Mancano otto giorni all’alba d’una vigilia importante. Ho la mente sgombra, non avverto alcuna forma di tensione e mi sento pronto a sostenere la prova che m’attende. Riesco a mantenere la concentrazione più di quanto sia mai riuscito a fare in passato e ne approfitto nelle mie letture. Continuo a non avere granché da scrivere, ma questa penuria di argomenti è dovuta anche alle giornate intense che mi fagocitano tempo ed energie: mi auguro che l’estate oltre ad alzare le temperature incrementi anche la frequenza dei miei appunti.
Non sono asserragliato in una torre eburnea di abitudini radicate, anche perché una di queste prevede che io mi tenga informato su ciò che accade in patria (dove secondo i latini nessuno è profeta) nonché sulle vicende del resto del globo (invero sempre le stesse).
Ogni tanto ricevo degli elogi immeritati, viziati da idealizzazioni o da fraintendimenti ed erronei come potrebbero esserlo le critiche che per ora non mi pervengono (non in faccia, almeno), ma anche se qualcuna mi fosse rivolta non cambierebbe nulla perché in questi tempi d’austerità non compra più manco chi disprezza; io comunque offro solo il baratto: coscienza per coscienza.
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