Ho trascorso la notte del tre luglio a contemplare la volta celeste attraverso il lungo occhio del mio modesto telescopio e, in modo molto tutt’altro che elegante, sono riuscito a fotografare la pallida compagna della Terra.
Sono affezionato a questo primo scatto benché non sia niente di speciale. Le mie osservazioni si concentrano ancora sui pianeti in quanto mi è facile rinnovare lo stupore che questi mi trasmettono e dunque sacrifico l’aspetto didattico delle mie sessioni per qualche emozione notturna, però a tempo debito poserò di più lo sguardo su zone meno celebri del firmamento.
A tu per tu con l’unico satellite terrestre mi è venuta in mente una vecchia canzone di Claudio Rocchi, La tua prima luna: un pezzo di appena… quarantacinque anni fa. In realtà quella a cui si riferisce Rocchi la vidi ancor prima che pensassi di soffermarmici, ma alla fine è sempre la stessa e per me cambia soltanto la maniera di guardarla (o forse il modo di osservarmi).
Sono passati quarantuno anni da quando sono venuto al mondo e negli ultimi dodici ho…
Quello della scorsa notte è stato un sogno molto coinvolgente e anche piacevole per certi…
Non v'è nulla che mi sfiori nel tempo a cui appartengo e non ho parole…
Chissà come fu il buio a cui si opposero i primi fuochi, quando i giovani…
Mi ha sempre disgustato il puzzo di fumo e per evitarlo mi sono precluso occasioni…
Era da marzo dello scorso anno che non riuscivo a serbare memoria d'un sogno, o…