Le feste natalizie prestano il fianco a una malinconia che invero non ha presa su di me, però non mi meraviglia la sua presenza sugli occhi di taluni. Io celebro il Sol Invictus perché io stesso non mi sento vinto, perciò quest’esordio invernale mi dà ragioni di solitaria esaltazione.
Non sono mai stato in forma come in questo periodo e la mia mente veleggia senza soste verso mete sempre nuove. Dalla coffa la vedetta mi comunica che non vi sono navi attorno alla mia, però le acque sono calme e io procedo col piglio di chi è già stato il pioniere del proprio, nuovo mondo. Per adesso sono lieto di non avere obblighi che mi espongano a florilegi di frasi di circostanza, al ridondante tedio di formalità che rasentino il parossismo, ma soprattutto all’opulenza e alla sedentarietà di convivi esagerati. Nell’accogliente tepore della mia stanza rossa celebro il Sol Invictus in compagnia degli Area, dei Brand X e dei Fates Warning.
Chissà come fu il buio a cui si opposero i primi fuochi, quando i giovani…
Mi ha sempre disgustato il puzzo di fumo e per evitarlo mi sono precluso occasioni…
Era da marzo dello scorso anno che non riuscivo a serbare memoria d'un sogno, o…
Con un segno di comando ristabilisco un punto d'equilibrio. Non v'è in me prossimità alcuna:…
Non amo i visi lunghi nel duplice significato dell'espressione e anche a quest'ultima mi riferisco…