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Tra il quindici e il sedici luglio del corrente anno

Accuso molto il caldo di questo periodo, tuttavia non posso che assolverlo anche nelle ore più assolate del giorno e lo faccio con la formula piena della massima protezione solare. La metto sull’allitterazione giacché non v’è un altro piano sul quale mi sia dato di trattare la questione né io intendo aggiungere un posto a tavola per onorare assenze attuali e venture. Non so se ognuno abbia ciò che meriti, ma io non faccio il benché minimo sforzo per ampliare certi aspetti della mia esistenza e finisco addirittura per compiacermene: è la forza dell’abitudine.
Non sono bravo a disegnare, ma non è questa la ragione per la quale non sono in grado di abbozzare il mio futuro. In parte mi lascio vivere dagli eventi e in parte no, ma il risultato finale è quello di una piena sospensione sul tempo che scorre e onestamente non mi disturba affatto. Forse ho perso e continuo a perdermi delle cose, ma l’importante è che non smarrisca le chiavi di casa. Per fortuna non mi attendo nulla e non ho spedizioni giacenti da ritirare in qualche deposito, ma se il fato avesse in consegna qualcosa di buono a mio nome vorrei che prima si recasse a un indirizzo sbagliato per sfidare in seconda battuta la cosiddetta fortuna, ammesso poi che quest’ultima esista davvero e non sia invece un’espressione di comodo.
Sento che mi manca qualcosa, non posso negarlo, però in frigorifero ho dello yogurt alla pesca da bere che mi fa immaginare il mondo come se vi prevalessero coloranti, additivi e zuccheri raffinati. E forse sarebbe davvero così se il consumismo fosse alla portata di tutti. A chi mai dovrei chiedere informazioni? V’è un numero per chiamare l’Iperuranio? Su quali operatori che non siano matematici posso o devo fare riferimento? Le domande di solito si trascinano dietro le loro omologhe per imbucarle nel gran baccanale dell’irresolutezza. Sono vivo, se non sbaglio.

Francesco

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