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Ventisette

Tra qualche ora sarà il mio compleanno e lo festeggerò con me stesso. Sono ancora giovane e non sento il peso dell’età che avanza. Fisicamente non sono mai stato meglio e moralmente mi sto riportando ai massimi livelli. Certo, potrei arricchire la mia vita, specialmente sotto l’aspetto emotivo, ma forse non è ancora giunto il mio momento e se non dovesse mai arrivare allora mi vedrò costretto a segnarlo come assente ingiustificato! Prima o poi la mia progressione subirà una battuta d’arresto e un giorno, per forza di cose, anche per me comincerà una parabola discendente (anche se non so quanto sia corretto intenderla come tale), ma per ora mi godo il mio stato corrente e mi impegno per preservarlo il più a lungo possibile. Non potrei chiedere dei propositi migliori nel ventisettesimo anniversario della mia (ri)comparsa su questo pianeta.
Per l’occasione ho registrato l’ennesimo video sul mio palleggio. Come ho già scritto altrove per me palleggiare è un po’ come praticare yoga o tai chi, ma non ho mai avuto modo d’imparare le discipline orientali e quand’ero uno sbarbatello alla Domenica Sportiva vedevo Gianfranco Zola, Rui Costa, Boksic, Vialli, mica i maestri indiani. Tra l’altro il mio filmato a piè di pagina è anche un esempio di memoria procedurale, tanto per ricollegarmi alla lettura di neuroscienza alla quale mi dedico quando non scrivo. A proposito di libri, la mia terza (e sospetto ultima) fatica conta circa sessantacinque pagine, perciò intendo completarla prima che l’autunno imponga ai miei simili di tirare fuori gli abiti invernali. Comunque, sono felice che il mio palleggio sia migliorato. Adesso  riesco a fare anche tre atw (around the world NdR) di fila mentre mesi or sono riuscivo appena ad eseguirne uno e compierne due di seguito mi pareva improbabile. Nel video indosso la terza maglia del Liverpool di Sotirios Kyrgiakos, coriaceo difensore greco ignoto ai più, del quale forse  neanche i famigliari hanno la maglia, tuttavia io la comprai per portare sulle spalle un po’ di ellenismo e per udire le improbabili pronunce di chi calca i campi di calcio a cinque assieme a me. Cazzo, adesso sì che mi riconosco e ne sono lieto, immensamente lieto. Bentornato Frankie.

Francesco

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