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Tra cielo e mare

La tramontana non accarezza, bensì scartavetra i sensi e spira senza posa. Le distanze creano illusioni ottiche. L’orizzonte pare sempre così netto e irraggiungibile al punto che si maschera facilmente con l’idea d’infinito e altrettanto semplicemente tende a tingersi d’eternità per occhi perituri, in un pianeta perituro. Le espressioni più maestose e terse degli elementi mi inducono spesso a carezzare la mia transitorietà. Oggi sono così, domani forse lo sarò di nuovo, però un giorno non lo sarò più e infine non sarò più. Queste paroline non vanno trascritte sul registro dei morti perché brillano di luce propria, ma ci sarà sempre qualcuno che vi proietterà le sue ombre e me le attribuirà. Malgrado piccole grane, cose di poco conto, la mia vita procede bene.

Mi sto riappropriando dello smalto che ho perso in Giappone. Provo buone sensazioni e ogni giorno mi sento meglio. Prima o poi forse avrò il dispiacere di provare uno strappo all’inguine a causa degli esercizi di estensione a cui mi dedico per vincere la sfida dello yeop chagi. Assumere quella posizione non è affatto facile e ogni volta che ci provo ne ricavo fitte intense. Forse non mi sto allenando nel modo corretto per raggiungere l’obiettivo, però non ho a disposizione un maestro di taekwondo a cui chiedere delucidazioni. Cercherò di documentarmi maggiormente a riguardo della disciplina dalla quale voglio attingere, seppur limitatamente a ciò che mi occorre.
I falsi allarmi di primavera m’invitano a leggere in luoghi ameni e io di rado disattendo queste convocazioni. Gli scampoli dell’inverno assomigliano agli scolari durante gli ultimi giorni di scuola. Tempo al tempo, presto tornerò come prima e mi supererò: i miei orizzonti sono tangibili.

Francesco

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