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I giovani estremisti della sinistra orbetellana

Non ho una posizione politica, ma spesso mi trovo a litigare con dei poveri stronzi che hanno un denominatore comune: la loro passione per i dettami di estrema sinistra. Da un po’ di tempo a questa parte ho dei problemi con il mio nuovo vicinato e di tanto in tanto scambio qualche frase minatoria con dei tipi che hanno dieci anni più di me e ne dimostrano almeno il quadruplo grazie alla cirrosi epatica. Questi individui hanno la stessa personalità di un pezzo del Lego e fingono di battersi per dei grandi ideali dato che non sono all’altezza di sostenere la vita di ogni giorno senza l’ausilio delle loro utopie. Una volta uno dei pupazzi di cui sopra mi ha detto che mi sono salvato per miracolo dalle percosse dei suoi amici, ma io gli ho chiesto come mai non me le abbiano date la sera in cui avrebbero potuto farlo e in seguito mi sono domandato per quale motivo non bastasse soltanto uno di loro per pestarmi. Ho formulato varie ipotesi su quest’ultimo punto e sono giunto alla conclusione che queste cecche isteriche da sole non valgono un cazzo e si sentono forti solo nel branco, tuttavia non alzano un dito neanche quando ne fanno parte e si limitano a sollevare vicendevolmente le loro sacche scrotali. Finora non ho preso neanche un buffetto dai buffoni succitati, ma ho ricevuto solo qualche insulto banale a cui ho replicato con una maggiore violenza verbale. So che alcuni di questi ragazzuoli con la prostatite sbirciano salutariamente le pagine del mio blog, perciò ne approfitto per deridere ulteriormente la loro incoerenza: this is dedicated to you my friends! Lungo il web sono incappato in uno schema piuttosto esauriente che illustra il modo in cui vorrei risolvere le controversie che mi riguardano. Il ricorso al metodo in questione non è consentito dalla legge italiana, tuttavia lo appunto ugualmente tra queste righe e spero di poterlo applicare qualora la legislazione della mia nazione cambi in materia di cannibalismo.

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Non provo rispetto per questi “ragazzi” di quasi quarant’anni o, se vogliamo usare una definizione più adeguata, i candidati perfetti per i servizi del SerT. Il rispetto di cui parlo e che non concedo a costoro è lo stesso che obbliga la mia coscienza a non calpestare i formicai. Voglio lanciare un messaggio ai pezzenti che mi ammorbano. Voi non farete mai una rivoluzione e al massimo combatterete l’imperialismo a Red Alert 2. Siete delle macchiette in una pozza di sperma e il liquido seminale nel quale navigate beatamente proviene dalle ideologie con cui vi masturbate per sentirvi parte di qualcosa. Vorrei dirvi che sapete soltanto parlare, ma anche il vostro italiano è discutibile. Siete dei burattini politicizzati e paradossalmente chi muove i vostri fili è più stupido di voi. Non avete carattere e tanto singolarmente quanto in gruppo il vostro valore si esprime sempre con un numero negativo. Sono più giovane di voi e vi caco in testa. Pretendete rispetto, ma da me riceverete soltanto ciò che più vi offende: la verità sulla vostra pochezza. Voi siete in tensione e la vostra dieta si basa sulla dietrologia, io invece conosco la pacatezza e non perdo la mia serenità di fronte alla vostra idiozia. Le vostre illusioni non vi salveranno dai complessi di inferiorità che non sapete affrontare. Non siete individui costruttivi e per questo motivo vi eccitate davanti alle vostre fantasie sovversive allo stesso modo in cui le adolescenti degli anni novanta si infoiavano per la boy band di turno. Tra me e voi c’è un gap così grande che potreste infilarci dentro tutta la vostra stupidità per andare a fare in culo senza rinunciare ai vostri effetti personali. In ogni occasione cercate di fare propaganda e vi sentite i depositari della verità, ma l’unica cosa che vi appartiene è il vostro senso di appartenenza. Contestate chi detiene il potere, ma lo fate perché in loro rivedete una parte di voi che non sapete accettare. Siete vecchi e superati come dei grammofoni guasti. Usate due pesi e due misure, ma venite schiacciati sempre dalla forma più bieca dell’ignoranza che contraddistingue i vostri vaneggiamenti. Cosa c’entrano le dittature con le questioni condominiali? Quale nesso vige tra un reclamo e una dichiarazione di guerra? Non ho bisogno che la vostra faziosità mi dia lezioni di storia, tuttavia mi avvalgo di un’altra immagine per dimostrarvi quanto io prenda seriamente le vostre parole.

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Abbandono il tono precedente e ricordo a me stesso che non bisogna fare di tutta l’erba un fascio, ma a certuni somministrerei volentieri una cura dimagrante a base di olio di ricino e manganellate nello sterno. Ovviamente ci sono molte persone che coltivano le loro opinioni in un modo serio e sincero, ma questo scritto riguarda soltanto quei soggetti che vivono per essere le caricature di loro stessi. I miei “giovani” compaesani di sinistra (mi riferisco a certi cerebrolesi che sono nati negli anni settanta), non hanno nulla a che fare con le idee di cui si ritengono dei fautori e i primi a incazzarsi con questi tizi dovrebbero essere coloro che si adoperano realmente per quelle stesse idee. Questa sorta di pamphlet non ha uno scopo politico, altrimenti sarebbe ridicolo quanto la feccia a cui si riferisce, ma è dedicato con tanto amore ai figli di puttana con i quali ho a che fare regolarmente per questioni totalmente estranee alle scemenze anacronistiche di cui costoro si riempiono la bocca. Questi signori citano grandi personaggi del passato e pensano di essere i loro eredi, ma io prenderò sempre a pesci in faccia questo esercito di mentecatti ed eleggerò Capitan Findus come mio condottiero.

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Francesco

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  • Per alcuni anni ho amministrato una holding nello stato libero di Bananas, ma non mi sentivo a mio agio e una mattina me ne sono andato.
    Circa otto o nove minuti dopo le mie dimissioni mi sono unito a un circo e per sei mesi mi sono occupato degli animali.
    Un consiglio spassionato: non lasciare mai che una scimmia ti salga sulla schiena.
    Dopo l'esperienza circense mi sono trasferito a Dublino e ho lavorato come prestanome per una gang irlandese.
    Per arrotondare leggevo il futuro sul codice a barre delle lattine di analcolici.
    Sono tornato in Italia dopo l'arresto dei miei datori di lavoro.
    Attualmente il mio impiego è un po' sui generis.
    Mi faccio pagare per rispondere a chi mi domanda: "Qual è il tuo lavoro?".
    Ops: offre la casa.

  • Francesco, il tuo è un impiego remunerativo? Ti ha fruttato molto fino ad ora? Perché i fanatici di
    cui parli ti hanno preso in antipatia? Hai detto che visitano saltuariamente il tuo blog... dunque, cosa ne pensano?
    Ciao

  • Sto sul cazzo alle amebe che ho descritto perché pretendono che le loro attività lavorative non mi rompano i coglioni.
    Ho già ottenuto un risultato tramite la legge civile, ma la burocrazia è lenta e devo risolvere ancora due questioni.
    Non mi sono mai lamentato per vent'anni, ma le nuove gestioni dei miei vicini sono intollerabili.
    Per quanto ne so quasi tutti i miei compaesani mi ritengono folle e ho rotto i ponti con chi mi rispettava, ma per me tutto questo è soltanto un modo per avallare ulteriormente la serenità che tratto di tanto in tanto.
    Ah, il mio impiego non è molto remunerativo, però è divertente.

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