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Il viaggio odierno della mia entità psicofisica

Mancano tre ore alla mia partenza e questa volta sono in procinto di dirigermi verso il cuore della Toscana. Ho intenzione di andare al di là di Pitigliano e per questo motivo impiegherò almeno un paio di giorni per raggiungere la mia meta e tornare casa. Sto per affrontare il più grande sforzo fisico della mia vita e mi sento come un soldato in trincea durante la vigilia di una grande offensiva nemica. Qualora dovessi riuscire in questa impresa probabilmente finirò di mettermi alla prova. I chilometri che mi attendono non si possono percorrere soltanto con un fisico allenato e per fortuna sono preparato anche mentalmente per compiere la fatica di quest’oggi. Quando metto alla prova le mie capacità psicofisiche mi sento parte della natura e attualmente questi eventi rappresentano l’unico modo che ho per amare in senso lato. Credo che la fatica salutare e tenace acuisca la sensibilità e ritengo che di riflesso ingigantisca la capacità di amare. Lo sforzo fisico non è soltanto un vezzo dei salutisti né la prassi di un atleta, ma è un modo per debellare la miopia dell’Ego. Sono un corpo celeste che brucia in un microcosmo situato sulla Terra e continuerò ad avvampare fino a quando non mi trasformerò in una nana bianca. Anche se tra qualche ora dovessi fallire nel mio proposito queste parole manterranno la loro valenza. Le prime luci del giorno si avvicinano ed è meglio che io mi prepari a cavalcarle.

Francesco

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