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Tra le braccia dell’insonnia

Nell’ultima settimana ho dormito poco e male, ma il mio corpo non ha accusato troppo la carenza di sonno. Oggi spero di riposarmi adeguatamente per riprendere a correre. Non riesco a concentrarmi e avverto un po’ di stanchezza, ma accetto questo stato transitorio e attendo il recupero delle forze. Mancano meno di tre mesi al giorno del mio compleanno e mi avvicino serenamente alla mia ventiquattresima primavera. La mia vita è ripetitiva come un mantra ed è per questo motivo che l’adoro. Mi ritrovo in uno stato che rasenta l’ascesi, ma svolgo le faccende quotidiane senza problemi e non sfuggo alle conversazioni trascurabili. Il mio eremo è itinerante. Ogni tanto devo partecipare a qualche controversia per salvaguardare i miei interessi materiali, ma non cedo mai alla tentazione di ingaggiare seriamente una querelle. Sono un materialista morigerato e nella mia esistenza non c’è spazio per alcuna forma di spiritualità sebbene possa sembrare il contrario. Non voglio idealizzare il mio tempo in un rifugio di idee per ripararmi dalla realtà e preferisco guardare l’alternanza con la quale uso e spreco le mie giornate. Adoro la costanza, ma non sono sempre in grado di ottemperare alle sue leggi. Talvolta trovo che le mie parole siano un po’ stucchevoli e le irrido per distruggerle e ricomporle, ma le azioni non ammettono una revisione di questo tipo e sulla loro compattezza granitica s’infrange ogni velleità fonatoria.

Francesco

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