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L’etica dell’eiaculazione

Qualche giorno fa ho parlato con un padre di famiglia che, per sua stessa ammissione, conduce una vita piuttosto oziosa. Costui mi ha raccontato che ha convolato a nozze attorno ai venticinque anni dopo una prima giovinezza abbastanza libertina trascorsa in giro per il mondo. Senza che io gli chiedessi nulla ha iniziato a dirmi che sua moglie e suo figlio per lui rappresentano degli ostacoli morali che gli impediscono di condurre nuovamente la vita da donnaiolo dissoluto. Ho avuto uno scambio di opinioni con questo tizio e sono rimasto un po’ annoiato dalla sue parole intrise di sessismo e banalità. Se una persona si sposa, concepisce un figlio e poi va in giro a ostentare il suo pentimento per queste scelte ai miei occhi non è altro che un essere pusillanime che violenta i sentimenti dei suoi cari per sentirsi meno frustrato. Credo che nessuno abbia obbligato il tizio in questione a mettere su famiglia ed è proprio la libertà delle sue azioni che rende aberrante il suo comportamento sprezzante nei confronti dei suoi congiunti. Non sono un moralista né soffro di quella malattia che prende il nome di “religione”, ma sono un fautore del buon senso. A tutti i finti edonisti con cui parlo prospetto sempre la possibilità di soddisfare la loro concupiscenza con le prostitute, ma pare che per costoro sia più degradante andare a mignotte che deridere la propria famiglia con gli estranei e il coglione con cui ho parlato non fa eccezione. Nessuno dovrebbe sorprendersi se un figlio che nasce a seguito di una sborrata aleatoria e di un desiderio materno intriso di egoismo da grande non diventi un fisico nucleare. Purtroppo i culti religiosi si sono appropriati indebitamente di qualità che appartengono al genere umano al di là di qualsiasi sua interpretazione mitologica e mi riferisco precisamente alla fedeltà, alla carità, al rispetto che ormai sembrano impropriamente utopie o l’incipit per un discorso demagogico. Per me la masturbazione è anche un modo per dire no alle debolezze trascurabili della carne che talvolta producono drammi pesanti e relativo merchandising. Preferisco crepare vergine e godermi la pace dell’andropausa piuttosto che ingannare una ragazza per scoparci solo per diletto. Parecchi uomini che conosco vogliono fottere donne comuni perché amano ingannarle e anche se le trattano come puttane rifiutano di sfogare i loro impulsi con coloro che sono puttane di professione perché amano crogiolarsi in deliri di onnipotenza abbastanza comici. Certe volte l’orgasmo degli omuncoli non è nell’atto sessuale, ma nel vanto di quest’ultimo che avviene ai tavoli di un bar di merda o nelle discussioni becere sotto qualche lampione disinteressato. Io vengo deriso perché a ventitré anni sono vergine per rispetto verso la mia visione dell’amore e del mio prossimo, ma preferisco suscitare una risata in una ragazza un po’ ignorante che strappare lacrime dalla sua ingenuità. L’ho scritto in altre occasioni e lo ripeto per l’ennesima volta: non mi toccano molto i giudizi positivi né quelli negativi ed è per questo che posso permettermi un’indipendenza morale che trova il suo caposaldo nella concretezza delle mie scelte. Anche se una donna volesse essere trattata come una troia io non la tratterei mai come tale, ma applaudirei alla sua sincerità, qualora la sua scelta avesse radici sincere e non fosse una ripicca libertina a seguito di qualche inevitabile delusione. Il machismo vuole sottomettere la donna, ma spesso non si stacca mai dal grembo materno ed è ridicolo. Da mia madre accetto solo denaro e prendo in prestito le sue foto per masturbarmici sopra. L’ultima affermazione, a metà tra realtà e leggenda, è un modo per prendere le distanze in modo completo e grottesco dai poveri coglioni che ragionano sulla falsa riga dell’idiota che ho preso in esame all’inizio.

Francesco

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