Ieri mattina sono andato a Grosseto in treno e anche questa volta ho portato con me la mia bicicletta. Ho pedalato lungo la Scansanese fino a Istia. Ho visto Casalecci, Stiacciole e sono rimasto un po’ perplesso di fronte alle loro brutture cementificate, ma fortunatamente il paesaggio ondulato della Maremma ha consolato le mie retine. Dopo un’ora ho fatto ritorno a Grosseto e ho percorso tutta la pista ciclabile che porta fino a Marina di Grosseto. Ho affaticato parecchio le gambe e dato che indossavo una maglietta a maniche corte mi sono beccato più di una ventata, ma almeno sono stato in compagnia di qualche piccola intemperia. Ogni volta che vado a Grosseto i cessi della stazione sono una tappa obbligatoria per il mio apparato urinario, ma sono sempre pieni di merda, piscio, carta igienica bagnata e qualche volta ho intravisto anche delle macchie di sangue. La pulizia nei cessi di una stazione di provincia è una contraddizione in termini e sono felice che anche Grosseto non contraddica il celebre lerciume del sistema ferroviario italiano. Mi fa sorridere la foga con cui la città sostiene la sua squadra di calcio e per la gioia naif della gente spero che i cosiddetti “grifoni” riescano ad andare in serie B. È stata una mattinata piacevole e l’ho trascorsa con me stesso su strade che ormai mi sono familiari. Sono felice che il mio fisico e la mia psiche riescano a reggere le mie esplosioni di irrazionalità.
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