Trovo che la comprensione della realtà sia molto ardua e ritengo che sia altrettanto difficile contemplarne la difficoltà al di fuori dei binari della banalità, ma talvolta non me ne rendo conto e dimentico l’ordinarietà degli errori di valutazione. Le mie convinzioni possono ottenebrare la tendenza a una visione del mondo potenzialmente imparziale ed è per questo motivo che le metto a punto continuamente. In passato ho preso decisioni sbagliate e ho commesso errori madornali che sono stati incoronati da una certezza temporanea, ma il senno di poi ha detronizzato i loro risultati e mi ha aiutato ad acuire le mie scelte. Non è affatto facile vedere oltre ciò che si vuole vedere, ma la banalità di questa presa di coscienza è puramente descrittiva e non penso che possa contribuire efficacemente al miglioramento del proprio giudizio. Per servire la verità talvolta occorre rinunciare a se stessi e questa rinuncia può essere molto dolorosa qualora l’individualità abbia delle dimensioni ragguardevoli che la elevino al ruolo di cardine di un’esistenza, tuttavia non conosco alternative valide a questo metodo. Credo che un primo passo verso la guarigione e il bilanciamento dell’umore risieda nello sforzo di sopraffare la parte faziosa della propria personalità. Mi sembra che il desiderio di affermarsi e la voluttà della prevaricazione siano dei vizi inveterati e suppongo che possano essere sradicati soltanto con la costanza e con l’abbandono di conquiste personali che sono più nocive di quanto lascino intendere le loro fogge appaganti.
Chissà come fu il buio a cui si opposero i primi fuochi, quando i giovani…
Mi ha sempre disgustato il puzzo di fumo e per evitarlo mi sono precluso occasioni…
Era da marzo dello scorso anno che non riuscivo a serbare memoria d'un sogno, o…
Con un segno di comando ristabilisco un punto d'equilibrio. Non v'è in me prossimità alcuna:…
Non amo i visi lunghi nel duplice significato dell'espressione e anche a quest'ultima mi riferisco…