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L’ufficio stampa del governo interiore

Penso che il titolo di questo appunto definisca bene il ruolo secondario dello spazio virtuale sul quale mi trovo a scrivere abitualmente e non sento il bisogno di precisare per l’ennesima volta il compito preminente di queste pagine. È da un bel po’ di tempo che mi sento a capo della mia vita e la gestisco come se fosse una repubblica fondata sui cazzi miei. La mia politica estera non intrattiene molti rapporti diplomatici e ha una inclinazione autarchica che contraddice il suo scopo, tuttavia mantengo ordine e disciplina nelle questioni interne. Stanzio fondi per un numero limitato di cose: dischi, concerti sporadici (poiché molti artisti che vorrei vedere dal vivo sono morti e sepolti), qualche panino occasionale al mio autogrill preferito e la benzina che consuma la mia auto per raggiungere l’autogrill succitato. Non ho un programma missilistico perché il mio pene è piuttosto ridotto, ma investo pesantemente nella ricerca di carta igienica per facilitare le evacuazioni: la sicurezza prima di tutto. Le forze armate del mio governo interiore sono in fase di ammodernamento e constano di nuovi battaglioni che risulteranno operativi entro la fine dell’anno. Ho autorizzato i finanziamenti all’apparato bellico per fronteggiare il buon senso con il quale mi scontro occasionalmente. La frequenza irregolare delle schermaglie non eslcude che la tensione salga improvvisamente. Durante un recente vertice a Topolinia il feldmaresciallo Werner von Kinder mi ha assicurato di avere in serbo grandi sorprese per il mio esercito e non ho ragione di dubitare delle sue parole.

Francesco

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