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Houston, una donna mi ha toccato

L’altro ieri ho incontrato per caso una giovane conoscente e l’ho salutata. Tra una parola e l’altra costei ha cominciato a passare una delle sue mani delicate sulla mia fronte, sulle mie guance, su uno degli avambracci e su uno dei bicipiti. Io ci ho messo un po’ a capire che stava scacciando le zanzare dalla mia pelle, però alla fine mi sono stranito ugualmente per quelle carezze apparenti. Costei è una donna bellissima che ha circa dieci anni più di me. Non penso affatto che ci sia stata malizia nei suoi gesti né tanto meno un secondo fine. Non è raro che avvenga qualcosa del genere tra le persone, però la mia sorpresa è stata grande perché non ero mai stato toccato in quella maniera da chicchessia. Ho provato qualcosa di strano, tuttavia non sono ancora riuscito a comprendere se sia giusto addebitare la sensazione al tocco delle mani o al fraintendimento che per svariati secondi ha aleggiato in me. Nel mio mondo interiore questo avvenimento ha avuto una portata epocale. Forse non lo posso paragonare allo sbarco dell’uomo sulla Luna, tuttavia non troverei inappropriato equipararlo al lancio dello Sputnik 1 o alla missione Mercury-Atlas 6 che portò in orbita il primo astronauta yankee. Diamine, se si equivalessero davvero le tempistiche dei programmi spaziali e quelle dei miei progressi con il gentil sesso, tutto ciò si tradurrebbe in un’attesa tra i sette e i dodici anni per il mio primo allunaggio! Servono pressioni sul Congresso per accelerare i tempi. “Houston, una donna mi ha toccato! Ripeto, una donna mi ha toccato!”.

Francesco

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