Archivio onirico: sogno n° 34

Ciò che ricordo di questo sogno può essere diviso in due parti. Nella prima mi trovo a bordo su un volo di cui non conosco la destinazione, ma provo un certo disagio. A un certo punto l’aereo comincia a volare molto basso, entra in una galleria e tocca terra per fermarsi davanti a un passaggio a livello. A questo punto noi passeggeri scendiamo ed entriamo in una sorta di hotel dove ci viene offerto del cibo che io rifiuto: il mio viene mangiato da un cane, forse un alano.
Nella seconda parte mi trovo in un luogo della mia infanzia, ma nel sogno vi è stata eretta una struttura molto pacchiana che impedisce di vedere l’orizzonte. Da una parte ci sono persone a me invise e dall’altra dei turisti: ai primi dico che vado dai secondi per organizzare una partita di calcio, ma nessuno vuole giocare e così finisco ritrovarmi a mangiare un dolce da solo.

Il materiale è molto e temo che ogni mia possibile interpretazione sia destinata a risultare più deficitaria del solito, ma vale comunque la pena tentarne una.
A mio parere è un sogno in cui giocano un ruolo preminente polarità opposte, come l’altezza iniziale dell’aereo (qualcosa di celeste ed elevato) e l’atterraggio impossibile in una sorta di tunnel (qualcosa di terreno), ma in questo senso figurano anche la presenza di due diversi gruppi di individui e la mia volontà d’unire in contrasto con l’altrui indifferenza.
Secondo la mia lettura queste immagini vogliono significare che ogni mio alto proposito debba essere perseguito da solo, difatti l’azione collettiva (fare parte dei passeggeri in un aereo, come se l’aereo fosse il simbolo di una causa comune) mi porta in basso (la galleria) e mi fa disprezzare quello che ne consegue (il cibo a cui dico no). La medesima spiegazione si presta all’altra parte del sogno, in particolare per l’orizzonte obnubilato da un’orrenda costruzione che vivo come un pugno in un occhio. In buona sostanza non c’è nulla d’importante o realmente appagante che io possa fare insieme a terzi. Ammesso che la mia analisi abbia una qualche fondatezza, mi chiedo come mai l’inconscio abbia mostrato simili contenuti giacché mi paiono nient’affatto sommersi.

Francesco

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