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Teratoma junghiano

Ho quasi finito di leggere il primo dei due volumi di Jung dedicati ai sogni dei bambini e in una delle conferenze ivi trascritte sono stato colpito da un concetto nel quale non ero mai incorso prima, ovvero quello che risponde al nome di teratoma; quest'ultimo è un termine medico e designa un tumore benigno che contiene le parti di un gemello: i denti, un orecchio, le dita…
Per Jung il tetaroma indica un'inclusione psichica, e più precisamente un tratto della personalità che è avulso da tutto il resto, ma quand'esso assurge alla coscienza può ingenerare disturbi di notevole entità ed è per tale motivo che questo materiale estraneo dev'essere maneggiato con estrema cautela: in simili circostanze v'è il rischio che la seconda personalità si manifesti senza preavviso alcuno e con tutto ciò che una tale improvvisata può comportare.
Non ho avuto modo di approfondire questo punto della psicologia di Jung poiché egli stesso nel testo in esame non ne fa che un breve accenno e le mie ricerche non hanno aggiunto alcunché a quanto ha destato il mio interesse, perciò anch'io per adesso mi limito a questa breve nota e mi riservo la possibilità di una futura speculazione.
Prima di porre davvero fine a queste poche righe mi permetto solo di appuntare un’associazione d’idee: appena ho letto il paragone di cui sopra ho pensato a certi casi di cronaca nera in cui lo stupore di taluni per un determinato gesto è originato dall’incredulità che sia stato commesso da una persona “insospettabile”, qualcuno da cui “nessuno se lo sarebbe mai aspettato”.

Francesco

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