Una lettera ricorrente

Mi sembra che siano passati secoli da quando L. ha varcato la soglia del mio passato. Mi manca il suo estro materialista e la sua zeta blesa. Non ho intenzione di portare il ricordo di L. dall’altra parte del mondo, perciò ho tracciato per l’ultima volta la sua iniziale su un foglio bianco per celebrare la sua immagine, che ricorda il tocco di Alessandro di Antiochia, e la sua essenza, che nel mondo delle idee veste sempre Saint Laurent. Non mi fisso sui fallimenti e se spendo ancora qualche parola su L. significa che non la ritengo l’emblema di una disfatta, ma credo che lei sia la polena di un trionfo simbiotico che è rimasto incompiuto come altre meraviglie dell’umanità.

Francesco

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