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I limiti e il governo della volontà

Ogni tanto passo in rassegna i miei limiti e mi soffermo sui più buffi. Non sono in grado di guidare decentemente con il cambio manuale, ma probabilmente avrei imparato a utilizzarlo e avrei fatto a meno del cambio automatico se avessi avuto a disposizione soltanto una UAZ dell’Armata Rossa. Suppongo che alcuni limiti siano destinati a rimanere tali laddove non siano compiuti degli sforzi per sradicarli, ma le risorse di un individuo non sono infinite e per questo motivo occorre stilare delle priorità per impiegare proficuamente i propri mezzi. Nel mio caso la guida non è una questione precipua perché ho la possibilità di aggirare il mio limite automobilistico tramite la tecnologia e difatti la mia auto corrisponde alle mie esigenze, ma non mi posso avvalere dello stesso mezzo per lavorare sul mio equilibrio interiore ed è per questo motivo che incentro le mie energie su quest’ultimo. Il mio esempio personale è uno strumento semplice che mi consente di introdurre una conclusione della stessa natura. Per un fumatore accanito il ricorso al tabacco può equivalere all’uso ch’io faccio del cambio automatico sebbene sia abbastanza prevedibile che le conseguenze siano destinate a essere diverse: io non gareggerò mai nel campionato Nascar mentre lui probabilmente competerà con un carcinoma polmonare. Quest’ultimo esempio può sembrare un po’ comico e azzardato qualora non sia contestualizzato, perciò deve essere accompagnato al metro di giudizio che è adottato da alcune categorie di persone secondo le quali il vizio del fumo è meno risibile dell’uso del cambio automatico. Ho preso in esame due limiti che possono essere facilmente sostituiti da altri che abbiano una relazione analoga. In sostanza il vizio del fumo rappresenta un limite poiché il fumatore non riesce a gestire il suo nervosismo e si affida alla nicotina come io delego alla tecnologia il compito di gestire le marce della mia auto. Quanto ho esposto finora non è un mero paragone tra gli elementi che ho addotto per esemplificare il mio pensiero, altrimenti sarei caduto nel ridicolo da qualche riga, ma si tratta di una semplice considerazione con la quale ho voluto rimarcare la matrice comune di due condotte apparentemente diverse e ho cercato di sottolinearne la discrepanza valutativa al fine di ricordarmi che i limiti sono soggetti alla politica della volontà.

Francesco

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