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Rapporti di forze

Mi sento più forte rispetto a qualche mese fa, perciò gioco ad armi pari con gli spettri che ancora si presentano nelle mancanze a cui spesso mi riferisco. Forse ora il mio carico emotivo è persino maggiore di quello che ha pesato su di me nel primo autunno, tuttavia riesco a tollerarlo meglio perché le mie forze sono aumentate. Non è buffo come un’avversità inferiore in un periodo di debolezza abbia più consistenza di una grande difficoltà in un momento di vigore?
Sono ancora lontano da quella serenità che non di rado ho esperito nel corso della mia giovane esistenza e alla quale intendo tornare il prima possibile. C’è qualcosa che adoro in questa lotta tra me e me stesso benché in certi frangenti risulti davvero pesante e prospetti le più nefaste conseguenze. Non ho alleanze e forse non posso stringerne. Non perdo mai di vista quello che accade ad altre latitudini; non mi chiudo a riccio, bensì tratto le mie questioni come se fossero dei conflitti globali poiché in questi vi ritrovo facili analogie con i miei dissidi interiori e suppongo che tali parallelismi siano validi in molti altri casi. Non disserto granché su quanto succede in quest’epoca disgraziata, ancorché i suoi flagelli non mi sembrino affatto inediti alla mia specie, e preferisco concentrarmi su di me in quanto ho una possibilità realistica di cambiare, ma sono del tutto consapevole di come un’inclinazione così introspettiva non sia invitante e al contempo non credo che una cosa escluda necessariamente l’altra.
Inizia ad essere tardi, fuori è tutto bagnato e se ora un uomo solo passeggiasse per certi vicoli bui non troverebbe neanche un balordo ad aspettarlo, perciò nulla ne interromperebbe la ridda di pensieri. Forse un giorno queste parole saranno rilette da quattro occhi, forse no.

Francesco

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