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Una retromarcia pericolosa

Quest’oggi sono stato travolto da un’insolita serie di coincidenze. Recandomi in paese mi sono trovato davanti l’auto del mio presunto padre. Ad un tratto egli si è fermato e ha messo la retromarcia per parcheggiare senza tuttavia segnalare la manovra con la freccia. Io ho dato uno sguardo veloce (troppo veloce) al retrovisore e ho messo a mia volta la retromarcia per dare all’altro lo spazio di manovra, ma ho rischiato di urtare una donna che alla fine si è presa soltanto un grande spavento.
Per prima cosa ho parcheggiato l’auto poco più avanti e mi sono recato dalla signora per sincerarmi delle sue condizioni, ma costei mi ha detto che si era soltanto spaventata. Io ho insistito per lasciarle i miei dati, le ho proposto di andare al pronto soccorso (benché io poi non abbia capito se ella fosse stata urtata o meno da me) e infine fare tutto ciò che si dovrebbe fare in questi casi, ma lei e il marito hanno detto che non ce n’era bisogno e sono stati accomodanti. Il mio errore è stato indotto dal mancato ricorso alla freccia del “signore” che mi precedeva, tuttavia questa circostanza non giustifica affatto né in alcun modo l’errore che ho commesso.
Cazzo, faccio fatica a farmene una ragione. Alla guida sono piuttosto prudente. Per me è non è facile sopportare l’idea di arrecare danno a qualcuno, a meno che non si tratti di un caso nel quale io mi veda costretto a difendermi, perciò già un evento come quello occorso, scevro di conseguenze, io non riesco a metabolizzarlo velocemente. Se un aspirante suicida si gettasse sotto la mia auto e non potessi fare nulla per evitarlo io non proverei nulla, difatti una delle mie qualità migliori è legata alla capacità di non addossarmi i sensi di colpa che non merito, ma questa volta la responsabilità è mia e devo considerarmi fortunato che tutto sia andato bene. Personalmente avrei ritenuto opportuno un periodo detentivo di dieci giorni, una multa e la sospensione della patente per almeno un mese benché il pedone non abbia riportato danno alcuno eccetto lo spavento. Non deve più ripetersi una cosa del genere.

Francesco

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