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Il rilascio aurorale dell’endorfina

Anche stamane sono andato a correre. Mi sono svegliato alle sei di ieri sera e sono uscito di caso attorno alle cinque di mattina per lasciarmi alle spalle circa diciotto chilometri. Lo stress fisico per me non è un problema e sono anche preparato a sopportare le pressioni mentali, ma se avessi una certa età mi allenerei con più attenzione per non incrementare le possibilità di un arresto cardiaco. Ho conosciuto alcune persone che hanno complicato il loro quadro clinico con il sovrallenamento e paradossalmente si sono sforzati per stare male sebbene pensassero di agire nell’interesse del loro corpo. Lungo il mio percorso ho attraversato una pineta deserta e mi sono fermato alcuni minuti al suo interno per eseguire qualche trazione. Ormai ho abbandonato la bicicletta, ma non escludo di riprenderla in futuro o di abbinarla all’attività fisica con la quale l’ho sostituita. Un paio di anni fa provai a correre con costanza e ci riuscii durante il periodo estivo, ma smisi per un fastidio al menisco che più tardi potei imputare alle scarpe che indossavo e fu a seguito di questo problema che decisi di iniziare a pedalare. Trovavo che la corsa fosse più faticosa del ciclismo, ma in particolare la ritenevo più pesante sotto l’aspetto mentale e ancor oggi la mia opinione non è mutata. Sono abile a gestire la noia e questa capacità mi consente di affrontare senza problemi i movimenti ripetitivi del mio corpo, ma intanto resta un mistero l’ora in cui andrò a dormire.

Francesco

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