Stanotte mi sono avventurato per impervie vie fino ad una struttura diroccata, un posto che secondo taluni ospita sovente le celebrazioni di messe nere. Io non ho incontrato né uomini incappucciati né ho trovato resti di animali, ma soltanto delle scritte sgrammaticate sulle pareti e un po’ di umidità. Il luogo non è suggestivo e l’alone di mistero dal quale è avvolto è l’orrendo frutto di superstizioni ereditarie che ancor oggi non si scollano dai babbei in cui sono radicate. Se davvero esistesse un diavolo credo che proverebbe un grande bisogno di essere consolato prima di mettersi a mercanteggiare anime per sbarcare il lunario.
Non c’è nulla di spaventoso nell’oscurità, nel silenzio e nell’isolamento, però possono incutere terrore le verità che hanno modo di dipanarsi qualora le condizioni summenzionate si sommino. Mi chiedo per quale ragione una parte dell’umanità ricerchi il male in qualcosa di trascendente quando la realtà quotidiana ne è già così prodiga! In realtà si tratta di una domanda retorica a cui mi sono risposto in varie occasioni, tuttavia questa volta non voglio ripetermi per collocare qualche parola in più in un’annotazione così scarna.
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