Una bambina di sei anni è morta in un incendio avvenuto in una casa di Steelton, un piccolo paese della Pennsylvania. Sembra che Da-Onah Watts, questo è il nome della piccola vittima, sia riuscita in un primo tempo a sfuggire dalla morsa delle fiamme, ma pare che poi abbia fatto ritorno nella casa incendiata per cercare la madre e tutto ciò che ha trovato è stata la morte. La madre ventinovenne, la quale ha riportato solo ferite lievi, ha visto morire la propria figlia. L’origine dell’incendio appare accidentale e sembra escluso il dolo. Il corpo della bimba è stato trovato sotto un letto al secondo piano. Il rogo, avvenuto nelle prime ore del venticinque aprile, ha distrutto la casa e la vita di chi abitava al suo interno. Questa è una delle tante notizie offerte dalla cronaca del mondo e dalla furia degli elementi. Mi chiedo cosa sentano nel loro intimo coloro che devono occuparsi di salme così giovani. Le imprese di pompe funebri mi inquietano, le bare mi disgustano e i corpi riversi al loro interno mi incutono timore. Non mi piacciono le foto sulle lapidi né le croci che popolano i cimiteri. Per me la gestione del trapasso è grottesca e di cattivo gusto. Mi domando con quale sguardo si osservi la propria morte a sei anni, pochi momenti prima di lasciare in anticipo il mondo dei vivi.
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