4
Giu

Trentasette giri intorno al Sole

Pubblicato venerdì 4 Giugno 2021 alle 23:54 da Francesco

Non mi piacciono i genetliaci, anche perché non mi hanno mai fatto ottenere dei regali di mio gradimento quando ancora ne ricevevo, ma alla fine è il pensiero che conta, o almeno così sosteneva Cartesio. Insomma, sto per compiere il mio trentasettesimo giro intorno alla nana gialla del sistema planetario nel quale risedo: minchia.
È forse giunto il momento di tirare le somme? E se a giugno nevicasse sarebbe il caso di tirare palle di neve o di erigere un pupazzo da decorare con una carota a mo’ di naso? Dopo averci trascorso già tre decadi abbondanti, non consiglio questo mondo agli aspiranti umani: anche se io ormai mi ci trovo bene non mi sento proprio di raccomandarlo, specialmente in bassa stagione. Non ho bisogno di qualcosa in particolare, forse un po’ d’acqua con limone; sto acquisendo un distacco sempre maggiore da me. Sarò pronto e puntuale nell’ora della mia morte, ma nel frattempo armeggio con lo scroto in maniera apotropaica per non anticiparne l’incontro e resto comunque nel dubbio che ciò valga davvero come diffida.
Voglio bene a mia madre, ai gatti con cui divido gli spazi e soprattutto a me stesso. Non ho desideri vivi né morti, la mia ambizione è scarsa, quasi nulla, però mi riconosco una grande riserva di volontà che mi fa risparmiare sul pieno di buone intenzioni. Io non ho nemici e non so se loro cerchino me, ma essi per trovarmi devono andare sempre dritti, a fare in culo con le rispettive genìe, grazie mille.
Amici non ne voglio nel significato stretto del termine, però interloquisco con qualche passante del tempo e talora provo un’autentica simpatia per certe menti. Le infatuazioni non ci sono, è finita la bombola ed è sempre domenica, tuttavia ricordo una signorina che ebbi a vedere sei anni fa sul Ponte Regina Margherita nella città eterna: che Krishna l’abbia in gloria.

Categorie: Parole |

6
Giu

Trentasei per dodici

Pubblicato sabato 6 Giugno 2020 alle 14:43 da Francesco

Oggi concludo il mio trentaseiesimo giro intorno al Sole. Ne sono passati di sversamenti petroliferi negli oceani. Cosa è cambiato in questi anni? Forse tutto, forse niente. Cosa mi aspetto dall’avvenire? Nulla. Nel mio mondo è vietato l’ingresso alle speranze minori di quattro miliardi d’anni. Sono un po’ più vicino alla morte fisica, ma non ho fretta di lasciare il corpo. Guardo ai rimasugli di vita come se costituissero i tempi supplementari di una partita dall’esito trascurabile. Mi trovo in villeggiatura sulla Terra: ho un contratto a tempo determinato come cavia del ciclo di Krebs.
Non ho mai festeggiato il mio genetliaco, ma spesso in simili occasioni mi sono fatto dei regali tardivi e anche questa volta devo ancora scegliere cosa donarmi: forse il cadeau principale risiede proprio in tale indecisione, secondo una meccanica che ben inquadrò Sigmund Freud nelle paginette di “Al di là del principio di piacere”.
Non mi creo aspettative poiché di Godot non ho mai visto neanche l’ombra, ma posso farmi precedere da qualche proposito che mi auguro di raggiungere a tempo debito. Vorrei ispessire il mio centro di gravità permanente per renderlo davvero tale. Mi piacerebbe acquisire una maggiore padronanza delle tecniche di respirazione. Mi sentirei oltremodo realizzato se riuscissi guidare i pensieri più di quanto essi guidino me. Cose del genere.

Categorie: Parole |