Quella in calce è la mia tetrade corrente. Titoli enfatici, ma testi equilibrati tra cui sussistono dei punti di contatto. Ho la sensazione che un giorno tutte queste nozioni diventeranno obsolete come la fisica aristotelica e la medicina di Paracelso, perciò ne cerco un approccio che non sia solo intellettuale e difatti le mie esigenze non sono di quell’ordine.
Equidistante dal positivismo e dalla metafisica, io (parola grossa scritta in minuscolo) non posso che interessarmi ai loro tentativi di conciliazione.
Se volessi potrei liquidare tutto come un modo per darmi un tono, una ricerca d’evasione da questioni pragmatiche, una banale e ingenua fascinazione per certi temi od ogni altro tipo di resistenza dalle sembianze di faceto biasimo: per quanto vituperata, la realtà resta un’altra, in senso lato. In quest’ambito per me non c’è nulla di cui discutere perché ne traccio i confini nel soliloquio e nell’introspezione, ma approfitto della circostanza per inviare segnali flebili verso ricezioni improbabili. Frappongo ostacoli da superare.
Nell'atto stesso di scrivere mi sembra che io lasci cadere altrove quanto di fondamentale non…
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In questo primo giorno di maggio ho udito il rumore della pioggia e mi sono…
Certe volte ho la sensazione che io debba prendere l'iniziativa, ma in simili occasioni preferisco…
Sono seduto nella mia stanza rossa, ho quasi quarant'anni, è primavera e il vento spira…
Come chiunque altro sono legato alla morte da quando sono stato concepito, ma è solo…