Categories: Parole

Scorci immaginari

Un aereo di carta attraversò la finestra di un balcone e lasciò cadere le sue parole sopra un cortile affollato. L’indomani un ragazzo disertò la chiamata alle armi per i corteggiamenti della sera sabbatica e passò la notte a leggere le lettere che sua madre aveva ricevuto da giovane. La luce fioca di una vecchia lampada illuminava le parole melense di quelle missive: propositi sepolti dal tempo e legami sciolti dal logorio dell’abitudine. Per il ragazzo non fu semplice immaginare le sfumature di quello scambio epistolare poiché tutto ciò che ne restava era un po’ di inchiostro sbiadito. Accanto alle lettere si trovavano le copertine ingiallite di vinili datati: musica orecchiabile, adatta alle masse e specialmente a chi le compone con la propria unicità. In mezzo al ciarpame della soffitta comparve una nostalgia sconosciuta che non apparteneva agli oggetti né a colui che li stava esaminando. Qualche pensiero inutile vagò sotto il coprifuoco dell’attenzione. Il ragazzo ripose le lettere in un dimenticatoio di legno e uscì di casa per scriverne altre di proprio pugno. Altrove una vecchia Mercedes si fermò davanti al parcheggio di una stazione di servizio. Il guidatore tenne il motore accesso mentre il passeggero si sporse dal finestrino per richiamare l’attenzione di un uomo che stava aprendo la portiera della sua macchina. Appena l’uomo si voltò fu freddato da tre colpi di pistola. La Mercedes partì velocemente e lasciò i segni dei pneumatici sull’asfalto. I clienti e i gestori dell’area di servizio accorsero subito, ma prima di chiamare le forze dell’ordine contemplarono per alcuni secondi l’agonia della vittima. I sicari si sbarazzarono dell’auto e rientrarono nelle loro abitazioni: entrambi salutarono le rispettive mogli dopo una giornata di lavoro. In uno scantinato un ragazzino di quattordici anni rise istericamente durante la preparazione del suo cappio e quand’ebbe finito fissò la corda a una trave del soffitto. Il ragazzino salì su una sedia impagliata, indossò lo strumento di morte e con un calcio allontanò le quattro zampe del suo patibolo. Dopo un paio d’ore la madre scoprì il suicidio del figlio e non disse nulla per quasi un minuto, ma alla fine lanciò un grido che anticipò il suo svenimento.

Francesco

Recent Posts

Senza un perché apparente

Quando le giornate si allungano mi sembra che la vita faccia altrettanto. Nell'aria vibra qualcosa…

1 giorno ago

Sottrarre dal nulla e aggiungerlo a se stesso

Nell'atto stesso di scrivere mi sembra che io lasci cadere altrove quanto di fondamentale non…

1 settimana ago

Tertium non datur

Il signor Macron lascia intendere che l'invio di truppe in Ucraina non sia da escludere…

2 settimane ago

Le intenzioni e la loro negazione

In questo primo giorno di maggio ho udito il rumore della pioggia e mi sono…

2 settimane ago

Senza controindicazioni

Certe volte ho la sensazione che io debba prendere l'iniziativa, ma in simili occasioni preferisco…

4 settimane ago

Sisifo e broccoli

Sono seduto nella mia stanza rossa, ho quasi quarant'anni, è primavera e il vento spira…

1 mese ago