige l’anno 2006 dopo Cristo. Lo ripeto: non ho posizione politica perché non mi ritrovo in nessun simbolo da contrassegnare nella cabina elettorale. Spero tuttavia che tra pochi giorni sia il centrodestra a prevalere perché ritengo che occorrano almeno due mandati per giudicare obiettivamente l’operato di un governo. Se il centrosinistra salisse al potere servirebbe un’ulteriore attesa di dieci anni per capire se a capo della nazione vi siano amministratori di condominio o politici in grado di legiferare efficientemente. Io mi asterrò dal voto.

Categorie: Parole |

5
Apr

Prima la frizione

Pubblicato mercoledì 5 Aprile 2006 alle 16:40 da Francesco

La mia prima guida non è andata male. Devo impratichirmi con le marce, ma credo che non mi occorrerà molto tempo per assumere dimestichezza con il cambio. Una volta presa la patente sceglierò il muro contro cui schiantarmi. Ovviamente scherzo. Nella mia mente ho visto una principessa sopra una carrozza. La carrozza non era trainata dai cavalli, come nella migliore tradizione fiabesca, ma era spinta da un medico. La principessa non aveva sangue blu, infatti le sue macchie sul guardrail erano rosse. Sono cose che succedono. Può capitare che un autotreno dormiente ti abbagli e che la tua testa di cazzo si ritrovi truccata come in un film di George Romero. Mi fanno paura le strade perché sono popolate da guidatori con la licenza di uccidere a punti. Ogni tanto si affaccia qualche franco tiratore dai cavalcavia, oppure compare qualche sbandato che sbanda. Potrei per sentirmi sicuro sull’asfalto italiota solo se fossi alla guida di un Panzer.

Categorie: Parole |