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Un’attuale parentesi di particolare magnitudine

Sono pervaso da tali quantità di energie e creatività che fatico a canalizzarle. In me v’è un surplus che posso sfruttare solo entro un certo arco di tempo e di conseguenza corro il rischio di sprecarne una parte. Non sono in grado di stipare simili risorse per usarle all’uopo, tutt’al più posso allungare la durata della loro efficacia ed è infatti quanto mi riprometto di fare. L’attuale circostanza è dovuta alla conclusione di certi impegni che ho assolto con un po’ di lentezza, perciò ora ho modo di agire sulla scorta di una ritrovata libertà e di un giustificato entusiasmo sul quale non metto zavorre né pesi da novanta.
Plano sulla cupa atmosfera dei tempi correnti come se le disgrazie del mondo non fossero di mia competenza, anche perché di fatto non lo sono: io posso soltanto incidere sul mio modo di interiorizzarle e tutt’al più m’è data la facoltà di non esserne compartecipe nella mia trascurabile misura. Non ho assistenti di volo né ancelle devote, il mio è uno stupendo viaggio in solitaria tra questioni metafisiche e inezie prosaiche. La beltade è una costellazione che talora ammiro da lontano, ma non mi ci avventuro perché ne conosco i pericoli. Sono sulla strada maestra di una meta ignota e non carico di significati il mio soggiorno sulla Terra, inoltre non ne sento sulle spalle il peso planetario e avverto soltanto la sua peculiare forza di gravità.
Le mie iniziative personali sono solipsistiche, si riflettono in me, non hanno velleità esogene e non mi si palesano mai con l’illusione d’una permanenza che oltrepassi la caducità di cui sono interpreti. Di cosa mai dovrei parlare con qualcuno? Posso anche scambiare le parole, ma sono tutte doppioni che ho già incollato su significati più profondi di quanto possa darne conto. Anche al silenzio spettano delle ferite e allora che si discuta d’ogni cosa per non concedere il dominio assoluto a ciò che fu quando nulla era.

Francesco

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