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Gen

Breviario intercontinentale

Pubblicato sabato 10 Gennaio 2015 alle 12:43 da Francesco

Quanto è accaduto in Francia non mi ha sorpreso più di tanto. Seguo la propaganda jihadista da fonti non convenzionali, inoltre m’interesso alle vicende del fronte siriano: ammiro i curdi che insieme a dei volontari occidentali (forse folgorati sulla via di… Damasco?) combattono contro il cosiddetto Stato Islamico. Insomma, un attentato era nell’aria, come d’altronde lo è sempre da quasi un quindicennio a questa parte. In tale ambito il mio interesse è di tipo militare e storico.
Non esprimo giudizi morali né sento la necessità di lanciarmi in una di quelle analisi che spesso trovano nell’autocompiacimento l’unica raison d’être. Ciò che mi accomuna al fondamentalismo è la mancanza di dialogo, ma nel mio caso non so quant’essa sia voluta. Potrei calcare la mano con l’umorismo di cattivo gusto o accodarmi allo sdegno generale, potrei cercare di essere originale a tutti i costi fino a scadere nella banalità o potrei semplicemente rinviare alle pagine di un libricino profetico che Emil Cioran scrisse nel sessanta, Storia e utopia: una lettura che io stesso intendo ripetere. Oggi, a maggior ragione, rinnovo quelle sante parole che digitai un mese fa: “Vorrei restarmene qua, avere una casa modesta ma con vista sull’oceano, una ragazza del Midwest con cui condividerla per il resto dei miei giorni e il piacere di leggere le prime pagine dei giornali come se fossero la cronaca estera di Alfa Centauri”.
Ambisco ad un esilio napoleonico. Ho trovato la mia Sant’Elena in mezzo al Pacifico, tuttavia non ho colpe da espiare. Da queste parti ormai è notte fonda e una piacevole stanchezza inizia ad impadronirsi del sottoscritto. Mi appresto a dormire e per conciliare il sonno spendo le ultime forze della giornata sulle Lettere a Lucilio: Seneca è il padre che non ho mai avuto.

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Feb

Storia e utopia

Pubblicato martedì 22 Febbraio 2011 alle 12:23 da Francesco

Le insurrezioni nordafricane degli ultimi tempi mi fanno pensare ad una versione modificata di quella che fu l’Operazione Condor in America latina. Non sono un dietrologo né un complottista, però ogni tanto certe associazioni d’idee sorgono in me spontaneamente. Trovo buffa la goffaggine di certi politici europei che non riescono ad assumere una posizione ferma contro i dittatori che fanno loro comodo. Forse la colpa di Mahmoud Ahmadinejad è quella di capeggiare l’Iran invece di uno stato del Maghreb o di un’altra nazione nei pressi di quest’ultimo, altrimenti dubito che le voci di condanna al suo operato sarebbero state vibrate come lo sono state in passato; forse persino le minacce ad Israele gli sarebbero state scusate nelle circostanze ipotetiche succitate. Proprio in questi giorni sto leggendo “Storia e utopia” di Emil Cioran. Un libro intenso di quasi centosessanta pagine in cui il saggista rumeno dà visioni particolari della democrazia, del liberalismo, della tirannide e dei suoi interpreti. Lo stile è talmente potente e caustico che quasi sorvolo i contenuti per concentrarmi sulla forma. Condivido soltanto una piccola parte di quanto è scritto in “Storia e utopia”, ma se la discordanza d’idee fosse il prezzo da pagare per leggere opere del genere, allora sarei sempre ben felice di non sposare mai i concetti che mi passano sotto gli occhi. Un’analisi talmente lucida, in cui si fondono tematiche in apparenza molto distanti tra loro, un testo illuminante seppur diverso in modo insanabile dalla mia forma mentis: insomma, raramente mi è capitato d’immergermi in un’alchimia così riuscita.

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