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Verona Volkswagen Marathon 2018

Sabato mi sono diretto verso le terre scaligere per correre la Verona Marathon e lungo le zone meno centrali mi sono divertito a cogliere l’occasionale presenza delle croci uncinate sull’arredo urbano. L’altrui copulazione ha conciliato il mio sonno, infatti ho pernottato in una camera dalla quale ho udito il suono della concupiscenza. Il coito, questo sconosciuto.
Per me è stata una maratona sperimentale il cui esito si è rivelato pari a quello dell’incontro tra acido nitrico ed etanolo, simile alla comparsa di un bel segmentation fault durante il debug di un programma o affine all’inserimento forzato di molteplici etnie in un contesto omogeneo.
Ho puntato al personale con l’idea del negative split e quindi sono passato alla mezza in 1h20’15” per accelerare nella seconda parte, ma al trentunesimo chilometro ho capito che non ce l’avrei fatta ad abbattere il muro delle 2h40’ e poi negli ultimi cinquemila metri ho proprio tirato i remi in barca per non stressarmi troppo, quindi sono riuscito a finire bene in 2h44’13”. 27° su circa 2050 arrivati: per me è stata la nona maratona del 2018. Di sicuro non sputo su un’altra sub 2h45′, anzi! Ieri comunque v’erano le condizioni ideali per correre: temperatura perfetta.
Ormai la mia politica è quella di provare a migliorare il mio record su quei percorsi a cui io riconosca la fattibilità dell’impresa, ma ricorro a una sorta di manovra evasiva ogniqualvolta non vada tutto per il verso giusto e così riesco a collezionare lo stesso delle buone gare senza devastarmi fisicamente.
A breve correrò una maratona tutt’altro che veloce a cui mi sono iscritto per il piacere di scoprire un tracciato nuovo, e l’ho preferita a una più veloce nella quale l’anno scorso feci molto bene, quindi là non cercherò la prestazione della vita, ma verso la fine dell’anno proverò ancora a vedere un tre nelle decine dei minuti.
Qui la traccia Strava:

Francesco

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