Non ho nulla di particolare da appuntare su queste pagine virtuali, ma sento ugualmente l’esigenza di digitare qualche frase asettica. Il mio corpo sta bene e la mia mente opera senza intoppi. Non ho bisogno di un’ambizione impellente né di un desiderio smodato. Ogni tanto mi concedo qualche opinione trascurabile per evitare che una parte del mio intelletto si atrofizzi, ma non mi aggradano le discussioni sterili e preferisco i soliloqui introspettivi. Ho raggiunto una condizione ottimale e cerco di mantenerla in questo stato. L’indipendenza della mia interiorità è legata profondamente alla rinuncia di alcuni valori e dei loro opposti, ma le conseguenze positive di questa scelta non sono evidenti e ritengo che la loro manifestazione esteriore non sia fondamentale. La coscienza non può essere ammutolita dal suo coinquilino e nel complesso delle emozioni risiede il garante della verità individuale, perciò non credo che qualcuno possa mentire deliberatamente a se stesso. Talvolta le mie annotazioni sono frammentarie e in altri momenti si ripetono come un mantra, ma si comportano bene durante ogni rilettura e per questo motivo non mi nascondono nulla. Mi chiedo cosa possa destabilizzarmi, ma non pretendo una risposta celere e mi auguro che sia incompleta qualora io la ottenga. I miei sforzi continuano a ripagarmi più di quanto io mi aspetti e da tutto ciò deriva una soddisfazione genuina che mi esalta a dovere.
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