Qualche notte fa è tornata a farmi visita l’immagine di Stephania, una giovinetta compita e al contempo incompatibile, l’ultima signorina con la quale ho interloquito ad una certa profondità. Nel sogno mi sfidava a combattere con dei ragazzi che si trovavano nei pressi di un palazzone e il suo intento non pareva quello di ottenere un pegno (o un pugno) d’amore, ma di gustarsi lo spettacolo come una moderna Messalina.
Ognuno ha nomi e figure che a livello più o meno cosciente riecheggiano al suo interno, persone che ricoprono il ruolo di ministro dell’assenza: è quest’ultima carica a destare quei moti intimi a cui sembra così difficile porre un freno e non già il nome di una delle tante vicarie pro tempore. Per me è importante non nascondere la spontaneità del mondo onirico, anche quand’essa sveli ciò che la coscienza vorrebbe tacere o s’illude d’aver sistemato assieme ad un orgoglio inutile e deleterio. A distanza di molto tempo, quasi a fronte di una dimenticanza incipiente, l’immagine di Stephania perdura nei miei recessi così come altre (invero poche) prima di lei hanno lasciato volontariamente o meno le loro avanguardie a tali profondità. Non sono disturbato da questa presenza, ancora inconsapevole alla diretta interessata nella misura in cui lo è stata finora per il sottoscritto, ma trovo giusto che risieda in me fino a quand’essa non ne subentri un’altra con la medesima transitorietà o per una cristallizzazione: auspicabile, più durevole, oramai quasi utopica e serotina. Dò del tu ai dèmoni (non demòni, i miei), nel senso del daimon greco, perché fanno parte di me e la loro elusione, mascherata da sfuggente indifferenza, mi nuocerebbe più della caduca tranquillità d’ogni insabbiamento. È questa padronanza dei miei recessi che mi dà la calma necessaria per guardarmi dentro senza inquietarmi. Calpesto le inibizioni disarcionate e aggiusto gli abiti dei fantasmi. Non posso avere tutto sotto controllo, però mi è dato vederne una larga parte sotto la giusta luce e questo è un compito che assolve la volontà.
Nell'atto stesso di scrivere mi sembra che io lasci cadere altrove quanto di fondamentale non…
Il signor Macron lascia intendere che l'invio di truppe in Ucraina non sia da escludere…
In questo primo giorno di maggio ho udito il rumore della pioggia e mi sono…
Certe volte ho la sensazione che io debba prendere l'iniziativa, ma in simili occasioni preferisco…
Sono seduto nella mia stanza rossa, ho quasi quarant'anni, è primavera e il vento spira…
Come chiunque altro sono legato alla morte da quando sono stato concepito, ma è solo…