È da troppo tempo che in diversi ambiti le cose non vanno secondo i miei piani, perciò ho deciso di retrocedere qualsiasi idea e progetto al ruolo sussidiario di un’eventualità estemporanea. L’improvvisazione offre un approccio più dinamico al cospetto di quelle circostanze che non lasciano trapelare nulla di sé prima della loro diretta epifania.
Talora i ragionamenti, le riflessioni e analoghi sforzi intellettuali non portano a nulla, diventano autoreferenziali nella peggiore accezione del termine e prosciugano riserve d’energie a cui può essere riservato un impiego più produttivo o che almeno non sia altrettanto esiziale. Anche a parità di fallimento una scelta simile riduce il dispendio interiore. A tempo debito, ammesso che esso arrivi e si presenti davvero come tale, cambierò di nuovo le mie regole d’ingaggio, ma per adesso non scorgo valide alternative alla mia risoluzione aleatoria.
La realtà non è fatta a compartimenti stagni sebbene a volte è proprio così che si presenta, perciò l’impulso ad agire deve accordarsi al modo del periodo nel quale vuole interferire, ma cotali banalità risultano meno scontate al momento della loro attuazione e quindi ne scrivo per esercitarmi a ripetermene il monito. Sono deluso sotto molti aspetti e non ne faccio segreto a me stesso, tuttavia dal rammarico non nasce nulla di buono e non mi spreco a coltivarlo poiché i cattivi frutti si possono trovare ovunque piuttosto facilmente.
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