Categories: Parole

Affluenti di coscienza

Assimilatomi al tempo corrente, ne guardo assorto gli istanti che riesco a catturarne. Implicite nel loro dispiegarsi, azioni mie ed estranee vanno planando verso gli unici punti contro cui possono sbattere. Forse i bambini si aggrappano alle inferriate per giocare, gli adulti invece fanno altrettanto perché il gioco è venuto loro meno: l’ipotesi è attendibile nella sua somma vaghezza e si addice all’inconcludenza per la quale non agisco né progetto.
Pernotto sotto il tetto del mondo, ma per praticità ne uso anche un altro che poggia su quattro pareti: sono coperto due volte e non possiedo la vergogna da usare come terzo strato né come stato d’animo. Dopo il quarto potere si trova il quinto elemento e poi, il sesto senso che lo segue, viene intuito da chi già ne disponga. La selezione all’ingresso può avvenire secondo i crismi di un locale alla moda o in osservanza ai parametri di un gulag, anch’esso all’ultimo grido.
I loschi scambi di parole rendono sempre incomplete le rispettive collezioni: doppioni su doppioni mentre l’idea del presente, de facto, viene doppiata dalla velocità con la quale si accorciano i telomeri. Se avessi consigli da dispensare ci aprirei una rivendita autorizzata dal buonsenso: invero vorrei che venissero erogati da dei distributori automatici per rendere possibile la mia assenza e farne un pregio. Metto a verbale cose che non sono mai state dette, come se frequentassi l’asilo e avessi una divisa da sporcare. Credo che le libere associazioni siano sovente legate a dei princìpi, perciò si trova sempre un ancoraggio laddove non ci siano scuse che tengano. A volte, quando qualcuno si rivolge a qualcun altro, è come se gli si rivoltasse. Si può immaginare cosa certuni immaginino, perciò certe astrazioni hanno qualcosa in comune con le litografie dozzinali. Le imperfezioni fanno parte del pacchetto perché lo rendono incompleto.

Francesco

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