Il giorno del mio ritorno è vicino. Mi sembra che siano passati alcuni anni da quando sono atterrato all’aeroporto internazionale di Incheon. In Italia, tranne mia madre, non c’è nessuno che mi aspetti e in parte ne sono contento dato che non amo molto i convenevoli. Questo viaggio mi ha dato qualcosa di impagabile e mi ha ricordato concretamente quanto possa essere piacevole il genere umano. Ho parlato con molte persone e ho camminato da solo lungo strade interminabili. Ho scambiato sorrisi caduchi e sinceri che hanno aggirato qualsiasi incomprensione linguistica prima di cristallizzarsi nel fermo immagine di un istante passato. I miei pensieri hanno cavalcato attraverso mattini assolati per portarmi sul crinale della mia esistenza e poi hanno puntato i loro indici verso l’orizzonte per mostrarmi la bellezza del vuoto da una prospettiva asiatica. Ho abbracciato me stesso di fronte alla forma commovente del tempo che ho lasciato a ovest. La vita non mi aveva mai parlato così chiaramente e sono rimasto incantato dalle descrizioni silenziose che mi ha donato in queste settimane. Oggi a Seoul ha piovuto tutto il giorno, perciò ho comprato un ombrello e ho iniziato a camminare per ricevere dai miei pensieri un’anteprima dei prossimi mesi. Ho scorto un autunno triste durante il quale cadranno foglie e speranze incompiute, poi ho notato un inverno rigido che abbasserà la temperatura del mio umore e mi provocherà brividi ossei durante le mie escursioni solitarie, ma la mia inclinazione a resistere tanto alle intemperie interiori quanto a quelle atmosferiche mi consentirà di fronteggiare l’ennesima perturbazione che si appresta a investire la mia vita.

Francesco

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  • Ciao Francesco,
    fai tesoro della tua esperienza personale e non programmare o prevedere stati d'animo non consoni alla tua esigenza di vita.
    Sicuramente hai bisogno di 'uscire' da Orbetello, dove ti 'culli' consapevolmente; sei 'diverso' per pensare di restare nella solitudine, per questo dovresti finalizzarti un impegno che ti porti a stare con il prossimo con un interesse costruttivo e variegato.
    Ciao, Bruno

  • Mi conosco bene e prevedo i miei stati d'animo solo quando sono in grado di anticiparli: certe volte mi sento un veggente.
    Ho imparato a gestire la solitudine e sarei un ingrato se negassi tutte le cose che ho avuto modo di apprendere al suo fianco, ma mentirei se dicessi che la vedo come una condizione permamente della mia esistenza anche se sono pronto a questa evenienza.

  • Ciao, mi fa piacere trovarti in linea.
    La solitudine o meglio il vivere una fase della propria vita da 'soli' l'ho provata anch'io per anni, senza però isolarmi, e devo dire che è tuttaltro che una tragedia; il problema nasce quando senti che hai esaurito in buona parte l'esperienza e hai bisogno di 'uscire'. Senti che sei meno 'preparato' al prossimo.
    Buona continuazione, Bruno

  • Bene! :)
    Adesso sta a te mettere bene a fuoco il tuo punto 'debole' su cui ti sei costruito una corazza nei confronti del prossimo.
    'Uscire' vuol dire esporsi alla realtà del prossimo e tu sei molto attaccabile. Lo sai anche questo.
    Non sei un 'perditempo' - anche se potresti sembrarlo - sei un'intelligenza sensibile e positiva, troppo 'trasparente'.
    Per ora basta così, tanto so che mi capisci.

    La notte è divertente Seoul o non esci a viverla?
    Ciao Bruno

  • Ritiro quanto ho scritto: non hai capito nulla.
    Ti ho dato ragione sul fatto che la solitudine possa essere un'esperienza esauribile, anche se forse non è vero per alcuni eremiti e per certi asceti.
    Io non ho nessuna corazza nei confronti del prossimo, ma tu non puoi saperlo dato che non mi conosci.
    Mi sono esposto quando l'ho ritenuto necessario e l'ho fatto più di una volta senza temere le conseguenze (che finora sono state negative).
    Non sono attaccabile più di quanto possa esserlo qualsiasi altra persona e gli unici attacchi che posso ricevere sono verbali, ma le parole non mi toccano.
    Non si odia né si ama con le parole e anche recentemente ne ho avuto la prova, perciò me ne frego degli attacchi.
    Non puoi darmi consigli e ti ricordo quanto possa essere sottile il confine che separa un suggerimento dall'arroganza che deriva dalla pretesa di sapere cosa sia meglio per un individuo che non si conosce.
    Ogni tanto qualcuno legge quello che scrivo e pensa di sapere tutto su di me: sbagliato.
    La realtà è una cosa e la sua trasposizione virtuale ne è un'altra.
    Ciao.

  • Il dialogo diretto tra due persone permette di capire lo stato d'animo o il sentimento che si prova in quel momento, quello virtuale può essere frainteso.
    Ti assicuro che da parte mia non c'è nè presunzione e tantomeno arroganza, ma solo il piacere di poter dialogare con te perchè non mi risulti un 'superficiale' e un 'monotono.
    Mi auguro di aver chiarito, da parte mia, se ce ne fosse stato bisogno.
    Ciao

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