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Relax perpetuo

Le mie giornate continuano a trascorrere senza problemi. Consumo dosi abbondanti di musica, leggo, scrivo, mi informo, mi diletto con i videogiochi e mi esercito. Sono ripetitivo e privo di spunti, tuttavia riesco a eludere l’ombra della noia. Alle volte basta un disco che gira nel senso giusto per aggiustare una giornata uggiosa. I cambiamenti sono inevitabili e ritengo che la loro natura ineluttabile sia un bene. Il mio mutamento è silente e non so a cosa mi porterà. Non ho ambizioni, lascio che le correnti degli eventi mi trascinino: il mio modo di pormi non deve essere confuso con la passività. La parte buona del mio carattere è perfettamente integra, mentre quella cattiva è addomesticata dalla ragione e dalla lucidità che ho coltivato negli anni evitando qualsiasi tipo di dipendenza. Mi piace il bene, ma non quello banale, ingenuo e scontato, ma quello consapevole dei pericoli della sua antitesi. Per me le braccia del lieto fine devono mostrare le vene della difficoltà per essere robuste. Dubito di ciò che può essere ottenuto facilmente, a meno che non sia la cecità della fortuna a giustificare la facilità del suo ottenimento. Trovo che gli ostacoli che rendono impervio il percorso verso la realizzazione dell’individuo non siano altro che pastelli con i quali tinteggiare di romanticismo le pareti della propria esistenza. Prima di armarsi di pennello e problemi è necessario constatare la presenza del muro portante della propria vita. Sono un po’ criptico ed ermetico, ma il più delle volte riesco a comprendermi. Il mio relax sfiora l’alienazione e non c’è nulla che possa insidiare la sua stabilità. Non ho un orologio, ma sento il tic tac delle lancette e faccio lo gnorri per deridere il passaggio del tempo.

Francesco

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